Miami – Key West Florida, tra cinema e biodiversità

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Nel Golfo del Messico, durante le fasi più concitate per bloccare la fuoriuscita del greggio dalla piattaforma della British Petroleum, si è temuto un contraccolpo anche per gli ecosistemi nell’arcipelago delle Keys e nelle aree protette intorno all’estuario del Mississippi, in Florida, ambienti unici al mondo per la loro straordinaria biodiversità.

Per questo e altri motivi, scegliere un viaggio tra Miami e le Florida Keys, è in primis, un atto d’intelligenza che sarà oltremodo ripagato dalla bellezza dei luoghi, rimasti miracolosamente incolumi da un disastro ambientale senza precedenti, dove non si lesinano lussuosi resort, lunghe spiagge bianche, città ricche d’arte, musica, cultura e divertimento in un mix davvero fuori dal comune. Da Key Biscayne a Key West, passando per Key Largo, Islamorada, Marathon e Lower Keys, l’arcipelago che affiora a sud di Miami, lambito dall’Oceano Atlantico e prossimo al Golfo del Messico, offre ai suoi visitatori una natura tra le più grandiose e spettacolari d’America.

Percorsa da ben quaranta ponti, l’Overseas Highway, che collega tutte le isole Keys, è la strada più celebrata negli action movie hollywoodiani. Scenografici tramonti, un mare blu carico e profondo, palme sferzate da un incessante vento caldo, immagini – cartolina di un paesaggio che, man mano, digradando verso sud, diventa sempre più caraibico: ecco allora, gabbiani, pellicani, aironi, rarissimi falchi pescatori. Il primo biosistema minacciato dalle trivellazioni offshore e dal petrolio fuoriuscito della BP, è stato quello del Florida Keys National Marine Sanctuary.

Kay Largo, l’isola più grande dell’arcipelago, è famosa per essere stata il set dell’omonimo cult movie con Humphrey Bogart, ma lo è anche perché nello scrigno della sua biodiversità, custodisce una riserva naturalistica di grande pregio, John Pennekamp Coral Reef State Park, vero paradiso per snorkeling e immersioni con la sua barriera corallina fra le più belle e integre e i tantissimi pesci multicolori che vi dimorano.

Deliziosa, è anche Islamorada, la più grande in una sequela di sette isole dette purpuree, per il colore dei loro splendidi fondali. Islamorada è conosciuta in tutto il mondo per essere regno incontrastato di pesca sportiva. Fra le charter society che accompagnano i turisti, la Whale Harbor Marina promette una perfetta organizzazione per le battute di pesca d’altura (e del blue marlin); anche il suo ristorante, luogo di ritrovo per i cultori del diving, è molto rinomato.

Simbolo delle Keys, è il Seven Mile Bridge, dieci chilometri di trasvolata cinematografica fino a Marathon, dove non può mancare una visita al Crane Point Museum Nature Center, un’area di 600 kmq, con annesso il Dolphin Research Center.

In direzione di Lower Keys, il paesaggio cambia improvvisamente; verso Cuba e l’Havana, l’ambiente diventa sempre più caraibico: il blu profondo dell’Oceano lascia il posto a tonalità più limpide e cristalline, dai bassi fondali affiora una vita multicolore, per chi pratica snorkeling e diving, le bellezze rarefatte del Looe Key Reef, aspettano solo d’essere svelate.

Ultimo lembo di territorio protetto è il Bahia Honda State Park, lunghe spiagge bianche e incontaminate, mare trasparente, luce abbagliante e clima sempre caldo.

Nell’omonima cittadina di Key West, all’estremo sud degli Stati Uniti, si fondono mirabilmente arte, musica, cultura. Da non perdere i tesori conservati nel museo Mel Fisher e una visita interattiva al Florida Keys Eco Discovery Center, per scoprire le caratteristiche fondamentali nel complesso ecosistema di queste isole. Ma, a Key West, c’è anche la casa di Ernest Hemingway, diventata anch’essa museo.

E nell’atmosfera retrò che tanto attrasse lo scrittore americano, in quei tramonti rosso fuoco, fra strepitii dei gabbiani nella baia e il pigro incedere dei pellicani sui moli scannellati dalla salsedine, non resta che sorseggiare un Daiquiri al Mellory Square (locale frequentato dallo stesso Hemingway), mentre, in sottofondo, qualcuno esegue un buon vecchio jazz d’annata.

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Scritto da luxu

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