Dal 15 maggio 2005 al primo novembre 2012, Aaron Swartz ha scritto un blog.Il blog era il posto dove inseriva i suoi pensieri: gli venivano in mente, e li scriveva. E lo ha fatto praticamente sempre, con una costanza inesorabile: sono 444 post, in 7 anni.
Il blog in sè, è, a mio umile parere, un capolavoro: un oggetto editoriale unico, un log quotidiano della vita intellettuale (ma non solo) di un giovane prodigio. Non è cosa comune poter entrare nella mente di qualcuno, e un blog del genere (in parte, ovviamente) ce lo permette.
Gran parte del blog è composta di pensieri, saggi, divagazioni, per la maggior parte partendo da libri e articoli che leggeva.
E c’è veramente di tutto.
Quello che infatti stupisce di più è la vastità del pensiero e degli interessi di Aaron: sembra davvero aver letto di ogni argomento, affrontato ogni tipo di problema.
Ha raccontato come lanciare app o un servizio web, come gestire un team, come assumere un programmatore.
Ha riepilogato, anno per anno, tutti i libri che ha letto (2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011)(sono oltre 600).
Ho proposto un metodo per aggiustare il giornalismo, analizzato il l’eticità del mangiare carne, dichiarato il programmare come forma d’arte.
Ha consigliato ai grandi media di investire in stuzzicadenti.
Leggere è una cosa strana. Il suo risultato (le conseguenze dell’infilare una ad una parole di altri nella tua testa, durante un silenzio ed una intimità ed un tempo tu che concedi loro, come voi adesso state concedendo a me) dipende fortemente da cosa leggi, ma anche chi sei tu e perchè leggi.
Ed è proprio per il tempo che concediamo ad un testo che leggere libri è così importante: il libro (più del post, del tweet, dell’articolo di giornale) ha il tempo di svilupparsi e riposare nella testa del lettore.
Siamo esseri semplici: impariamo a parole per unità di tempo. Ultimamente, leggere è ritornato argomento di attualità: ci sono stati studi (controversi) sul fatto che leggere buoni romanzi aiuti a migliorare l’empatia; Neil Gaiman ha scritto un accorato appello per salvare le biblioteche; il Ministro Bray ha annunciato un (controverso, anche quello) Piano nazionale di promozione della lettura. Il fatto è che non ci spiegano spesso perchè sia così importante leggere.
La mia spiegazione (quella che, personalmente, mi faccio bastare), è che leggere è una costruzione dell’identità: leggendo modifico il mio cervello e il mio modo di pensare, divento una persona diversa. Leggendo imparo e capisco (a volte), e l’informazione è potere.
Quando capisco le cose, le posso cambiare, se non vanno bene. Ergo, al giorno d’oggi, imparare è una necessità: ogni organismo per sopravvivere deve adattarsi al suo ambiente, e il nostro cambia continuamente.
L’unico modo per sopravvivere e controllarlo (o almeno tentare di) è apprendere continuamente. Ora, uno dei migliori modi di imparare che l’uomo si è inventato è leggere cose (non è l’unico, ovviamente).
E’ in questo che Aaron è stato un maestro. Non ha fatto che imparare tutta la vita, quello che voleva e come lo voleva, leggendo centinai di libri assurdi all’anno, e mettendo in pratica quello che aveva imparato.
Hacker è solo un altro nome che diamo a chi capisce una cosa e poi prova a mettere in pratica quello che sa per cambiare quella cosa dall’interno.
Per cui, umilmente, oggi vorrei consigliare a Bray e al suo comitato Aaron Swartz come modello di lettore.
Modello che si potrebbe riassumere in: leggi per comprendere la realtà e il mondo che ti circonda. Leggi per imparare. Leggi qualsiasi cosa. Fregatene dei generi e delle “due culture”. Leggi perché ti rende capace, e ti abilita ad affrontare i problemi. Leggi perché funziona. Informazione è potere.