La rivoluzione dell’olivicoltura? Passa dal progetto OliviAmo

Campagna di equity crowdfunding per il progetto OliviAmo, Startup innovativa che punta a rivoluzionare il mondo dell'olivicoltura.

il progetto oliviamo in equity crodwfunding
Il progetto di OliviAmo va in equity crowdfunding

Al via la campagna di equity crowdfunding per OliviAmo, la Startup innovativa italiana che punta a rivoluzionare il mondo dell’olivicoltura. A promuoverla è l’azienda agricola OlivOne con lo scopo di rilanciare un mercato in cui l’Italia è sì leader, ma non ancora in grado di soddisfare appieno la domanda interna, permettendo l’importazione di un prodotto in realtà autoctono e che proprio nelle nostre terre acquisisce un sapore unico. L’obiettivo di questa innovativa startup è massimizzare la resa e mantenere un’ottima qualità del frutto sfruttando tecniche ad alta densità, che stravolgono le classiche metodologie di potatura, irrigazione, trattamenti e raccolta a cui siamo abituati.

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La campagna di equity crowdfunding di OliviAmo

Ad ospitare questo progetto avveniristico, che conta già una community di quasi 4000 persone che seguono l’iniziativa sin dalla nascita, CrowdFundMe, piattaforma di crowdinvesting autorizzata dalla CONSOB, tramite la quale tutti possono decidere di partecipare alla campagna di Equity Crowdfunding, nella massima trasparenza grazie ai dati messi a disposizione come Business plan, documenti societari, numero di finanziatori, capitale investito.


“La raccolta di capitali che porterà alla realizzazione del nostro progetto – sottolineano gli ideatori – ha un tetto di 2 milioni di euro.

La tecnica superintensiva permette di abbattere drasticamente i costi di produzione preservando al contempo l’eccellenza e la qualità tipica di un prodotto made in Italy. Il modello di business, ampiamente consolidato e basato su un asset concreto, fa si che il ritorno sull’investimento per i futuri soci, possa essere basato sui dividendi estremamente convenienti che la StartUp potrà distribuire (dopo 5 anni o prima se si trasforma in PMI innovativa).”

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“Non ci sono da prevedere le fluttuazioni di mercato tipiche degli investimenti finanziari e non occorre sperare nell’esplosione della Startup e alla successiva exit per ottenere dei guadagni.

Investire nel progetto OliviAmo può portare ritorni medi stimati oltre al 30% annuo, per durate di 20-25 anni”.

Il Decreto Rilancio incrementa per persone fisiche, la detrazione fiscale che passa dall’attuale 30% al 50% della somma investita in aumenti di capitale di StartUp Innovative, il che rende il momento storico ancora più ottimale per partecipare al progetto OliviAmo.

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Cosa prevede il progetto OliviAmo

Il team fondatore di OliviAmo è composto da Filippo Maria Saccucci imprenditore e amministratore della società, Pietro Brundu imprenditore agricolo, Johnny Lodo responsabile Marketing e Comunicazione e Carlo Alfano responsabile per le tematiche organizzative e tecniche informatiche. A disposizione di tutti i soci verrà sviluppata una piattaforma che permetterà di monitorare da remoto in tempo reale i campi di coltivazione e l’andamento del proprio investimento. Investire in OliviAmo significa investire in economia reale.

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Come per le colture viticole, la tecnica ad alta densità vede le piante di olivo disposte su filari resi precisi attraverso particolari forme geometriche di potatura che, creando siepi produttive, facilitano la gestione e la raccolta. A differenza dei metodi tradizionale e intensivo, nella tecnica superintensiva il processo è completamente meccanizzato.

Le grandi macchine scavallatrici sovrastano i filari raccogliendo velocemente e delicatamente il frutto, riducendo così a sole 2 ore il tempo di raccolta per ettaro di terreno. Le olive possono essere portate immediatamente in frantoio, mantenendo intatto lo stato qualitativo dell’intero raccolto.

I costi al quintale si vedono ridotti al minimo: si va dai 117€ della tecnica tradizionale, ai 58€ di quella intensiva, fino ai 19€ di quella superintensiva. La produzione sale vertiginosamente e anche in questo caso si parte dai 28 quintali di produzione per ettaro del metodo tradizionale, ai 50 dell’intensivo, fino ai 130 del superintensivo.

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