Perché ho tradotto Prato in cinese su OpenStreetMap

innovaizone

M’appare Prato è un progetto che ha tra i suoi obiettivi quello di fare di Openstreetmap il contenitore in cui riversare il “sapere collettivo georiferito” di chi Prato la vive così che quel sapere sia riutilizzabile da tutti. All’interno del progetto M’appare Prato, ho sviluppato anche l’iniziativa M’appare Prato (in cinese) per generare Open Data e inserirli in Openstreetmap e tradurre in cinese alcuni luoghi della città di Prato.

In questa operazione ho cercato la collaborazione con le realtà che già operavano per l’inclusione (tra queste un progetto dentro l’università Progetto Prato e l’associazione Meltin-PO) per sensibilizzare al tema e per raccogliere nomi di alcuni punti di interesse di Prato tradotti in lingua cinese. A gennaio 2015 ho preso contatti con la comunità cinese per spiegare cosa sia Openstreetmap e come si può usarlo.

A oggi abbiamo circa una quarantina di punti di interesse (tra scuole, uffici, attività commerciali) già mappati in lingua cinese su Openstreetmap. Il progetto chiama a raccolta chiunque voglia collaborare ed abbia conoscenza sul tema in modo che Openstreetmap diventi una piattaforma cittadina che raccolga nel suo database informazioni sulla città di Prato tradotta non solo in cinese, ma in qualunque lingua si voglia tradurla.

PERCHE’

Già, ma a cosa serve tradurre una città con gli Open Data? Culture diverse e lingue diverse generano valore per la città. Ma non è filosofia, è una questione di pura matematica: più culture, più informazioni legate al paese di provenienza, più lingue parlate e scritte e quindi più dati che possono essere usati per generare valore cittadino.

Se questi dati si riesce ad aggregarli e renderli accessibili a tutti, il territorio diventa inevitabilmente più ricco. Non si tratta di un’operazione effettuata per creare servizi inclusivi per le diverse culture che abitano quella città (che comunque è già cosa importante) ma di utilizzare il sapere collettivo di chi abita già quella città per “tradurre la città stessa” e renderla più inclusiva.

Tradurre la vostra città è un modo per creare presupposti per renderla più attraente

Una delle possibili applicazioni? Mappe tradotte per il turismo, non solo digitali ma anche stampate su carta. E si può fare liberamente perché Openstreetmap concede il riuso dei suoi dati.

Esempi analoghi si possono fare per applicazioni mobile o siti internet per turisti e migranti.

Consideriamo anche che mappe come Openstreetmap sono visibili ed usabili ovunque anche dove Google Maps non è accessibile.

E ancora: mappe in doppia lingua (italiano-cinese, ma anche italiano-inglese ad esempio) possono essere utilizzate dagli italiani stessi per gestire meglio il territorio nel momento in cui dialogano con persone provenienti da altri paesi.

COME FARE

Ma come potete tradurre la vostra città in lingua? Riporto brevemente la procedura, ma consiglio a tutti di leggersi questo wiki ufficiale di Openstreetmap e questo post sul progetto di Prato.

  • Se non siete ancora utenti, iscrivetevi a Openstreetmap
  • Individuate il punto di interesse o l’edificio che vi interessa tradurre in lingua. Se non esiste sulla mappa aggiungetelo direttamente inserendo nel tag name il suo nome nella sua prima in lingua.
  • Aggiungete il nome del posto con il tag opportuno per la lingua in cui volete tradurre il luogo mappato. I tag per le lingue sono quelli elencati nel wiki ufficiale Openstreetmap (ad esempio per il cinese tradizionale si usa name:zh).
  • Salvate le modifiche.
  • A questo punto i dati sono stati inseriti ed avete generato opendata relativi alla traduzione della vostra città! Chiunuqe potrà riusarli.
  • Come? Tutti i dati di Openstreetmap mappati in una certa lingua possono essere visualizzati con tool di interrogazione Openstreetmap come OverpassTurbo. Con questo link ad esempio visualizzate i luoghi mappati in cinese di Prato ad oggi. Scaricando il file dei dati in formato geoJson potete creare una mappa con le indicazioni che avete tradotto e che sono inserite all’interno di Openstreetmap.
  • Nell’immagine un esempio di mappa generabile in doppia lingua a partire dai dati Openstreetmap realizzata importando un file geoJson dentro la piattaforma Mapbox.
  • Ora tocca a voi, che aspettate?

MATTEO TEMPESTINI

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

What do you think?

Scritto da chef

innovaizone

La scuola non può stare ferma, per reagire deve contaminarsi ;PIERSOFT

lifestyle

Quel treno per il Nobel che portò Fermi a Stoccolma (e lon