Others, città altre in metamorfosi

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Ricordate il film “Others” di Amenabar, con una splendida e algida Nicole Kidman? Due bambini che non possono esporsi alla luce del sole, a causa di una grave malattia, una madre fredda, fragile e misurata, in attesa del marito morto in guerra e della servitù, in una grande casa vittoriana sull’isola di Jersey. Chi sono gli “intrusi”, quale il confine tra reale e immaginario, quanti mondi si sfiorano in uno stesso istante?

E, verosimilmente, si è ispirato al tema del film, Renato Quaglia, per il progetto “Others”: altre sfumature nel caleidoscopio dell’arte contemporanea, altre filosofie nel metodo, nella messa in scena espositiva, città dentro altre città, immaginate e concrete, i vivi e i fantasmi di Amenabar che abitano nella stessa casa, dove accadono strani eventi e si sovrappone alla realtà, la frammentazione mentale e visiva.

Da Marrakech, a Istanbul, da Atene a Palermo e Catania; diluito nello spazio e nel tempo in un continuum – il progetto andrà avanti con “Le città del Mediterraneo”, tra il 2010 e il 2012, promuovendo ancora scambi culturali e reciproca conoscenza – da Palazzo Riso, a Palazzo Valle, dalla Fondazione Brodbeck, alla Galleria d’Arte Moderna, un medley tra video, film, tele, sculture, architetture sceniche di ventisei artisti scelti da Abdellah Karroum, curatore della III Biennale Internazionale d’Arte di Marrakech.

Non solo, nell’ambito degli eventi, una trasmissione radiofonica a Palermo ha collaborato con R22, storica emittente del Marocco, insieme per “raccontare” la città, mentre, nelle sale di Palazzo Riso si è tenuto un concerto di Hassan Khan, intitolato “The Big One” e nel cortile di Palazzo Valle, a Catania, si è svolta una coreografia dell’artista turca Nevin Aladag, coinvolgendo dodici donne siciliane tra i venti e i settant’anni.

A Palermo, è ancora visibile un’esposizione di video, pitture, sculture e film, tratta da “A proposal for articulating works and places”, III Biennale Internazionale d’Arte di Marrakech. A Catania, di scena le opere della I e II Biennale d’Atene, “Away and Boil your Head” e della XI Biennale Internazionale d’Istanbul, “What happens to the hole when the cheese is gone!”, quest’ultima particolarmente avvincente, sulle implicazioni della crisi economica globale.

Gli artisti interessati hanno lavorato tutti assieme nelle disparità e nella compartecipazione: tra gli altri, Mohamed El Baz (Casablanca), Nazim Hikmet, Richard Dikbas (Istanbul), Vassilis Patmios Karouk (Atene). Dalla Sicilia, invece, Sebastiano Mortellaro espone a Rabat, Domenico Mangano ad Atene e Barbara Gurrieri/Group a Istanbul, giovani artisti che fanno parte del programma SACS/ Sportello per l’Arte Contemporanea in Sicilia.

Scambi d’arte e conoscenze tra diverse istituzioni culturali delle aree mediterranee, possono arricchire il patrimonio di ciascuna e incrementare una fonte comune di risorse economiche, sviluppo, internazionalizzazione. Un nuovo concetto di museo si fa strada, valorizzare sì gli spazi ma anche il territorio su cui si vive e si opera.

Per la prima volta in Italia approdano opere, video, progetti architettonici del Mediterraneo, di cui la Sicilia aspira a diventare centro d’incontro e smistamento. “Others” raccoglie la frammentazione di città e artisti altri, ma aspira anche a difenderli, promuoverli, creare una rete di relazioni, affermando il protagonismo culturale e l’autonomia espressiva di un Sud in movimento.

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Scritto da luxu

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