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Perché i pappagalli parlano? Scoperte sorprendenti sul loro cervello

Un nuovo studio rivela le similitudini tra il cervello dei pappagalli e quello umano nella produzione del linguaggio.

Pappagallo che parla, esplorando il suo cervello
Scopri perché i pappagalli sono in grado di parlare e le loro sorprendenti capacità cognitive.

Il mistero della parola nei pappagalli

I pappagalli, in particolare il parrocchetto ondulato, hanno da sempre affascinato gli esseri umani per la loro sorprendente capacità di imitare la voce umana. Ma cosa si cela dietro questa abilità? Recenti studi hanno rivelato che il cervello dei pappagalli presenta caratteristiche uniche che li rendono particolarmente abili nella riproduzione di suoni e parole. Secondo una ricerca pubblicata su Nature, i circuiti cerebrali dei parrocchetti ondulati attivano pattern simili a quelli osservati negli esseri umani durante la produzione del linguaggio.

La struttura cerebrale dei parrocchetti ondulati

Il parrocchetto ondulato, noto anche come Melopsittacus undulatus, è un uccello originario dell’Australia che ha trovato una sua collocazione anche come animale domestico in Europa. La sua capacità di imitare suoni è stata oggetto di studio da parte di ricercatori che hanno impiantato sensori nel cervello di questi uccelli per monitorare l’attività di una specifica area cerebrale, il nucleo centrale dell’arcopallium anteriore (Aac).

Questo nucleo è fondamentale per il controllo dell’emissione dei suoni e mostra similitudini con le aree cerebrali umane coinvolte nel linguaggio.

Confronto con altre specie

Per comprendere meglio le capacità vocali dei parrocchetti, i ricercatori hanno confrontato la loro attività cerebrale con quella di un’altra specie di uccello, il diamante mandarino, che non è in grado di imitare suoni umani. Mentre il diamante mandarino apprende semplicemente l’ordine dei suoni, il parrocchetto è capace di riconoscere caratteristiche più complesse, come accenti e ripetizioni. Questo studio ha dimostrato che i neuroni Aac nei parrocchetti si attivano in risposta a specifiche tonalità, suggerendo un’organizzazione cerebrale sofisticata simile a quella umana.

Implicazioni future della ricerca

Le scoperte sui parrocchetti ondulati non solo ci aiutano a comprendere meglio il loro comportamento, ma offrono anche spunti per la ricerca sul linguaggio umano.

Gli autori dello studio intendono approfondire ulteriormente le funzioni cerebrali superiori dei parrocchetti, cercando di capire come questi uccelli decidano quali suoni riprodurre in risposta agli stimoli esterni. Questa ricerca potrebbe rivelare informazioni preziose sulla comunicazione e sull’evoluzione del linguaggio, non solo negli uccelli, ma anche negli esseri umani.

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