Il CNUCE aveva appena collegato l’Italia a Internet, io ci ero arrivata pochi mesi prima. Laureata in matematica, specializzata in calcolo automatico, due anni in un istituto di informatica giuridica, ancora tutto da imparare.
Che bello lavorare al CNUCE! Non ancora 30 anni, contratto a tempo indeterminato, ero proprio li in mezzo a quei cervelloni di Pisa super gasati di reti. Fui affidata a Marco Sommani.
Succede così che ti ritrovi in un ambiente pieno di conoscenza, merito, modestia e tanta voglia di fare. Stai attenta, guardi, ascolti tutto e anche senza fare niente impari qualcosa. Per osmosi. La passione si accende, e Marco ti assegna il tuo primo compito operativo in relazione al servizio della rete EARN, la prima rete di trasmissione dati dedicata alle università ed istituzioni di ricerca in Europa, Asia ed Africa.
Le cose erano già cominciate e sono arrivata appena in tempo
Era già in servizio da alcuni anni e aveva creato una comunità di utenti, per i quali si organizzavano conferenze dedicate.
Una si tenne a Berlino nell’ottobre 1986. Partii curiosa da morire, mi sentivo un poco a disagio per l’essere alle prime armi, era un contesto internazionale di veri esperti e autentici custodi dei primi segreti della comunicazione in rete.
Me ne stavo in disparte a godermi quel profumo di innovazione e ad osservare ogni minimo passaggio di un ambiente a me sconosciuto. Non conoscevo nessuno, ma in un attimo sono diventata “famosa”!
Ve lo racconto. Comincia tutto con un colpo di scena. Siamo al momento di intrattenimento alla fine della prima impegnativa giornata di lavori.
La sala è strapiena di geniacci delle reti provenienti da svariate parti del mondo. Iniziano giochi di luci e suoni da atterraggio sulla luna. Un mimo robot cerca fra il pubblico, vuole un uomo e una donna, sceglie: siamo io e Gligor Tashkovich. Studiava in America, mai visto prima, giovane pure lui, poi mi dirà che collabora con Larry Landweber, un mostro sacro delle reti. Io gli dico il mio maestro è Marco Sommani.
Veniamo invitati a salire sul palco, agghindati a dovere; la celebrazione avviene davanti a un pubblico che ride a crepapelle! Stiamo al gioco. La scena è quella di un matrimonio. Matrimonio come esempio di comunità. Quella comunità di utenti che la fuori stava nascendo grazie alle reti della ricerca e a quei “cervelli” che tanto ci elaboravano sopra.
La mattina dopo Larry apri i lavori del convegno chiedendo a me e Gligor come avevamo passato la nostra prima notte di nozze! Risposi con un sorriso! La platea era accesa su di noi!
Grazie a questo gioco rientrai in Italia con molti contatti stabiliti, col tempo trasformati in relazioni importanti, persone con le quali ho condiviso vere battaglie per la diffusione degli accessi alla rete.
Larry Landweber è stato uno dei leader e promotori della diffusione di Internet. L’obiettivo era educare, condividere le esperienze e incoraggiare nuove persone a collegare i loro paesi a Internet. Quello che imparai a Berlino fu importante.
Ritorno al futuro, in Italia
C’era bisogno di impegnarsi per sviluppare le reti sul territorio nazionale.
Quelle reti di calcolatori stavano diventando infrastrutture fondamentali per le comunità di ricerca con la prospettiva di diventare strumento di collaborazione mondiale e di cooperazione in ogni campo dello scibile umano.
Dalle discussioni era emerso molto bene che le reti non connettevano computer, realizzavano connessioni di persone.
Le connessioni avrebbero dato vita a una vera e propria comunità, nuova, che aveva bisogno di essere assistita, curata nei suoi molteplici interessi. Iniziai a tenere aggiornate e a diffondere nel paese le mappe di connettività delle diverse reti operative in Italia.
Il GARR mette ordine in un groviglio di reti
Oltre a EARN, più o meno in quei primi anni ‘80, i ricercatori potevano servirsi anche di un’altra rete, basata sull’architettura DECNET.
