Come previsto, è arrivato il via libera di Honk Kong. La quotazione è quella di Prada, che si prepara ad essere il debutto in Borsa più ingente per un brand della moda europeo nell’ulitmo decennio ma soprattutto il primo italiano sul listino asiatico. Secondo quanto si apprende, sul mercato andrà circa il 20% della maison della moda, per un’ipo (initial public offering) da 2 miliardi di dollari.Innanzitutto, le tempistiche dell’operazione: lo sbarco sul mercato è atteso entro la terza settimana di giugno (si parla del 24, ma non è una data ufficiale). Con ogni probabilità, il road show inizierà il 6 giugno e durerà circa due settimane. Prima tappa, Hong Kong, poi Singapore, New York, Londra e Milano (intorno a metà giugno).
Il pricing finale del titolo è atteso per il 16 giugno. Bookrunner e global coordinator dell’operazione sono Goldman Sachs, Clsa (gruppo Credit Agricole), Unicredit e Intesa SanPaolo (le due banche italiane che siedono in cda).Ma al di là dei dettagli tencici dell’operazione finanziaria, che saranno resi noti con maggior precisione nelle prossime settimane, a colpire è innanzitutto la scelta che il gruppo di alta moda ha fatto nei mesi scorsi di quotarsi a Hong Kong. Come detto è la prima volta per una società italiana, ma il listino asiatico si sta dimostrando particolarmente attrattivo per il settore del lusso (ci sono gli esempi di Samsonite, Coach e L’Occitane). E sono attesi altri debutti nel corso di questo 2011, come quello di Jimmy Choo.
In genere, l’anno promette di essere abbastanza movimentato sul fronte delle quotazioni di gruppi del settore. Milano, che ha “subito” lo schiaffo di Prada, si prepara a rifarsi con Ferragamo e Moncler. Se il capoluogo lombardo è ormai da anni uno dei centri nevralgici della moda mondiale, e anche a livello finanziario mira a conslidare la propria leadership attirando le quotazioni in Piazza Affari dei gruppi del settore, l’Asia sta rapidamente guadagnando posizioni. A guidare il boom è la Cina, con un mercato che nei consumi dei beni di lusso presenta un ritmo di crescita a due cifre. Secondo le stime di McKinsey, entro il 2015 rappresenterà il 20% dell’intero mercato mondiale del lusso, con una spesa intorno ai 27 miliardi di dollari (dai 10 miliardi del 2009).