Google ha riportato forti entrate pubblicitarie nel terzo trimestre (Q3) mostrando di non aver subito conseguenze rispetto alle modifiche alla privacy di Apple.
Modifiche privacy Apple, Google riporta forti entrate pubblicitarie nel Q3
Molti colossi tecnologici finanziati dalla pubblicità, come Facebook e Snap Inc., hanno registrato perdite considerevoli nel Q3, a causa dei recenti cambiamenti della privacy dei dati di Apple. La medesima sorte, tuttavia, non è stata condivisa da Google che sembra non essere stato affatto toccato dalle novità introdotte dall’azienda di Cupertino.
Nella giornata di martedì 26 ottobre, infatti, la società madre di Google, Alphabet Inc., ha riportato un record di 65,1 miliardi di dollari di entrate durante il terzo trimestre del 2021, con il business pubblicitario della società in aumento del 43,2% a 53,1 miliardi di dollari.
La pubblicità di ricerca trimestrale ha costituito la maggior parte delle entrate con 37,9 miliardi di dollari nel terzo trimestre, in aumento da 26,3 miliardi di dollari nello stesso periodo del 2020. Gli annunci di YouTube, poi, hanno rappresentato altri 7,2 miliardi di dollari, dai 5 miliardi del terzo trimestre 2020, e le entrate della rete pubblicitaria di Google hanno portato 7,9 miliardi di dollari.
Guadagni nel Q3: Chief Business Officer di Google, Philipp Schindler
Secondo il Chief Business Officer di Google, Philipp Schindler, gli inserzionisti al dettaglio sono stati ancora una volta il principale motore delle entrate negli ultimi tre mesi, seguiti dagli inserzionisti di media e intrattenimento, finanza e viaggi. Anche l’e-commerce e le smart TV stanno contribuendo ad alimentare la crescita di Google.
I forti risultati arrivano nel mezzo di una stagione di guadagni offuscata dai recenti cambiamenti di Apple alle sue impostazioni sulla privacy dei dati. Gli aggiornamenti di iOS – che permettono agli utenti di non lasciare che le aziende raccolgano i loro dati personali e inviino loro annunci personalizzati hanno spinto molti a Wall Street e Madison Avenuea speculare su come la misura di Apple potrebbe danneggiare il più ampio settore della pubblicità digitale.
Cambiamenti e futuro della pubblicità digitale
A proposito dei cambiamenti della privacy dei dati di Apple, un analista ha chiesto al direttore finanziario di Alphabet, Ruth Porat, se le modifiche hanno influito su Google. Porat ha risposto che “hanno avuto un impatto modesto sui ricavi di YouTube, principalmente nella risposta diretta”.
Philipp Schindler ha poi aggiunto che gli sforzi di Apple sono solo “un aspetto dei molti cambiamenti più ampi dell’ecosistema che sono in corso – e ha aggiunto –. Il nostro obiettivo è quello di sostenere gli sviluppatori, i piccoli e grandi inserzionisti, i creatori, gli editori, in modo che siano in grado di mitigare gli impatti sulle loro attività. Vediamo davvero il futuro della pubblicità digitale essere costruito sui progressi nelle tecnologie on-device che preservano la privacy e supportano l’internet libero e aperto e ovviamente un robusto ecosistema di annunci”.
Causa antitrust e aste truccate
Nonostante abbia evitato importanti conseguenze rispetto alla modifica della privacy dei dati di Apple, Google sta affrontando anche una serie di sfide sul fronte normativo.
Nella giornata di venerdì 29 ottobre, un giudice distrettuale degli Stati Uniti ha annunciato una causa antitrust presentata da più di una dozzina di procuratori generali che sostengono che Google si è dato un vantaggio sleale attraverso le sue aste di pubblicità digitale che permettono all’azienda di vincere più aste e far pagare tariffe pubblicitarie molto più alte dei suoi rivali. La causa sostiene anche che Google ha colluso con i concorrenti per truccare parti del mercato della pubblicità digitale e “rallentare” vari sforzi sulla privacy dei dati da parte di Apple e dei regolatori.
Google ha contestato la causa da quando è stata presentata nel mese di dicembre 2020. Sulla vicenda, infatti, si è espresso un portavoce dell’azienda che ha dichiarato: “In realtà, le nostre tecnologie pubblicitarie aiutano i siti web e le applicazioni a finanziare i loro contenuti, e permettono alle piccole imprese di raggiungere i clienti in tutto il mondo. C’è una vigorosa concorrenza nella pubblicità online, che ha ridotto le tariffe delle tecnologie pubblicitarie e ampliato le opzioni per gli editori e gli inserzionisti”.