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Perché a Babbo Natale servirebbero i Big Data

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Tornando ai giorni in cui non c’erano banche dati, né linee di produzione automatizzata o il Gps, uno uomo solo aveva uno dei migliori, se non “il” migliore sistema al mondo per la produzione e la distribuzione di prodotti. Da qualche parte al Polo Nord Babbo Natale era in grado di fare regali a milioni di bambini in tutto il mondo. E tutto mi una notte. Ovviamente avendo una fabbrica di elfi molto probabilmente pompati da caffeina e efedrina e chissà che altro.

Babbo Natale bazzica in giro da un bel po’ di tempo. Così come la sua cintura in cuoio da un metro e mezzo per fare al meglio il suo mestiere. Ma la popolazione mondiale sta crescendo come il suo pancione e sta diventando sempre più difficile per lui fare i regali ai più buoni.

Considerate questo. Nel 1800 sulla terra c’erano un miliardo di persone. Nel 2011 abbiamo raggiunto i 5 miliardi. Oggi siamo a sette e pensate quanto possa essere complicato fare tutti quei regali in una sola notte (compresi i cambi di fuso orario e il numero di Redbull da consumare per dardi forza lungo la strada).

Fortunatamente per i bambini di tutto il mondo, Babbo Natale è esperto negli affari e ha tenuto il passo con le nuove tecnologie.

E così si è accorto che se vuole mantenere il suo record imbattuto di portare i regali sempre in tempo, era il momento di aggiornare il suo sistema, di renderlo più veloce e efficiente, più capace di stare dietro alla crescita della popolazione mondiale.

(Senza parlare delle leggi sul lavoro degli elfi e dei sindacati che stanno rendendo difficile a Babbo Natale spremere tutto il lavoro possibile dai suoi piccoli amici). Non si tratta di munirsi di droni e fare fare a loro il giro del mondo. Perché se volete bene un lavoro dovete farlo da soli.

Così Babbo Natale e il suo team a contratto di elfi ha avuto modo di lavorare a un nuovo sistema.

Prima di tutto la produzione dei giocattoli. Quando si tratta di giocattoli, i bambini sono molto volubili. Le aziende di giocattoli hanno interi gruppi di ricerca che analizzano i trend e i dati per essere assolutamente certi di non creare paccottiglia invendibile. La squadra di business intelligence di Babbo Natale raccoglie i dati di tutte le strutture in un elenco che continua a crescere.

Le sue fonti sono i tweet, i dati acquistati dalle società di ricerca, dagli aggiornamenti di stato su Facebook, ma anche richieste scritte a mano, digitalizzate e organizzate in file pdf, email e messaggi di testo.

A questo punto incrocia i dati delle richieste con le sue liste dei buoni e dei cattivi, di cui ha creato un semplice foglio di calcolo excel. Il sistema automaticamente cancella le richieste fatte dai bambini cattivi, designandoli immediatamente come destinatari di sacche di carbone. Nemmeno un giocattolo deve essere costruito per sbaglio.

Una volta che i giocattoli sono stati costruiti, un software analizza, ordina e destina i giocattoli ai centri di distribuzione che Babbo Natale ha creato lungo la sua strada. La sua organizzazione è capillare. Il sistema gestisce un inventario accurato e le tracce degli spostamenti dei giocatoli in ogni centro posto, automatizzando il trasferimento dei prodotti e prevedendone la mancanza. Il sistema organizza anche le consegne bambino per bambino. In maniera tale che, quando vengono caricati sulla slitta, i doni sono ordinati per indirizzo, evitando così che Babbo Natale perda tempo a cercare quello giusto (anche perché dovrebbe pure tenere gli occhi sulla strada, cioè, sul cielo). Insomma in questa notte l’efficenza la fa da padrona.

Sul suo tablet controlla la strada che deve percorrere. Ma non è sufficiente un normale Gps, perché ha bisogno anche di sapere in quali case fermarsi e se quelle case hanno o meno un camino. In questo caso un software suggerisce anche delle alternative, come per esempio la porticina del cane o dei tubi di areazione, ottenute dal database del catasto.

