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Olimpiadi 11. Braccialetti e sistemi pay, il techno test Giochi

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Nel 1989 quando furono assegnati i Giochi del Centenario, e poi nel 1996 quando le Olimpiadi si svolsero ad Atlanta ci fu uno sconfinamento collettivo nel luogo comune: eravamo finiti nella città di Via col vento perché la Coca Cola aveva soffiato su tutto il Cio un incantesimo che aveva determinato lo scippo ai danni di Atene. Che invece Atene semplicemente non fosse in grado di gestire la pressione che comporta un evento come i Giochi, complicato nel caso greco dal fatto che era il primo grande evento dopo le Torri Gemelle, lo scoprimmo in ritardo, nel 2004, ma certo non si può dire che il bilancio statale sia saltato per le Olimpiadi.

Il denaro di plastica

Adesso, a due anni dai Giochi Invernali di Pyongyang che fanno tornare la fiamma olimpica in Corea solo 30 anni dopo Seul, nessuno si sogna dire che la rotta allo sport la traccia la Samsung.

Potenza del telefonino, diventato negli anni lo strumento più e meglio identitario. E infatti la presenza della Samsung a Rio è straripante ma nessuno si lamenta, avrebbe fatto notizia il contrario. Sono gli altri sponsor che devono sgomitare e alla Visa è toccato il ruolo più ingrato: per proteggere i suoi interessi ha un accordo speciale con il Cio, dunque nel Parco Olimpico e in tutti i siti ufficiali, si possono utilizzare solo carte di credito di Visa. Il denaro di plastica, come si dice di solito. Ma è una definizione ancora adatta per tutto quanto la Visa ha presentato in quell’ombelico del mondo che è Rio, con gente in arrivo da tutto il mondo e in vacanza con budget generosi e comunque collegati al concetto di vacanza esperienziale e non familiare?

I Giochi sono il laboratorio tecnologico da cui usciranno i nostri portafogli del futuro

Detto che la stessa Visa si è alleata con Samsung, secondo politica incentivata dal Cio che non obbliga ma motiva i suoi partner a fare squadra tra di loro, per il lancio di un servizio che prevede pagamenti grazie allo smartphone.

I Giochi sono il laboratorio tecnologico da cui usciranno i nostri portafogli del futuro. E siccome nello sport la nuova frontiera sono i wearables, ecco che a tutti gli atleti del team Visa, compresi i primi rifugiati che il Cio ha accettato dandogli quella bandiera che alle Olimpiadi vale come una casa, sono stati distribuiti degli anelli speciali, Nfc ring, con cui effettuare ogni pagamento. Gadget evidentemente prezioso per evitare i furti, e tanto più prezioso per chi magari esce per un allenamento e non ha né voglia né bisogno di portarsi dietro una borsa.

Nella stessa categoria di prodotti rientra lo Swatch Bellamy, che pure non è una novità in assoluto visto quanto l’azienda svizzera, proprietaria anche di Omega, che ai Giochi realizza il servizio di cronometraggio ufficiale, aveva già fatto trasformando alcuni suoi modelli in skipass.

Un evento sportivo è l’occasione migliore per un test sul campo

E’ invece una novità il Bradesco Visa Bracelet, che come dice il nome è stato realizzato con un altro partner di Rio 2016, la banca brasiliana Bradesco. Il braccialetto è la nuova forma di una carta prepagata, con alcune funzioni innovative come il controllo dei conti, la ricarica e il blocco immediato in caso di furto o di smarrimento. Attivazione semplice attraverso una app dedicata. Passeremo direttamente dai contanti a questa evoluzione del denaro di plastica che non ha mai conquistato pienamente tutti? Di sicuro un evento sportivo è l’occasione migliore per un test sul campo. Ogni impianto sportivo dei Giochi è concepito come un imbuto subliminale che porta gli spettatori davanti a bar e negozietti con il merchandising. E con la stessa filosofia non ci sono più negozi ufficiali, ma mega store dislocati nei punti strategici anche della città. Il marchio ufficiale dei Giochi che prima era riservato a prodotti selezionati viene concesso con più facilità di modo che i souvenir olimpici sostituiscono quelli classici della città che ospita l’evento.

Quasi tutti passeggiano per Ipanema e Copacabana con le infradito

Un esempio, facile: siete venuti a Rio, vi siete confrontati e magari pure arresi allo stile di vita cittadino che non conosce nessun tipo di dress code, ognuno si veste come gli pare, ma quasi tutti passeggiano per Ipanema e Copacabana con le infradito. Allora cercate un paio di Havaianas e più o meno fatalmente finite col comprare quelle con il marchio dei Giochi. Ho controllato ieri notte: un paio costa sui 16 euro. Perché sono solo un paio di comode infradito, un ricordo adatto per fare… tanta strada.

D’altra parte qualche anno fa al telefonino chiedevamo solo di funzionare per fare e ricevere chiamate e adesso invece lo indossiamo tutto il giorno. Chissà cosa sta preparando Samsung per i suoi Giochi. Intanto, come è noto, ha regalato a tutti i partecipanti una versione speciale dell’S7. Nei negozi a Rio lo propongono per 1400 dollari con uno slogan che è irresistibile perché promette esperienze a 360 gradi anche a chi si presenta per indossare l’oculus semplicemente con le havaianas.

LUCA CORSOLINI

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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