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Plastica: quali tipologie esistono e come viene riciclata

A seconda dei materiali di partenza e delle tecniche di lavorazione impiegate, è possibile ottenere diverse materie plastiche.

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Quando si parla di plastica, si fa genericamente riferimento a materiali dalle caratteristiche molto simili tra loro e facilmente riconoscibili nella vita quotidiana, ma che, se analizzati attentamente, presentano numerose differenze; proprio per questo motivo, più che di “plastica” bisognerebbe parlare di “materiali plastici”.

I materiali plastici sono dei polimeri, ossia macromolecole a catena lunga, creati in laboratorio attraverso il processo di polimerizzazione che unisce tra loro dei monomeri. Sebbene numerosi polimeri derivino dalla lavorazione del petrolio, a cui vengono poi aggiunte, nel corso della lavorazione, altre sostanze atte a dare alla plastica le caratteristiche desiderate, ve ne sono altri ottenuti da materiali alternativi.

A seconda dei materiali di partenza e delle tecniche di lavorazione impiegate, è possibile ottenere diverse materie plastiche.

Trattandosi di materiali non biodegradabili che, se dispersi nell’ambiente, possono impiegare anche centinaia di anni per essere smaltiti, inquinando e costituendo un pericolo concreto per gli animali acquatici e per quelli selvatici, riciclare nel modo corretto le varie tipologie di plastica consente di ridurre i problemi correlati a questo materiale e di creare un’economia circolare.

Quest’ultima è volta a ridurre o azzerare la presenza di rifiuti plastici nelle discariche e nell’ambiente, come bene ci spiega P&G, azienda impegnata da anni in questo campo e che punta a ridurre al massimo l’impiego di plastiche derivanti dal petrolio e a sfruttare sempre più quelle riciclate e riciclabili.

Quali sono le principali tipologie di materie plastiche

Le plastiche possono essere suddivise innanzitutto in due macrocategorie basate sulla reazione che hanno quando vengono sottoposte ad alte temperature: le termoplastiche e le termoindurenti. Le prime, quando entrano in contatto con fonti di calore di diversa intensità, si ammorbidiscono e possono essere nuovamente modellate; le seconde, dopo il raffreddamento, non reagiscono più al calore e non possono essere rimodellate. Questo significa che, mentre le termoplastiche possono essere riciclate e dunque risultano utili per lo sviluppo di un mercato circolare, le termoindurenti non permettono il riciclo.

Le termoplastiche più conosciute

Le termoplastiche sono dunque dei materiali riciclabili all’infinito tramite il rimodellamento che può avvenire dopo che sono state sottoposte a fonte di calore; tra le più utilizzate vi sono:

  • il PE, o Polietilene, uno dei materiali plastici più diffusi ed economici. Le varianti più conosciute sono l’HDPE, ossia il polietilene ad alta densità, resistente e rigido, utilizzato per la realizzazione di flaconi, contenitori e giocattoli, e l’LDPE, ovvero il polietilene a bassa densità, morbido e flessibile, usato per la realizzazione di imballaggi, sacchetti e pellicole.
  • il PET o Polietilene Tereftalato, molto diffuso in ambito alimentare, è utilizzato ad esempio per la realizzazione di bottiglie e di contenitori
  • il PVC o Polivinilcloruro, resistente sia alle alte temperature che all’acqua, viene utilizzato in molti ambiti.

Altri materiali plastici molto diffusi sono il Polistirene, noto come poliestere e abbreviato con la sigla PS, il Polipropilene e la Poliammide.

Tecniche di riciclo

Il riciclo della plastica avviene presso degli impianti, diffusi su tutto il territorio, presso i quali, dopo un processo di selezione, i materiali ritenuti riciclabili vengono ridotti in scaglie.

Successivamente il materiale può essere sottoposto a:

  • estrusione: inserita nell’estrusore, la plastica viene sciolta e liberata dalle componenti gassose, quindi cola in una trafila;
  • iniezione: attraverso un apposito macchinario, il materiale viene fuso e iniettato nello stampo;
  • calandratura: dopo la fusione, attraversa dei cilindri che la lisciano, creando delle pellicole sottili.

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Scritto da Redazione Think

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