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Perché alle startup per crescere serve un programma di accelerazione

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E’ in pieno corso la call di Working Capital: da questa verranno individuate quaranta startup che parteciperanno al programma di accelerazione 2014 nei co-working di Milano, Bologna, Roma e Catania.

Le startup selezionate inizieranno a Luglio un programma operativo di lavoro che si completerà a fine Ottobre, con in tasca un assegno da 25.000 euro e l’accesso ai diversi benefit di Working Capital: albo fornitori, fondo seed, accesso alla rete di partner e investitori del programma.

Nelle scorse settimane, ho partecipato ad un dibattito su Facebook, in cui il punto era questo: “si, bello WCAP, ma cosa ci si può fare con 25.000? Come si può pensare di far partire una startup significativa con meno dello stipendio di una persona?”

Vero.

In effetti non è con 25.000 euro che si può fare una azienda ed in effetti, non è questo lo scopo del programma.

Come dice giustamente Steve Blank, bisogna innanzitutto partire da una considerazione di base. Abbiamo sbagliato per anni, nel pensare che una startup fosse la versione mignon di una grande azienda. Per una semplice ragione: l’azienda è un’organizzazione che conosce il proprio modello di business ed esegue un piano sulla base di questa consapevolezza. Una startup invece è un’organizzazione temporanea che è alla ricerca di un modello di business, ripetibile e scalabile. E – aggiungo io – in quel caso diventa anche un interessante oggetto di investimento finanziario.

Lo scopo del programma di accelerazione è di affiancare i fondatori nell’individuare, analizzare e validare le ipotesi fondamentali che reggono il business della propria startup.

Lo scopo è appunto individuare il proprio modello di business, o raggiungere un notevole grado di consapevolezza, oltre a preparare della documentazione adeguata. Non è poco in soli 3 mesi.

Lo scopo e di arrivare alla fine ad essere ‘investor ready’ e personalmente in dpixel valutiamo la nostra performance sul parametro di quante startup che avremo accelerato troveranno effettivamente il primo round di funding per partire.

Il cuore di Working Capital è questo, il programma è gratuito, certo non sono i 25mila euro, che cambiano la vita, ma sono utili e spesso necessari per poter dedicare interamente un team di 2-3 fondatori a dedicarsi totalmente al proprio progetto di impresa.

Le 40 startup che saranno ammesse avranno poi accesso ad un set di strumenti ed opportunità di WCAP:

  1. l’accesso all’albo fornitori, per avviare attività commerciali con il gruppo Telecom Italia, albo WCAP dotato di un suo budget di innovazione per finanziare i progetti;
  2. una dotazione seed di 4,5m di euro in cash, per finanziare o co-finanziare il primo round, gestita dalla new entry nel team WCAP: Luca Casaburra, aka ‘Seedman’;
  3. la possibilità di effettuare campagne di reward, donation ed equity crowdfunding sulla piattaforma di WCAP;
  4. il lusso di vivere tre mesi in un ambiente stimolante, insieme a compagni di viaggio che stanno facendo lo stesso percorso, nei 4 spazi di co-working;
  5. l’accesso alla rete di partner, stakeholder ed investitori (anche esteri) collegati al programma;
  6. una piattaforma di visibilità e di accesso al mercato che culminerà nel demo day a Novembre.

Airbnb, Dropbox e molte altre aziende di successo nel campo digitale negli ultimi dieci anni sono nate così. Francamente non vedo perché non dovrebbe poter succedere anche in Italia.

Intanto sarei già ben soddisfatto se raggiungeremo l’obiettivo di finanziare e far partire la maggior parte dei 40 progetti che saranno accelerati quest’anno. So che molti di voi stanno raffinando la presentazione: chiudete le slide e ricordate il detto della Silicon Valley: “eat when the food is passed”. La scadenza per partecipare alla call è il 9 Maggio.

MIlano 17 aprile 2014Gianluca Dettori

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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