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OpenAI vuole produrre i propri chip per l’intelligenza artificiale

OpenAI sta valutando l’ipotesi di produrre in modo autonomo i propri chip per l’intelligenza artificiale

OpenAI vuole produrre i suoi chip
Photo illustration showing ChatGPT and OpenAI research laboratory logo and inscription at a mobile phone smartphone screen with a blurry background. Open AI is an app using artificial intelligence technology. Italy is the first European country to ban and block the robot Chat GPT application and website. ChatGPT is an artificial-intelligence (AI) chatbot developed by OpenAI and launched in November 2022 using reinforcement learning techniques both from machine and human feedback. Tunis, Tunisia on April 02, 2023. (Photo by Yassine Mahjoub/SIPA) //MAHJOUBYASSINE_MAHJOUB0343/Credit:Yassine Mahjoub/SIPA/2304030848

OpenAI sta valutando l’ipotesi di produrre in modo autonomo i propri chip per l’intelligenza artificiale, prendendo in considerazione l’idea di acquisire un’azienda che li produce.

OpenAI vuole produrre i propri chip per l’intelligenza artificiale

Riuscire a seguire tutti i passi avanti dell’intelligenza artificiale è estremamente complicato. La novità del momento, riportata dall’agenzia Reuter, è che OpenAI starebbe valutando l’idea di fabbricare in modo autonomo i propri chip di intelligenza artificiale, progettati per eseguire operazioni legate a questa nuova tecnologia e all’apprendimento automatico, prendendo in considerazione l’idea di acquisire un’azienda che li produce. Reuters ha specificato che, al momento, la società di ChatGPT non ha ancora compiuto nessun passo in quella direzione, ma l’ipotesi è molto forte e concreta. La scarsità e il costo elevato dei chip necessari allo sviluppo delle tecnologie di intelligenza artificiale rappresentano un grande ostacolo per la società, che per ammissione di Sam Altman, amministratore delegato, ha il crescente bisogno di acquisire un numero sempre più alto di questi componenti.

L’ad si è anche lamentato pubblicamente della carenza di unità di elaborazione grafica, mercato dominato da Nvidia, che ne controlla più dell’80% a livello globale.

OpenAI: i passi avanti dell’azienda

Fin dal 2020, OpenAI ha sviluppato tecnologie di intelligenza artificiale generativa su un supercomputer costruito da Microsoft, uno dei più grandi sostenitori dell’azienda a livello finanziario. Questa macchina usa 10mila unità di elaborazione grafica di Nvidia. A costare di più alla società, però, è proprio ChatGPT. Secondo un’analisi effettuata da Bernstein Stacy Rasgon, infatti, ogni richiesta effettuata al chatbot da parte degli utenti andrebbe a costare circa 4 centesimi all’azienda. Se le ricerche dovessero aumentare fino ad ad anche solo un decimo di quelle che vengono effettuate su Google, OpenAI avrebbe bisogno di circa 48,1 miliardi di dollari di gpu e 16 miliardi di dollari di chip all’anno per mantenere operativo ChatGPT.

Iniziando a sviluppare autonomamente i chip, potrebbe entrare a far parte di un club ristretto formati da colossi della tecnologia, come Alphabet e Amazon, che hanno effettuato la stessa scelta strategica. Secondo gli esperti interpellati da Reuters, si tratta di un percorso molto lungo e in salita, che richiederebbe investimenti da centinaia di milioni di dollari l’anno, lasciando inalterata la dipendenza della società da fornitori commerciali come Nvidia e Advanced Micro Devices. Ne varrà realmente la pena?

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Scritto da Chiara Nava

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