in

Per diventare artisti servono una app e la voglia di sporcarsi le mani

innovaizone

“Her Choices Ride Shotgun” di Matthew Seydel Connors

“Urbanlingo – stupid bus is late again” di Benjamin Rabe

La Mercedes dipinta in fingerpainting da Matthew Watkins

Il workshop artistico per bambini tenuto da Benjamin Rabe insieme a Jonathan Grauel

Come artista mi sento un bambino di tre anni” esordisce così Benjamin Rabe, che ho incontrato a MLove, l’evento più innovativo al mondo sul futuro dei device mobili e su come stanno cambiando le nostre vite. E non può che essere così, perché prima di 3 anni fa non esistevano nemmeno le app per artisti su iPhone e iPad. (Se volete mettervi subito all’opera date un’occhiata ai link in fondo all’articolo).

Lo spirito da bambino alla (ri)scoperta del suo mondo e del suo artista interiore brilla negli occhi di Benjamin mentre, con flemma compassata snocciola nomi di mobile artist e di App per creare.

Insieme proviamo a ridefinire i paradigmi dell’artista ai tempi dello smartphone. La mobile art è molto più “fisica” di come ce la immaginiamo e, seppur digitale, il colore lo si spalma con le dita. Come bambini di tre anni, appunto.

Marco: Benjamin, raccontami un po’ di te, cosa fai e come ti sei avvicinato alla mobile art.

Benjamin: Ho 42 anni, vivo ad Amburgo e nella vita facevo un po’ il web designer, un po’ il front end developer. E dipingo da sempre. Solo pochi anni fa però ho scoperto le possibilità che l’iPhone dava agli artisti.

M: E quali sono queste opportunità? In cosa è diverso dal dipingere?

B: Si tratta sempre di dipingere e cioè “applicare il colore su un’area bianca con le proprie mani”.

Grazie agli smartphone, però, posso uscire dai confini del mio studio, creare pubblicamente e avere feedback. Per un artista è molto importante il confronto diretto con il pubblico e grazie a iPhone e iPad oggi è possibile come non mai.

M: In cosa si caratterizza la mobile Art?

B: Direi in tre cose: Mobilità-istantaneità, apertura e collaboratività. Il passaggio dal momento dell’ispirazione alla realizzazione è ora brevissimo: ho sempre con me il mio “pennello” e che mi trovi in metropolitana, in mezzo ai monti o a casa basta che infili la mano in tasca e posso dar vita a un momento di ispirazione. E posso condividerlo subito.

Posso passare dall’ispirazione alla realizzazione al feedback del pubblico nel giro di pochi minuti. E decidere se quella che sto intraprendendo è una strada interessante.

Infine, grazie al fatto che sono sempre collegato, posso esplorare forme di arte collaborativa in modo molto più facile. Non solo posso collaborare con altri artisti a distanza sulla stessa opera, ma possiamo farlo contemporaneamente. È molto stimolante lavorare a 4, 6 mani su un’opera e seguire il segno dell’altro e completarlo, o distruggerlo, con il tuo.

M: Andiamo verso l’opera d’arte interattiva?

B: Lo è già. A differenza di un quadro con un file di Brushes (una delle app che Benjamin usa NdR) posso assistere a tutte le fasi di produzione dell’opera e riprodurla, ricrearla, riproiettarla (qui il video). Abbiamo anche fatto una esibizione dove a venire appesi erano gli iPad, invece dei quadri. È anche un ottimo strumento educativo per i bambini, che adorano gli iPad.

M: Però così si può anche modificare, come proteggi i tuoi originali?

B: Il concetto di originale cambia con il digitale. E non sempre l’originale è nell’interesse dell’artista. L’originale spesso è servito più ai galleristi e ai midldlemen, che ci hanno “imprigionato” dentro il valore togliendolo all’artista. Per me è importante essere riconoscibile e avere un confronto con il pubblico. E probabilmente è anche un modo migliore di generare valore.

M: Parliamo di questo, di valore. Esiste un AppStore delle Arti? Un marketplace digitale? C’è un progetto giapponese chiamato Framed, lo conosci?

B: Non non lo conoscevo, ma sembra molto interessante. Le possibilità sono molte, e per gli artisti è importantissimo riuscire a disintermediarsi e avere indipendenza. La mobile o digital art non è solo un modo per avere più contatto con il pubblico e fare più sperimentazione, ma anche per ridefinrie le regole e il mercato.

3 mobile artist da tenere d’occhio secondo Benjamin Rabe:

Fabric Lenny – (UK) Assiduo esploratore del collaborative painting e uno dei primi a lavorare con i bambini, oggi si mantiene con la sua mobile art.Matthew Watkins – di origini anglo-canadesi vive a Bari e ha dipinto con la tecnica del fingerpaintng una Mercedes SLK (da vedere il video).Matthew Seydel Connors – di base a New York, il primo lavoro che vedete nella gallery di questo articolo è una delle sue opere.

3 app per mobile artist consigliate da Benjamin Rabe:

Brushes – ”La prima e più popolare”Sketchbook – ”Ottimo set di pennelli, molto puliti”Procreate – ”Molto veloce e reattiva”

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

What do you think?

Scritto da chef

innovaizone

Olimpiadi 14. Salto nel futuro, Corea 2018 (tra 5G e ologrammi)

ambiente

La casa Med in Italy si mette a correre per le olimpiadi