Dopo giorni di attesa OpParis ha rilasciato il video in cui descrive come si è svolta la vicenda del presunto attacco sventato sul suolo italiano.
All’interno della descrizione video anche un lungo comunicato in cui, tramite il sito pastebin che offre servizi di fogli di testo online, i membri di OpParis, o comunque X stesso, descrivono quanto accaduto:
Il giorno 25 dicembre 2015 abbiamo ricevuto una segnalazione relativa un profilo twitter collegato ai vertici dell’Isis, dove era in corso una prima comunicazione su un possibile obbiettivo italiano già stabilito e apparentemente pronto per essere colpito.
Nel comunicato dato in anteprima a CheFuturo, gli anonimi chiariscono che “Anonymous si è subito attivato per tentare di sventare questo attacco, che comunque risultato reale o falso non può essere sottovalutato tenendo conto dei soggetti che ne stavano parlando.
Per questo motivo abbiamo inscenato una talpa all’interno dello stato islamico sfruttando lo stesso account accreditato e facendo credere che qualche fratello infedele ad Allah avrebbe comunicato agli italiani il giorno del giudizio di dio, così impedendo che questo attacco venisse attuato.”
Lottare contro l’Isis sotto la grande pressione mediatica che si crea intorno non è stato semplice per questa ondata delle operazioni Anonymous contro la Daesh. I sistemi messi in atto dai cyberattivisti per porre fine alla propaganda online dei jihadisti sono sempre stati volti all’oscuramento di account. Ma qualcuno, nell’immenso mondo eterogeneo dell’hacktivismo ha sempre sperato di poter andare oltre, arrivare al terrorista, sconfiggerlo, fermarlo. Sogno che non è solo di Anonymous, ma di tutti.
Una notizia inizialmente senza riscontri
Il boom mediatico è stato notevole.
Una bomba che è rimbalzata su televisioni e giornali, da quelli internazionali, a quelli dell’intera Italia. Un tiro che è stato poco calibrato quello di X, che probabilmente, alla sua prima operazione, non si attendeva una risposta di tale portata. Ora nel video diffuso il portavoce Anon mostra uno screen di un’unica conversazione interna a un profilo Twitter avvenuta in arabo e il cui contenuto tradotto dovrebbe essere:
“Raggiungeremo Firenze. Prima di Capodanno”.
“Susseguiti alcuni scambi di parole ci viene chiesto se volessimo accedere all’account in questione essendo stato bucato presumibilmente con brute-force e per il quale poco dopo, in conferma, ci consegnava la password “allahakbar123”.
Utilizzando l’username del profilo e la password in questione abbiamo iniziato una operazione di scandaglio sbirciando le comunicazioni private, abbiamo impostato la lingua italiana per l’interfaccia di Twitter e poco dopo alcuni minuti si procedeva ad una traduzione massiccia del contenuto.
Ci siamo imbattuti in una conversazione privata senza apparente risposta avvenuta con un altro esponente ISIS, “colpiremo Firenze entro capodanno”, continua il comunicato di OpParis.
E ancora “ Le forze dell’ordine non sono state allertate immediatamente, avrebbero ricevuto un comunicato pari al presente con tutti i relativi dettagli. Si sospettava che gli stessi potessero farsi prendere dal panico coprendo una zona maggiore, come il target in questione, rispetto che ad un’altra essendo tutt’ora in attesa di una conferma che l’obbiettivo fosse stato annullato, poiché si temeva un rinvio a data da destinarsi. Gli jihadisti organizzano i loro attacchi giusto poche settimane prima.”
Per poi finire col puntare il dito verso le forze dell’ordine stesse che, secondo X, non devono “giocare con le vite delle persone permettendo l’accesso sul suolo italiano ai suddetti terroristi con la scusante dell’arresto preventivo perché morto un esponente dell’ISIS se ne presenta subito un altro, proprio come accade per gli accounts social sospesi e poi ricreati a decine ovunque. Tali animali vanno fermati sul nascere tagliando direttamente loro le gambe fin dalle prime comunicazioni costringendoli piuttosto a riunirsi nel loro paese anziché permettere loro di permanere negli Stati del mondo con il rischio di esplodere in qualsiasi momento”.
Il classico comunicato Anonymous, con finale frecciata alle forze di polizia.
Si conclude così la misteriosa e burrascosa storia . Ora ad indagare oltre saranno gli investigatori, come da tempo fanno sulle vicende legate all’Isis.