Ovviamente non possiamo non parlare del suo sistema di trasporti. Prima della grande notte, le renne dovranno prepararsi per settimane, forse anche mesi, per assicurarsi di essere fisicamente pronte al grande viaggio. Oltre a resistenza e allenamento, avranno bisogno di fare dei test per assicurarsi che durante il volo tutto fili liscio, senza infortuni né intoppi.

Tutti i dati sul loro stato di salute devono essere raccolti e analizzati da uno scienziato esperto di Big Data (la professione che nei prossimi anni creerà circa 4,4 milioni di posti di lavoro) che aiuterà Babbo Natale quale renna dovrà trainare la slitta. Devono essere forti perché Babbo Natale non è un peso piuma. Una volta in volo le renne sono monitorate per essere sicuri che non ci sia alcuna anomalia nei loro centri vitali. E Babbo Natale saprà con anticipo quando avranno bisogno di cibo, di acqua o barrette energetiche.

Parlando di monitoraggio del volo, chi ha costruito la slitta di Babbo Natale si è ispirato all’uso dei big data di giganti come Nascar e Ups. Hanno crivellato la slitta con sensori in modo da avere sotto controllo ogni minimo malfunzionamento o di una perdita, informazioni che Babbo Natale visualizzerà sul suo tablet, così come il centro di distribuzione più vicino per eventuali pezzi di ricambio.

Bene, ma come ha fatto Babbo Natale a costruire un sistema che comprenda tutti questi dati diversi e integrarli in modo che tutto funzioni nel migliore modo possibile? Oltre a conoscere chi è buono o chi è cattivo, che è il suo lavoro, Babbo Natale è un professionista e sa anche che il picco della sua stagione lavorativa è solo di pochi giorni ma anche che in quei pochi giorni i ritmi di lavoro sono folli.

Questo richiede un sistema agile e veloce, in grado di gestire l’elevato utilizzo di risorse durante il picco. Ma poiché sarà così solo un paio di giorni, l’elasticità e i metodi di pagamento del cloud computing risultano i più appropriati rispetto alle scartoffie del passato.

Dal momento che la la squadra di business intelligence del polo nord usa vari database come Postgre, Redshift, SAP Hana and MongoDB, è stato deciso che Hadoop fosse il più adatto a gestire le varie fonti e la velocità a cui i vari dati entrano nel sistema. Combinate questo con i monitoraggi costanti nel cloud, capirete il motivo per cui si è utilizzato un Saas per fare il ETL e la gestione del cluster. I ragazzi della squadra di BI si sono spinti fino al punto di incrociare le richieste con il foglio exel dei buoni e dei cattivi in modo che quando un bambino cattivo fa una richiesta di un giocattolo, per lui viene automaticamente ordinato un pezzo di carbone.

Per l’inventario, il magazzino e la logistica, Babbo Natale avrebbe potuto mettere su un classico sistema Cots di ingegneria gestionale, ma invece ha scelto di farsene uno su misura per avere la certezza che possa integrarsi bene con gli altri sistemi. Riesce ordinare la quantità di carbone per i bambini cattivi e inserisce i pacchetti tra le altre consegne, il che facilita molto la vita a Babbo Natale. Un altro vantaggio è che i ragazzi che lo hanno costruito saranno sul posto per gestire ogni tipo di problema nel giorno della consegna perché, diciamocelo, affideresti mai ad altri il compito di dare supporto ai clienti nel giorno più complicato dell’anno?

La mappa del percorso è una semplice Google Map, integrata con un sistema che gestisce ordini e consegne.

E, infine, per essere sicuri che le renne siano sane e forti per volare, Babbo Natale e i suoi piccoli aiutanti hanno progettato un braccialetto per monitorare e mandare tutti i segnali alla torre di controllo in Lapponia. Nel malaugurato caso una delle rette abbia un crampo e comincia a perdere colpi, i braccialetti percepiscono l’intoppo e indirizzano la slitta verso il più vicino punto di sostituzione renne (che di solito è lo stesso punto dei centri di distribuzione) e la slitta avrà una nuova renna. Mentre le renne in difficoltà saranno curate con banane e vitamina B.

Ma non dite ai bambini tutto questo, sono suscettibili e di certo non vorranno sapere che Babbo Natale non è una persona reale, ma solo un grande nerd con un sistema con un sistema di Hadoop di analisi dei dati.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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