Case, strade, palazzi, stanze, che diventano per magia un set con mostri e battaglie. Sempre diversi. I luoghi della nostra quotidianità, tutti, indistintamente, saranno popolati da Pokémon, grazie ad uno smartphone. Stiamo parlando di Pokémon Go, l’app sviluppata da Niantic Labs (startup nata nei laboratori di Google, che fa parte di The Pokémon Company, di cui Nintendo possiede il 33%) che ha rilanciato i mostricciatoli gialli della Nintendo con la realtà aumentata e il GPS, mescolando digitale e analogico, con una capacità fenomenale di catturare i ragazzi degli anni Novanta e i Millennials. Numeri alla mano, è già un fenomeno. E alla Niantic Labs hanno pensato anche al wearable tech. Il Pokémon Go Plus potrà notificare direttamente al polso dei giocatori la presenza dei mostriciattoli.
Costerà 39,99 euro e sarà disponibile entro l’estate. Ma, da non crederci, Pokémon Go è anche (già) un problema di ordine pubblico. E fate attenzione anche ai virus.
PIU’ UTENTI DI TINDER E ALLE SPALLE DI TWITTER
Andiamo in ordine. Prima di tutto Pokémon Go è un’app gratuita (con la possibilità per i giocatori di spendere piccole somme di denaro per l’acquisto di oggetti speciali), per iOS e Android, in Europa e Italia scaricabile nelle prossime settimane (la data inizialmente fissata il 15 luglio è stata posticipata per problemi di instabilità del server). In Giappone, Australia e negli Stati Uniti l’app è arrivata il 6 luglio: 50 mila download in meno di 48 ore su Google Play e il primo posto su App Store.Secondo Similar Web, che cita dati Billboard, l’8 luglio, appena 2 giorni dopo il rilascio della app, Pokémon Go è stato già installato sul 5,16% di tutti i dispositivi Android negli Stati Uniti.
Non basta? Sempre secondo i dati di Billboard, oltre il 60% di quelli che hanno scaricato l’applicazione negli Stati Uniti lo usano tutti i giorni. Significa che Pokémon GO potrebbe avere in breve tempo più utenti giornalieri degli utenti attivi di Twitter.Un altro dato. All’8 luglio, l’applicazione è stata utilizzata per una media di 43 minuti, 23 secondi al giorno, più di Whatsapp, Instagram, Snapchat, e Messenger.
Quando c’è un Pokémon nelle vicinanze, il telefono ci avvisa con una vibrazione
Il segreto di Pokémon Go? Mettere insieme la realtà aumentata e i Pokémon, che in vent’anni hanno venduto 260 milioni di copie di videogiochi (un giro di affari da 40 miliardi di dollari). Con il GPS lo smartphone traccia la nostra posizione in tempo reale.
A questo punto la mappa di gioco ricalca, strada per strada, la città in cui ci troviamo. Quando c’è un Pokémon nelle vicinanze, il telefono ci avvisa con una vibrazione. Una volta inquadrato il Pokémon, bisognerà usare le dita per lanciare una raffica di sfere Poké. Catturando i mostri si accumulano punti, si sale di livello e si accede alla possibilità di sfidare i capi palestra, collocati in punti rilevanti delle città.
RAPINE e INCIDENTI STRADALI
Se il “Go” nel nome della app è un invito ad andare in giro a cercare i Pokémon, pare che negli Stati Uniti qualcuno si sia fatto prendere la mano. Nel Missouri, la Polizia ha arrestato quattro persone per rapina: i sospettati (tra i 16 e i 18 anni) avrebbero utilizzato Pokémon GO per attirare i malcapitati in luoghi nascosti e rapinarli.Pare poi che nel Wyoming una ragazzina abbia oltrepassato una recinzione per raggiungere le rive di un fiume sulle quali avrebbe dovuto trovarsi l’ennesimo Pokemon. Insieme al Pokemon ha trovato un cadavere. Un ventiseienne del Massachussets ha deciso di fermarsi in mezzo all’autostrada per catturare un Pikachu, causando un grave incidente stradale. Agli inquirenti pare abbia detto: “Ca..o, se vuoi catturarli tutti devi rischiare tutto”.Sui social si scrive anche di un tale finito in ospedale dopo essersi sfregiato l’occhio sinistro contro un ramo, mentre cercava di catturare i mostri gialli.Vero, falso o verosimile che sia, il rischio di rapine e incidenti è concreto. Non a caso, su Twitter viaggia l’hashtag #DontPokemonGoAndDrive. Come è concreto anche l’avvertimento del dipartimento dei trasporti di Washington che ha ha chiesto via Twitter di “non giocare a Pokémon mentre si è al volante” e che il primo messaggio che compare all’apertura dell’app sia un invito a tenere gli occhi aperti e non troppo incollati allo smartphone.
ATTENTI ALLA VERSIONE MODIFICATA
Come se non bastasse Pokémon GO potrebbe portare anche un virus direttamente nei telefonini Android. Il gioco di realtà aumentata ha avuto un tale successo che qualcuno, appena dopo il rilascio, ne ha diffuso una versione modificata scaricabile da siti di terze parti in grado di prendere il controllo del telefonino (su questo argomento, un articolo QUI).
ANCHE RONALDO POKEMONIZZATO
La Pokémon Go mania dilagante non risparmia nessuno. Neanche Cristiano Ronaldo, in lacrime. Sui social, e in particolar modo su Twitter, non è stata risparmiata neanche la sua foto, a terra, pochi minuti dopo l’infortunio nei primi minuti della finale degli Europei Francia-Portogallo. E’ successo questo: da una falena che ronzava intorno alla stella del Real Madrid la trasformazione in Venomoth, Pokémon di Prima generazione, il passo è stato breve. Brevissimo. E sembra che qualcuno abbia anche trasformato il Venomoth in un Pokémon Messi.
UNA STORIA LUNGA 20 ANNI (E 40 miliardi di dollari)
A questo punto, un piccolo salto indietro di due decenni ci può anche stare. Più esattamente, è il 1996 quando le creature di Satoshi Tajiri, giapponese, collezionista di insetti, finiscono sullo schermo del Game Boy, la consolle portatile di Nintendo. Pokémon sta per Pocket Monsters e sono creature immaginarie, che gli umani possono catturare, allenare e far combattere per divertimento.Durante i combattimenti i Pokémon non sanguinano, né possono morire. Se vengono sconfitti o sono esausti, perdono conoscenza e divengono inutilizzabili nelle battaglie. Questa particolarità ha permesso a Satoshi Tajiri di creare un gioco di lotta senza però farlo diventare violento. L’enorme successo ottenuto in tutto il mondo ha portato alla creazione di ulteriori videogiochi, anime, film, manga, un gioco di carte collezionabili, libri, gadget e giocattoli. I vari videogiochi che li vedono protagonisti hanno venduto, al 2014, oltre 260 milioni di copie, rendendo Pokémon il secondo franchise videogame per volume di vendite dopo Super Mario, quello di Super Mario Bros.Secondo stime della The Pokémon Company aggiornate al 2013 e riportate dalla rivista giapponese Famitsū, il franchise ha generato introiti per 4000 miliardi di yen, di cui 1800 in Giappone e 2200 all’estero. Al 2016 l’azienda ha dichiarato oltre 275 milioni di videogiochi venduti in tutto il mondo.