Il contesto della denuncia
Netflix ha recentemente avviato un’azione legale contro Broadcom, accusando la sussidiaria VMware di aver violato cinque brevetti registrati dall’azienda californiana. Questo scontro legale, che ha radici nel 2018, si inserisce in un contesto di tensioni tra le due società, con Broadcom che aveva precedentemente denunciato Netflix per presunta violazione di brevetti relativi a tecnologie di streaming video. La questione legale si preannuncia complessa e si svolgerà non solo negli Stati Uniti, dove il processo inizierà a giugno 2025, ma anche in Germania e Olanda.
I brevetti in questione
Netflix ha registrato cinque brevetti che riguardano l’uso delle macchine virtuali, tecnologie fondamentali per la distribuzione dei contenuti video a livello globale. Tra i brevetti denunciati, tre si concentrano sulla misurazione dell’uso della CPU da parte delle macchine virtuali, un aspetto cruciale per ottimizzare le prestazioni dei server.
Un quarto brevetto riguarda un load balancer, che gestisce la distribuzione delle richieste alle macchine virtuali, garantendo un’assegnazione efficiente delle risorse. Infine, il quinto brevetto descrive una tecnologia per la gestione remota delle macchine virtuali tramite un’interfaccia utente centralizzata, un elemento chiave nei software offerti da VMware.
Le possibili conseguenze legali
Netflix ha chiesto al tribunale di imporre a Broadcom il pagamento di un risarcimento per le royalties non versate, oltre a coprire le spese legali sostenute. Se la corte dovesse dare ragione a Netflix, VMware potrebbe essere costretta a modificare in modo significativo i propri software di virtualizzazione. Tuttavia, è possibile che le due aziende raggiungano un accordo extragiudiziale, evitando così un lungo e costoso processo legale. Questo scenario potrebbe rivelarsi vantaggioso per entrambe le parti, considerando l’impatto che una sentenza potrebbe avere sulle loro operazioni future.
