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Perché il decreto legge sulla scuola approvato ieri è un passo avanti

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La campanella quest’anno è suonata non solo a scuola, ma anche in viale Trastevere. Con il decreto legge su scuola e università approvato ieri dal Consiglio dei Ministri nel giorno in cui migliaia di ragazzi tornano in classe, si è fatto decisamente un passo avanti. Almeno nella scuola secondaria di primo grado e superiore. Per la prima volta dopo anni di annunciate rivoluzioni e innovazioni cadute nel vuoto, siamo di fronte ad un’operazione chiara e probabilmente fattibile.

In primis si è tornati a parlare di formazione dei docenti: dieci milioni serviranno per il rafforzamento delle competenze digitali degli insegnanti, della formazione in materia di percorsi scuola-lavoro e altri dieci milioni nel 2014 andranno per finanziare l’accesso gratuito del personale docente di ruolo della scuola nei musei statali e nei siti di interesse archeologico, storico e culturale.

È evidente che il ministro dell’Istruzione, Paola Carrozza, si è resa conto dell’ignoranza della classe docente italiana a cui non basta dare tablet e lavagna multimediale, ma serve insegnare loro una didattica 2.0. Forse sarebbe stato il caso di concedere l’accesso gratuito ai musei anche ai docenti precari, visto che necessitano allo stesso modo di una maggiore formazione storico e artistica.

Qualcuno al Ministero deve aver capito tra l’altro che l’orientamento non è un optional, ma è uno strumento prezioso, quanto educare a leggere e scrivere: il decreto (che su questo capitolo mette a bilancio 6,6 milioni) mira a coinvolgere l’intero corpo docente e per la prima volta si chiarisce che le attività eccedenti l’orario obbligatorio saranno opportunamente remunerate. Ma c’è di più: la scuola che ha in testa il Ministro Carrozza parla il linguaggio dei nostri ragazzi: i figli della generazione digitale inizieranno a poter usare i loro tablet anche a scuola (sempre che i docenti sapranno essere davvero digitali) grazie ai 15 milioni spendibili subito per la connettività wirelles nelle scuole secondarie, con priorità per quelle di secondo grado.

Non solo, il pacchetto scuola approvato dal Governo Letta ha stanziato otto milioni per finanziare l’acquisto da parte delle scuole secondarie di libri di testo ed ebook da dare in comodato d’uso agli studenti in situazioni economiche disagiate.

Per certi versi siamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione, se pensiamo che il decreto (che risente molto della presenza in viale Trastevere dell’esperienza del maestro di strada, Marco Rossi Doria) prevede un programma di didattica integrativa per combattere la dispersione scolastica, che in Italia resta ferma al 17,2 %.

Un ultimo dato rilevante: finalmente i ragazzi diversamente abili che ogni anno cambiavano insegnante avranno la garanzia della continuità visto che si è autorizzata l’assunzione di 26 mila docenti di sostegno a tempo indeterminato.

Il neo di questo decreto è l’assenza di un progetto di riqualificazione della scuola primaria: si è puntato molto a ridare smalto alla vecchia scuola media, a mettere in moto la scuola superiore ma di ebook, di connessione wirelles, di innovazione c’è bisogno anche negli istituti che accolgono i bambini più piccoli, gettando le basi della loro formazione futura.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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