Per tutta la prima metà del 2012 ho girato l’Italia – notebook e zaino in spalla – a caccia di investitori disposti a dedicarmi il tempo di un pitch, 12 slide riviste almeno due volte a settimana per un totale di oltre 40 versioni.
Nel frattempo, tra un incontro e l’altro, aggiungevo qualcosa sul piatto che mi permettesse di ambire, di volta in volta, a una pre-money più alta: l’articolo su qualche giornale, un nuovo partner, due talentuosi co-founder (Antonio e Fulvio) che trasformassero la mia idea in una demo grezza ma funzionante.
Potevo contare anche su alcuni traguardi raggiunti nei 12 mesi precedenti, una serie di progetti legati al web a cui mi ero dedicato proprio con l’obiettivo di creare un mio curriculum di esperienze concrete.
180.000 lettori al giorno di un blog venduto dopo 8 mesi dal lancio, 3 milioni di fan su Facebook a budget zero, 560.000 commenti a un post per una sfida (vinta) contro la Zynga che mi ha garantito il Guinness World Record, 80.000 commenti in 16 lingue diverse nell’arco di mezza giornata che hanno convinto Facebook a cambiare politica energetica, 740.000 utenti in una settimana per l’America’s Cup di Napoli.
Allo stesso modo, sia per generare qualche numero da vendere ai venture capitalist sia soprattutto per valutare il reale interesse degli utenti, ho pensato di mettere online una landing page che raccogliesse le prime iscrizioni. Non sapendo quando saremmo effettivamente partiti, al centro ho scritto una frase che diceva tutto senza far capire niente:
DeRev consente di trasformare le tue migliori idee in Rivoluzioni.
L’ho formulata nel tentativo di sintetizzare tutto il casino che avevo in mente, senza immaginare le 3 importanti considerazioni che sarebbero emerse nelle settimane successive.
La prima è che DeRev non “trasforma le idee in Rivoluzioni” ma “consente” di farlo: non è una bacchetta magica che agisce in automatico, ma uno strumento a disposizione di tutti che utilizza la Rete per creare dei cambiamenti reali.
Ambisce a metterli in pratica attraverso una serie di features progettate per ciascuna categoria in base all’ obiettivo da raggiungere: tre sistemi di crowdfunding, la raccolta di firme, il confronto diretto in streaming audio/video, l’unione di competenze e l’interazione continua con sistemi di proposte e votazione. In sostanza, nulla di fantascientifico ma una serie di tecnologie già esistenti rimodellate allo scopo di essere realmente efficaci.
La seconda è che DeRev non si rivolge a tutte le idee, ma solo alle “migliori”. Progetti e intuizioni in cui ciascuno di noi crede profondamente, al punto da volerle seguire con passione e determinazione dedicandole una parte o, in alcuni casi, tutta la propria vita.
La terza è che spesso la gente attende un impulso che le spinga a fare il primo passo. Per alcuni è bastata questa frase. Nei mesi successivi, mentre in 80.000 confermavano il loro interesse richiedendo un account, migliaia di persone ci hanno contattato per raccontare i loro progetti più creativi, le idee innovative nel proprio settore di interesse, le riforme da proporre per risolvere un’esigenza o migliorare la vita dei cittadini. E hanno condiviso le loro “Rivoluzioni” con una passione e un entusiasmo tangibili anche attraverso il freddo font di un’E-Mail, oltre che con video, racconti, fotografie, disegni a matita, business plan e canzoni registrate in garage.
Così il 3 agosto, dopo quattro mesi di trattative agguerrite e cinque offerte da venture capitalist e incubatori, ho firmato il primo accordo di investimento della mia vita: un milione e 250mila euro per una quota di minoranza. Dall’ altra parte del tavolo, uno dei fondi di venture capital più grandi d’Italia e un gruppo di prestigiosi business angel, tra cui Giulio Valiante (Jobrapido, Buongiorno, Vitaminic, Saldiprivati) e Michele Casucci (Lycos Italia, Certilogo).
In tre mesi e mezzo, abbiamo usato una parte di quei soldi per arredare il nostro quartier generale sotto gli affreschi ottocenteschi di un vecchio palazzo di Napoli, assumere 5 nuovi membri del team con un contratto a tempo indeterminato, combattere quotidianamente la burocrazia italiana e lavorare alla piattaforma che stiamo ultimando in questi giorni.
Oggi DeRev parte con una prima fase di scouting che raccoglierà le migliori idee sul territorio italiano in qualsiasi ambito: arte e cultura, business e tecnologia, cause e attivismo, politica e democrazia partecipativa. Attiveremo le altre sezioni della piattaforma nei giorni successivi, man mano che saranno pronte ad ospitare i relativi progetti. Nel frattempo, un video scandisce l’inizio ufficiale della nostra Rivoluzione.
Roberto Esposito
Founder & CEO di DeRev