Negli ultimi tempi si parla sempre più spesso del metaverso. Nonostante tutti ne abbiano sentito parlare, solo poche persone sono in grado di spiegare di cosa si tratta.
Lo studio sul metaverso
Il metaverso è sempre di più al centro dell’attenzione. I marchi si stanno avventurando con campagne di marketing in universi virtuali, dove è possibile acquistare beni e servizi digitali, assistere a sfilate, interagire con altri utenti e diventare perfino proprietari di un pezzo di terreno digitale. Secondo lo studio “New Realities Into the Metaverse and Beyond” di Wunderman Thompson Intelligence, anche se le persone hanno sentito parlare del metaverso, la maggior parte di queste non saprebbe spiegare attentamente di cosa si tratta. L’azienda ha intervistato 3.005 persone con un’età compresa tra i 16 e i 65 anni in Cina, negli Stati Uniti e nel Regno Unito.
Il 74% delle persone intervistate a marzo aveva sentito parlare del metaverso, rispetto al 32% risalente a settembre. Solo il 15% degli intervistati ha dichiarato di poter spiegare il concetto di metaverso ad un’altra persona, indicando che la familiarità con il concetto non equivale per forza alla comprensione di quel concetto.
I dati dello studio
Non è la prima volta che Wunderman Thompson Intelligence realizza il report. Quello che cerca di fare è identificare quali elementi del metaverso vengono compresi, analizzando la percezione degli utenti e offrendo informazioni ai marchi in modo che possano prendere decisioni informate. Di coloro che sono in grado di spiegare cosa sia il metaverso, il 74% lo ha descritto come il futuro, il 72% come la prossima grande idea, il 68% come la prossima tipologia di Internet e il 66% come un cambiamento di vita.
Le preoccupazioni degli intervistati sono per il 72% la privacy dei bambini, per il 69% la privacy degli adulti, per il 69% la protezione dei dati, per il 66% la sicurezza dei bambini e per il 57% il bullismo. Per quanto riguarda i settori influenzati dal metaverso, gli intervistati hanno nominato per il 90% l’intrattenimento, per l’89% la pubblicità, per l’86% la vendita al dettaglio, per l’85% la moda, per l’82% lo sport, per l’82% la finanza, per l’81% la salute, per l’80% la bellezza, per il 76% il governo e per il 76% i bar e i ristoranti.