Planet: «La natura è il top dell’innovazione. Ecco come imitarla»

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Parliamo di biomimetica. Qui, su Che Futuro! perché loo sprono a questa storia l’avete pubblicato proprio qualche giorno fa. Sarebbe quasi il caso di dire la goccia che ha fatto traboccare il vaso: 100 litri d’acqua al giorno (nel deserto) imitando gli scarafaggi. Complimenti ad Antonino Saggio ed a tutto nITro group.

Anche la nostra storia passa per gli scarafaggi quando raccontiamo del saharaforestproject.com – ma racconta anche di pesci cofani, tardigradi, squali, api, ragni, molluschi. Sciami di insetti, distese di conifere e branchi di molluschi aggrappati alla barriera corallina. È una storia antica per una disciplina nuova.

La disciplina si chiama ‘biomimicry’, un’integrazione ingegnosa tra biologia e design. Nata tra le montagne del Montana, ha il suo baricentro a San Francisco.

Multidisciplinare per eccellenza, funziona solo se riesci a chiudere in una stanza biologi, designer ed ingegneri. Insieme agli stakeholder che ruotano intorno ad un prodotto che abbia bisogno di innovazione. Innovazione bio-ispirata di prodotti è una buona definizione di ‘biomimetica‘. Volessimo approfondire un tantino: metodo e processi formalizzati in una ingegnerizzazione del problem-solving.

Le community che si occupano di ‘biomimicry’ sono numerose e diffuse. New York, Akron, Ohio, Boston, Bay Area- per citarne alcune targate US. In Europa si muove bene l’Olanda, ma Brasile e South Africa primeggiano non appena la scala si faccia globale. Con la biomimicry si progettano facciate, quartieri di cittá, superifici ‘smart’, creme per la pelle, materiali edili, colle e solventi. Algoritmi, filtri, valvole, robot, pale eoliche, conduttori e batterie.

Tessuti ed abiti.

La scena nostrana è piuttosto fiacca. Giá Leonardo osservava ed emulava gli uccelli per disegnare le macchine volanti ma oggi non ci stupiamo quando riceviamo sguardi interrogativi al suono di ‘biomimetica‘. Noi ad imparare ‘biomimicry’ c’abbiamo messo qualche anno, andando avanti ed indietro da San Francisco. L’impegno e la soddisfazione sono sigillate in un Certificate Program ottenuto presso il Biomimicry Institute.

Noi siamo Alessandro Villa e Alessandro Bianciardi., un curioso caso di omonimia. Com’è prassi di questi tempi abbiamo fondato una piccola startup dedicata. Si chiama Planet, Nature inspired technology. Alessandro Bianciardi trascorre la maggior parte del tempo a Trento: l’Universitá locale ha avuto la lungimiranza di ‘dedicare’ un PhD in Ingegneria dei Materiali ad applicazioni biomimicry. E’ ingegnere ambientale ed ha trascorso gli ultimi dieci anni tra Bruxelles, Cipro, Budapest e Shanghai per conto della Commissione Europea.Alessandro Villa trascorre la maggior parte del tempo viaggiando: produce componentistica per automotive e rimbalza tra Francoforte, Shanghai e Greenville.

Di formazione scienze cognitive, di base a Brescia.

La storia degli scarafaggi e della torre è convincente, come tutte quelle storie che coniugano natura e tecnologia. Noi abbiamo raccolto cento storie ‘biomimicry’: per ogni storia, un organismo vivente che abbia ispirato un’azienda ad innovare un prodotto. Cento storie di tecnologia naturale.

Crediamo che oggi piu di ieri la questione non sia il cosa ma il come. Il cosa è sulla bocca di tutti: riformare, innovare, ripartire. Ma è nel come che si annidano le chance di successo: bisogna scegliere la cassetta degli attrezzi giusta. Altrimenti anche le idee più visionarie rimangono chiacchere. Quando non sappiamo qualcosa interroghiamo google: l’abbondanza di informazioni e dati sono una buona premessa per la soluzione. Allo stesso modo fa biomimicry quando interroga la natura come data-base iperstratificato. 10 milioni di specie viventi che testano da 4 miliardi di anni continue soluzioni adattive: difficile non trovare risposte.

Roma 24 giugno 2014Alessandro VillaAlessandro Bianciardi

Alessandro Villa, 1977 – Brescia. Laurea in Psicologia Cognitiva a Bologna (e Freiburg). Master in Management a Basel. Biomimicry Specialist Certificate presso il Biomimicry Institute. Attualmente membro del Consiglio d’Amministrazione della Italian Gasket Spa (componentistica automotive) con delega al Business Development. Co-founder di Planet, startup dedicata a Biomimicry, e di OpenDot, nuovo FabLab di Milano insieme ai ragazzi di dotdotdot.Alessandro Bianciardi, 1973 – Firenze. Ingegnere Ambientale a Firenze. Sustainability Certificate presso il Schumacher College e Biomimicry Professional Certificate presso il Biomimicry Institute. Attualmente PhD in Ingegneria dei Materiali presso Università di Trento. Quasi 20 di esperienza in campo ambientale per conto della Commissione Europea e della UNDP tra Cipro, Shanghai, Budapest e Bruxelles.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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