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Perché ho fatto Klash, l’app per le sfide pazze tra amici

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Pochi giorni fa, proprio qui su CheFuturo!, ha raccontato la sua esperienza di giovane founder italiano a Berlino. Questa la sua frase più importante: “(A Berlino) La gioventù è vista seriamente, come potenziale d’innovazione. “Ora, Alessandro Petrucciani, 25 anni, annuncia che la sua Klash rilancia una nuova versione, in occasione del primo, importante, round di finanziamento.

– Allora Alessandro, prima domanda di rito: cos’è Klash e perché vale la pena farne uso?

Klash è tutto ciò che avrei desiderato durante gli anni del Liceo prima, dell’Univeristà poi. Si tratta di un’applicazione mobile per sfide tra amici. La nostra idea è quella di una piattaforma social per scommesse tra amici che spinge alla creazione di contenuti, quali foto, GIF animate,e, in futuro, anche video.

Ci siamo resi conto che c’era un’opportunità in questo senso: anche se l’idea è semplice,l nessuno prima di noi è riuscito a creare un piattaforma di questo tipo.

Ci siamo concentrati molto sul design e sulla facilità a sfidare un amico; spesso queste azioni vengono fatte “on the go” e quindi il tutto deve essere molto rapido ed intuitivo.

Perche usare Klash? Quante volte hai fatto una pazzia, o hai sfidato un amico e, poi, a scommessa avvenuta, hai realizzato di non aver catturato il momento della sfida? Oppure, quante storie di sfide incredibili ti vengono raccontate dai tuoi amici e vorresti vedere solo una foto di quanto è successo? Beh, Klash è la risposta a tutte le volte che “avresti voluto essere lì” e a tutte le volte che i tuoi amici ti hanno detto “non ci credo finché non vedo una foto”.

– Chi sono i vostri nuovi investitori e come impiegherete i soldi?

I finanziatori sono due gruppi privati, che io chiamo Super Angel, Venista Ventures e EierFabrik, di base a Colonia e Berlino. Ora il nostro focus è interamente sul prodotto e sulla nostra community. Stiamo assumendo programmatori PHP per completare il team e velocizzare lo sviluppo. In Europa è difficile attrarre early adopters e mantenerli attivi e anche per questo nei prossimi mesi punteremo forte sul mercato americano.

Saremo in Silicon Valley per un periodo e cercheremo di mettere a punto campagne di marketing, soprattutto guerrilla marketing, in scuole e campus universitari.

L’importante è divertirsi e far divertire, due scopi molto più nobili di quanto si creda.

– L’ultima volta che mi hai raccontato qualcosa di Berlino mi dicevi di averne “viste di belle e di brutte”.

Vuoi raccontarci brevemente com’è andata nell’ultimo anno?

Averne viste di belle e di brutte è sempre soggettivo, perché nel mondo imprenditoriale se ne sentono di tutti i colori. Nel mio piccolo, però, penso di aver passato un anno intenso.

Trovare il team non è stato facile, ma ora è davvero il nostro punto di forza. Costruire un’app da una semplice idea è stata una vera sfida. Per me era la prima volta e, ad esser sincero, dobbiamo tanto ad Emiliano, nostro CTO, che ha portato tanta esperienza nell’esecuzione del prodotto. Ed infine il fundraising, passaggio più complesso e delicato di tutti. Perché anche se sono in tanti che credono nel tuo team e nella tua idea, beh, tra il dire e il fare c’è sempre un abisso. Abbiamo commesso tanti errori, abbiamo avuto anche degli stop imprevisti, ma ora abbiamo trovato il partner giusto che crede veramente nella nostra vision e nelle nostre capacità di portarla a compimento. Abbiamo soldi, team, prodotto e del tempo a disposizione. Non ci resta che portare a casa i risultati.

– A Klash non sei da solo: siete un bel Team internazionale e, se non mi sbaglio, vi siete conosciuti tutti qua a Berlino, andando in giro per eventi. Me lo confermi?

Siamo in sei: un italiano, un italo-argentino, un turco, un austriaco, un tedesco e uno svedese. In principio eravamo tre amici partiti da Barcellona subito dopo l’università (Alex, Baris ed io). Arrivati a Berlino abbiamo girato come trottole per completare il team, abbiamo speso diversi mesi per conoscere e convincere Emiliano e Roland ad unirsi a noi in questa pazza avventura (il convincere Emiliano in realtà è stato il tempo di un caffè). Ultimamente si è unito a noi anche August. In questo anno abbiamo lavorato come matti, gomito a gomito. Ora abbiamo un buon mix di esperienza, creatività, business, sviluppo. E non ci mancano neanche un po’ di sana ingenuità e, soprattutto, tanta voglia di arrivare in fondo, no matter what.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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