E’ fuor di dubbio che l’industria svolge un ruolo centrale nell’economia dell’Unione europea, pari al 15% del valore aggiunto (rispetto al 12% negli Stati Uniti). Ed è anche fattore chiave di ricerca, innovazione, produttività, occupazione, esportazioni.Industrial Compact, documento cardine della politica industriale dell’Unione Europea, di qui al 2020, si pone un obiettivo ambizioso e importante: accompagnare il manifatturiero a generare il 20% del Pil entro il 2020 (rispetto all’attuale 15%).
Noi stiamo chiedendo alla UE di investire sull’Industrial Compact come chiave di sviluppo di un Europa che integra manifattura e servizi.
LA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
Oggi è in corso la quarta rivoluzione industriale: dall’inizio del 21° secolo, stiamo vivendo una trasformazione digitale – cambiamenti associati con l’innovazione nel campo della tecnologia digitale in tutti gli aspetti della società e dell’economia.
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In Occidente già abbiamo vissuto tre rivoluzioni industriali:
– quella dell’energia idroelettrica, con il crescente uso della forza vapore e lo sviluppo di macchine strumenti;
– quella dell’elettricità e della produzione di massa (assemblaggio in linea);
– quella dell’automazione e in particolare dell’elettronica e dell’informatica.
Adesso è il momento della quarta, quella digitale, che è già partita in tutto il mondo ed ora riguarda anche noi.
COSA VUOLE ESSERE FABBRICA 4.0 (E I 6 CAMPI IN CUI VOGLIAMO AGIRE)
“Fabbrica 4.0″, significa affrontare la quarta rivoluzione industriale.
Che la si chiami l’”Internet delle cose”, il “movimento maker” o “fabbrica 4.0″, o chissà cos’altro, questo poco importa.
Il minimo comune denominatore è che Fabbrica 4.0 tende ad enfatizzare l’idea di una consistente digitalizzazione collegata con tutte le unità produttive dell’economia:
1.
Sistemi e mercato cyber-fisicoNella produzione non basterà più solo parlare di IT, ma di sistemi complessi che interagiscono continuamente con la produzione e con il mercato grazie ad un massiccio utilizzo della rete, sempre più connessi ai sotto sistemi, con controlli in tempo reale.
2. Smart robot e nuove macchineSal 2004 i robot nelle aziende europee sono raddoppiati. Ungheria e Cekia sono capofila. Sistemi sempre più intelligenti, interagiscono tra loro. Non solo in sostituzione dell’elemento umano, ma con nuove funzioni e opportunità).
4. Big dataRaddoppiano nel Mondo anno su anno.
Sui dati aperti, siamo buon ultimi in UE.
Dalla lettura e analisi dei dati nasce un nuovo approccio al mercato e una nuova impostazione delle aziende. Il cloud computing aprirà strade inaspettate per stoccaggio, lettura, condivisione dei dati.
Dalla capacità di lettura rapida dei dati verrà modificata on line la produzione.
5. Efficienza energetica e decentramentoIl cambio climatico e la scarsità di risorse sono megatrend con cui dovremo sempre più fare i conti.
6. Industrializzazione virtualeOgni processo viene prima simulato e verificato in virtuale; solo quando la soluzione finale è pronta potrà partire la mappatura fisica. Ciò significa che tutto il software, i parametri, le matrici numeriche, vengono caricate nelle macchine che controllano la produzione.
Piante virtuali possono essere progettate e facilmente visualizzate in 3D, così come lavoratori e macchine interagiscono.
PROCESSI INTEGRATI E SHARING ECONOMY
Ma tutto questo a cosa porta? Porta ad integrare come non mai i processi.
Nell’era dei social media, infatti, una delle parole chiave delle nostre interazioni è sharing, ovvero condivisione, lavorativa, di processo, di notizie e informazioni.
In realtà il fenomeno è più vasto di quanto si possa pensare e ridefinisce il nostro sistema di valori e il nostro stile di vita. E’ il momento di ripensare e re-ingenierizzare i processi produttivi delle nostre imprese. E per fare questo serve una nuova cultura d’impresa, in un Paese che in larga parte delle PMI ha un sistema produttivo vecchio e non competitivo. Ma per fare ciò prima di tutto dobbiamo essere consapevoli e convinti noi imprenditori!
Noi puntiamo a creare una “piattaforma nazionale sulla manifattura 4.0 che metta insieme tutti gli attori industriali, della ricerca e dell’università” definendo le priorità ed attivando risorse sia nazionali che Ue.
E’ il momento di cambiare passo, per questo lanciamo il nostro messaggio sia all’Ue ma soprattutto all’Italia”.
La nuova strategia di Bruxelles per il mercato unico digitale è sicuramente importante, ma serve anche l’infrastrutturazione, restando in attesa di vedere i risultati che produrrà il Piano Juncker. Un passo positivo – a mio avviso – della Commissione verso il raggiungimento di questi obiettivi è stata anche la recente fusione in un’unica direzione generale, la Dg Growth, di servizi e industria.