Un anniversario tragico e le sue conseguenze
Due anni fa, un tragico incidente ferroviario a Tempe ha portato alla morte di 57 persone, in gran parte studenti. Questo evento ha segnato profondamente la società greca, e oggi, a distanza di due anni, la rabbia della popolazione è tornata a esplodere. Le manifestazioni che hanno avuto luogo ad Atene e in oltre 200 città del paese sono state descritte dagli organizzatori come la più grande mobilitazione popolare degli ultimi decenni. La capitale greca ha visto un’affluenza massiccia di cittadini, molti dei quali hanno partecipato in segno di lutto e protesta.
La protesta si intensifica
Le manifestazioni, inizialmente pacifiche, hanno preso una piega violenta, soprattutto in piazza Syntagma. Qui, gruppi di black bloc hanno lanciato molotov e pietre contro le forze dell’ordine, che hanno risposto con lacrimogeni e cariche.
La tensione è palpabile, e la protesta si è rapidamente diffusa, coinvolgendo anche i principali sindacati del paese. I disagi sono stati enormi: voli cancellati, treni e traghetti bloccati, e attività commerciali in sciopero hanno paralizzato il paese, evidenziando la gravità della situazione.
Le cause della rabbia
Le manifestazioni non sono solo una reazione all’incidente di Tempe, ma anche un segnale di un malessere più profondo. Le indagini iniziali sull’incidente hanno rivelato un sistema ferroviario obsoleto e carente di sicurezza. Nonostante le evidenze, a due anni di distanza, nessun funzionario è stato rimosso o incriminato. La mancanza di responsabilità ha alimentato il risentimento della popolazione, che accusa il governo di insabbiamento. Un rapporto indipendente ha ulteriormente sollevato dubbi, suggerendo che alcune vittime potrebbero essere morte a causa di un incendio, non per l’impatto, a causa di materiali infiammabili presenti a bordo del treno.
Un contesto sociale e politico teso
La Grecia ha vissuto una delle crisi finanziarie più gravi della sua storia, e le cicatrici di quel periodo sono ancora visibili. Nonostante una ripresa economica dal 2017, le difficoltà recenti, come l’aumento dei costi energetici e il collasso del sistema sanitario, hanno riacutizzato il malcontento. La fiducia nelle istituzioni è ai minimi storici: secondo un sondaggio, l’81% dei greci non crede che il governo abbia fatto abbastanza per chiarire le responsabilità della tragedia di Tempe. Questo clima di sfiducia ha reso le manifestazioni un terreno fertile per la protesta sociale, che tuttavia fatica a trovare rappresentanza politica.
Un’opposizione frammentata
Il panorama politico greco è sempre più frammentato. Il principale partito di opposizione, Syriza, sta affrontando una crisi interna che ne minaccia la leadership.
Il recente cambio di leadership ha portato a divisioni, e il partito rischia di perdere il primato a favore del Pasok. In questo contesto, la protesta sociale si scontra con un’opposizione politica che non riesce a unirsi in modo efficace. La mancanza di interlocutori credibili rende difficile canalizzare la rabbia popolare in azioni politiche concrete.