A livello internazionale questa rete era nota come HEPNET/SPAN, sul territorio nazionale era principalmente utilizzata dai laboratori dell’INFN.
Fuori dagli ambienti di ricerca c’era Eunet (European UNIX Network) che aveva iniziato la sua attività nel 1982 utilizzando connessioni UUCP. Questa storia la conosce bene Joy Marino (leggi anche “).
Ci rendemmo ben presto conto della necessità di far interagire fra loro le differenti reti. Fu così che nel 1986 sentii parlare per la prima volta del GARR, l’iniziativa per armonizzare le reti e crearne un’unica.
Con la rete unificata iniziò una stagione di grandi innovazioni tecnologiche. Nel 1991 organizzai il primo corso di formazione sul TCP/IP di Internet in Italia.
Il GARR appoggiò questa iniziativa perchè la conoscenza delle potenzialità e delle modalità di installazione e mantenimento di una rete basata sui nuovi protocolli di Internet stava diventando fondamentale. Leader incontrastato del GARR fino dai primi giorni era Enzo Valente del CNAF/INFN.
All’inizio mi aveva spaventava un po’, poi ci siamo armonizzati! Un grandissimo, super cultura internazionale, una macchina da guerra! Un’esempio per tutte/i. Sono tutt’oggi una sua fan!
Al tempo la struttura fisica del GARR veniva utilizzata per le differenti architetture di comunicazione ma l’adozione del TCP/IP era già vista come strumento principale per l’erogazione dei servizi.
Internet iniziò a diffondersi nel paese, tuttavia si dovrà aspettare l’arrivo della tecnologia web (1996) per un vero utilizzo fuori e dentro l’ambiente scientifico.
Prima del web le uniche app presenti in Internet erano la mail, il login da remoto e il file transfer; queste app erano già disponibili sulle altre reti e vi era resistenza a cambiare in favore di Internet.
Col tempo nell’ambiente aumentava il senso di responsabilità verso coloro che iniziavano a dipendere dal funzionamento di quelle reti che stavamo sviluppando: gli utenti divennero il nostro pallino.
Erano i colleghi del centri di ricerca di tutto il mondo, in particolare avemmo cura dei paesi in via di sviluppo. Erano le persone del CNR in Italia dai laboratori di Mazara del Vallo sino alle stazioni di ricerca sul Monte Bianco. Tante tante persone si aggiungevano con le loro specificità ed istanze.
Non si trattava solo di computer, connessioni, protocolli e pacchetti, ma di persone e della loro crescente voglia di comunicare.
Kobe, Giappone, il giorno della fondazione della Internet Society, 1992
Per allargare, difendere, proteggere, tenere informata questa nuova comunità, nacque la Internet Society.
Era il 1992. Quel giorno eravamo a Kobe in Giappone convinti che la vera sfida fosse allargare l’utenza. Nel mondo avevamo appena un milione di computer connessi alla rete.
Il tema dell’accesso includeva anche l’accesso ai contenuti, ai servizi, alla conoscenza e alla formazione.
Le competenze e il costo di connessione erano le vere barriere da superare, non solo nei paesi in via di sviluppo.
La delegazione italiana era ben rappresentata. Quando ti presentavi pronunciando le sigle CNR o INFN nell’ambiente internazionale delle reti tutti riconoscevano i meriti dell’Italia e ne avevano un gran rispetto. “…, I’m from CNUCE CNR Italy” Bello! Orgoglio! Incontrai di nuovo Larry Landweber. Emozione! Il mio idolo!
Dopo Vinton Cerf sarà il secondo presidente della Internet Society. È lui che mi ha fatto innamorare delle reti quel giorno a Berlino.
La sua preparazione, la sua visione, semplicità, il suo sorriso e il fiuto per il futuro, ma anche quell’impegno e merito, erano qualcosa che apprezzavo.
Lo ammiro tuttora, dopo 30 anni! La strada verso una Internet per tutte le persone risultava lunga e a ostacoli; a Kobe nel 1992 ci siamo detti tutte/i insieme “vale la pena impegnarsi!”. E lo abbiamo fatto, giorno dopo giorno, con passione, contro ogni limitazione. Tre miliardi e mezzo di utenti ci sono. Tanto resta ancora da fare!