Nvidia ha annunciato di aver rinunciato all’acquisizione di ARM a causa della pressione normativa. Intanto, il proprietario SoftBank sta preparando il chipmaker per l’IPO.
Nvidia rinuncia all’acquisizione di ARM per la pressione normativa
Il chipmaker di grafica Nvidia ha rinunciato ai suoi piani per acquisire la società britannica di semiconduttori ARM a causa di “significative sfide normative”: le società hanno rilasciato la comunicazione nella giornata di martedì 8 febbraio, due mesi dopo che la proposta di acquisizione è stata bloccata dalla Federal Trade Commission degli Stati Uniti, mentre affrontava anche un crescente controllo sia nel Regno Unito che nell’Unione europea.
Secondo un comunicato stampa, il proprietario di ARM, SoftBank, inizierà i preparativi per un’offerta pubblica entro il prossimo anno fiscale che termina a marzo 2023.
Come parte dell’accordo di acquisizione originale, SoftBank ha ricevuto da Nvidia una tassa di rottura di 1,25 miliardi di dollari che sarà registrata come profitto nei suoi prossimi guadagni del quarto trimestre.
Il CEO di Nvidia Jensen Huang ha notato che la sua azienda rimarrà un licenziatario della tecnologia dei chip di ARM “per i decenni a venire”, nonostante il fallimento dell’accordo.
Se fosse stato permesso di andare avanti, l’accordo in contanti e azioni avrebbe avuto un valore di circa 80 miliardi di dollari, il più grande di sempre nel settore dei semiconduttori.
Accordo naufragato e pressioni normative
L’accordo crollato è stato annunciato per la prima volta nel settembre 2020 e all’epoca era valutato circa 40 miliardi di dollari.
L’acquisizione avrebbe permesso a Nvidia di sfidare i suoi rivali Intel e AMD nel settore dei chip per data center. La tecnologia di ARM è concessa in licenza da aziende come Apple, Samsung, Google e Qualcomm per progettare chip personalizzati utilizzati nei loro smartphone, tablet, notebook e computer desktop.
L’affare Nvidia, tuttavia, si è scontrato immediatamente con i politici britannici che considerano ARM un bene nazionale strategico e la revisione antitrust del Paese sull’affare è stata ampliata per includere preoccupazioni di sicurezza nazionale. Negli Stati Uniti l’accordo è stato bloccato dalla FTC, che ha sostenuto che la concorrenza nei mercati in crescita come i veicoli autonomi e i chip di rete potrebbe essere danneggiata dall’acquisizione.