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Perché i media “senza fissa dimora” potrebbero diventare una tendenza?

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Dall’avvento di Internet, gli editori hanno cercato di sfruttare i canali di distribuzione — come le reti dei social media — per indirizzare il traffico verso i propri siti Web. Ora, però, i contenuti possono essere ospitati e monetizzati su queste piattaforme di terzi attraverso canali quali Instant Articles di Facebook o Discover di Snapchat. Stiamo quindi assistendo alla nascita di una nuova ondata di società di comunicazione multimediale “senza fissa dimora”, che non necessitano di una home page, e il cui unico scopo è quello di pubblicare contenuti su più canali contemporaneamente.

L’evoluzione della distribuzione dei media digitali

Finora, le società di comunicazione multimediale digitale hanno generato profitti in ​​primo luogo attraverso la pubblicità visualizzata sui propri siti Web. La quantità di denaro guadagnato corrisponde, almeno indirettamente, alla dimensione dei visitatori delle loro pagine – così, gli editori si rivolgono a piattaforme esterne per costruire i propri marchi.

L’Huffington Post e Drudge Report si sono serviti di strumenti di ottimizzazione dei motori di ricerca per crescere, mentre BuzzFeed, Vice e Vox sono i principali esempi di siti che utilizzano canali di social media per creare contenuti “virali”.

In effetti, il fondatore e CEO di BuzzFeed Jonah Peretti ha dichiarato che la sua società è stata “una rete multipiattaforma globale per le notizie e l’intrattenimento.” Secondo la società di analisi dei social NewsWhip, nel solo mese di ottobre BuzzFeed ha guadagnato più di 35 milioni di “Mi piace”, condivisioni e commenti su Facebook.

Dall’acquisizione del traffico alla pubblicazione simultanea su più canali

L’obiettivo di acquisire traffico attraverso ricerca e social sta tuttavia avviandosi all’epilogo, almeno secondo alcuni.

Alcuni editori puntano a distribuire i loro contenuti attraverso vari canali, che non siano la propria home page o il sito Web di loro proprietà.

Piuttosto, si basano esclusivamente sulla distribuzione e la monetizzazione della loro presenza sulle piattaforme di terzi, quali Facebook e altri social. Fra gli utilizzatori di questo metodo, un esempio calzante viene offerto da NowThis, che ha costruito un riuscito modello di business dei contenuti, pur avendo un proprio sito Web che attualmente recita: “Homepage. Anche la parola suona ormai obsoleta. Oggi la notizia vive dove tu vivi. ”

Perché i mediasenza fissa dimorapotrebbero diventare una tendenza?

  1. Il consumo di dispositivi mobili e app è in aumento.

Foto per gentile concessione di The Associated Press

Secondo comScore, nel mese di giugno i cellulari hanno fatto registrare un consumo di media digitali negli Stati Uniti di due minuti su tre. Nel 2014, le applicazioni mobili hanno superato i desktop come principale piattaforma di utilizzo dei supporti digitali.

Inoltre, sempre secondo comScore, nel mese di giugno il tempo totale trascorso sui media digitali tramite applicazioni mobili ha raggiunto quasi i 779 miliardi di minuti, contro i quasi 551 miliardi su desktop. eMarketer evidenzia che gli utenti negli Stati Uniti hanno trascorso 170 miliardi di minuti sull’app mobile di Facebook. Sta diventando chiaro, se non lo è già diventato, dov’è che la platea passa il tempo: — i social network.

  1. I terzi stano creando piattaforme che consentano agli editori di distribuire e monetizzare facilmente i contenuti.

CNN sul canale Discover di Snapchat. Foto per gentile concessione della CNN

I canali Instant Articles di Facebook e Discover di Snapchat permettono alle partnership di editori di raggiungere direttamente platee sempre più ampie attraverso contenuti nativi. Ad esempio, il Washington Post ha recentemente annunciato che avrebbe inviato il cento per cento delle sue storie a Facebook così che tutti i contenuti potranno essere immediatamente accessibili agli utenti del social network, senza tempi di caricamento e senza paywall da esaminare. CNN ha un team dedicato composto da un progettista e due redattori specificamente focalizzato sulla creazione di contenuti per Snapchat.

