La denuncia di Ziff Davis contro OpenAI
OpenAI, l’azienda nota per lo sviluppo di modelli di intelligenza artificiale come ChatGPT, si trova nuovamente nel mirino della giustizia. Dopo le denunce già presentate da importanti testate come il New York Times, ora è Ziff Davis, una delle più grandi case editrici statunitensi, a fare causa. La denuncia, depositata presso il tribunale del Delaware, accusa OpenAI di aver violato i diritti d’autore utilizzando senza autorizzazione articoli pubblicati su oltre 45 siti web, tra cui PCMag, CNET e IGN.
Le accuse di violazione del copyright
Ziff Davis sostiene che OpenAI abbia creato copie esatte dei suoi articoli per addestrare i propri modelli di intelligenza artificiale. Secondo la denuncia, l’azienda non solo ha ignorato le richieste di blocco della scansione tramite il file robots.txt, ma ha anche trovato centinaia di articoli Ziff Davis nelle risposte generate da ChatGPT.
Questa situazione, secondo l’editore, rappresenta una violazione del Digital Millenium Copyright Act e un ingiusto arricchimento a spese dei legittimi autori.
Le richieste di Ziff Davis
In seguito a queste accuse, Ziff Davis ha richiesto al tribunale la distruzione di tutti i dati ottenuti in modo illecito, l’interruzione immediata dello scraping dei contenuti e un risarcimento danni. La questione ora è nelle mani del giudice, che dovrà decidere se e quando avviare il processo. Questa denuncia si aggiunge a un crescente numero di azioni legali contro OpenAI, che ha già affrontato simili controversie con altri editori.
La posizione di OpenAI
Un portavoce di OpenAI ha risposto alle accuse, sottolineando che i modelli dell’azienda sono progettati per migliorare la creatività umana e promuovere la scoperta scientifica.
Secondo OpenAI, i dati utilizzati per addestrare i propri modelli sono pubblicamente disponibili e rientrano nel concetto di fair use. Tuttavia, la crescente pressione legale potrebbe portare a una revisione delle pratiche di raccolta dei dati da parte dell’azienda.