Inoltre, Google ha recentemente annunciato la nascita del suo programma di Accelerated Mobile Pages (AMP), nato per aiutare gli editori a creare contenuti per dispositivi mobili ottimizzati e caricarli istantaneamente ovunque. Twitter ha l’opportunità di lavorare con dei partner alla sua funzionalità Moments , che presenta una sezione curata di tweet riguardanti lo stesso argomento.

Le società di comunicazione multimediale possono trarre vantaggio dalla collaborazione con queste aziende tecnologiche per creare contenuti specifici per le piattaforme per i canali di distribuzione con le platee più vaste, creando potenzialmente più engagement e maggiori opportunità di guadagno.

Che cosa significa questo per te?

Se sei un giornalista o dirigi una società di comunicazione multimediale tradizionale…

Foto per gentile concessione di The Associated Press

L’aumento dei mezzi di comunicazione “senza fissa dimora” suggerisce che siamo praticamente a un punto critico e che le società di comunicazione multimediale avranno bisogno di capire in che modo affrontare tale criticità tanto dal punto di vista commerciale quanto da quello editoriale. Quanti (e quali) contenuti dovranno essere inviati a questi canali? Qual è il potenziale di guadagno in entrambi i casi?

  • Anche se puoi già contare su una nutrita schiera di seguaci, l’impegno resta la chiave di volta. Dovrai sviluppare verticali di contenuti e programmazione univoca in grado di attrarre nuove platee.
  • Acquisire o creare delle partnership con pubblicazioni di nicchia più piccole con voci distinte in grado di estendere il tuo raggio d’azione e apportare innovazione nel tuo sito Web.
  • Assumere manager partner strategici per sviluppare i rapporti con le piattaforme e farti raggiungere su uno dei loro programmi editoriali.

Se sei un imprenditore, costruire il prossimo grande brand multimediale…

Foto per gentile concessione di Matter.vc

  • Creare contenuti distintivi — costruire un pubblico di nicchia che ti consenta di acquisire seguaci.
  • Non essendo vincolato a linee guida editoriali, hai la possibilità di innovare sul format e crearti un seguito di persone che sono alla ricerca di nuovi contenuti.
  • Creare un business con costi di gestione bassi con sviluppo del prodotto minimo. Concentrare le tue risorse sulla creazione di contenuti e sulla distribuzione sociale.
  • Assumere persone esperte di piattaforme o che abbiano lavorato in società come Facebook, Twitter o Snapchat.

Se lavori in una delle grandi piattaforme …

Foto per gentile concessione di The Associated Press

  • Aprire il programma nativo di più editori e fornire supporto sulle migliori pratiche. Collaborare con gli editori, perché il futuro della tua attività si basa su grandi contenuti.
  • Creare un’esperienza senza soluzione di continuità che consenta ai consumatori di guardare, leggere e sperimentare i contenuti. Sei il nuovo “cavo”, quindi sarà importante creare un’esperienza lineare in grado di centralizzare i migliori contenuti.
  • Condividere dati di consumo e aiutare gli editori (sia i media nuovi sia quelli già esistenti) a capire quali sono i contenuti che funzionano, così da riuscire a raffinare nel tempo l’esperienza degli utenti e il consumo di contenuti.
  • Creare opportunità per la condivisione degli introiti all’interno della piattaforma e costruire un ambiente sicuro dove gli inserzionisti possono investire i loro soldi.

Se sei un investitore alla ricerca di imprese di comunicazione multimediale con potenziale di crescita …

Foto per gentile concessione di The Associated Press

  • Cercare nuove società di comunicazione multimediale che abbiano una voce distintiva e contenuti in grado di attirare un pubblico di nicchia di consumatori impegnati.
  • Identificare le società “content-first” con le società snelle e con bassi costi di gestione nello sviluppo dei prodotti, dei siti Web e delle applicazioni mobili.
  • Aiutare le startup di comunicazione multimediale facenti parte del tuo portafoglio a sviluppare partnership strategiche con i più grandi brand multimediali alla ricerca di contenuti di nicchia e di nuovi programmi finalizzati all’accrescimento del numero di seguaci sui social.

Con il consumo dei contenuti nativi sulle piattaforme di terzi in crescita, avrà ancora un senso per le società di comunicazione multimediale investire risorse significative sulla gestione e la manutenzione dei loro siti Web e delle loro applicazioni mobili?

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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