Psicosi da Coronavirus, Indigo.ai propone l’intelligenza artificiale capace di contrastarla

La pandemia di Covid-19 ha messo in luce le psicosi dell'uomo, l'intelligenza artificiale cera di aiutare a superarle: la sfida di Indigo.ai.

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Gianluca Maruzzella Indigo.ai

L’intelligenza artificiale come supporto alle psicosi dovute al Covid-19. Sembra uno scenario fantascientifico, ma potrebbe essere sempre di più realtà. È quanto si propone Indigo.ai, uno studio che opera nel settore del Conversational AI, vale a dire la progettazione di assistenti virtuali. Prendendo le mosse dal caso controverso di Replika, i founder di Indigo.ai stanno cercando una soluzione ottimale per far fronte al periodo di emergenza sanitaria che caratterizzerà i nostri prossimi mesi.

La piscosi da Covid e l’intelligenza artificiale

Le ripercussioni psicologiche dalla pandemia di Covid-19, in riferimento alla prima ondata, ammettono l’evidenza di disturbi legati al disagio personale. I dati forniti dai psicologi e relativi al lockdown passato rivelano casi di depressione con un aumento del 40%.

Un indizio grave riguarda anche l’aumento dei tassi di suicidio, come mostrano i recenti fatti di cronaca. La paura di contrarre il coronavirus, l’isolamento sociale e la destabilizzazione dovuta alla perdita di lavoro rischiano di essere un peso difficile da sostenere per tanti: “Stiamo vivendo una fase della nostra storia in cui abbiamo paura. Paura del contagio, paura di tornare ad una situazione di confinamento totale o parziale (con le regole previste dal nuovo Dpcm), di subire il peso anche (o soprattutto) mentale di essere costretti, di nuovo, ad abbandonare le nostre abitudini sociali. In questo quadro, abbiamo più che mai bisogno di un supporto psicologico” spiega Roberto Oscurato, UX e UI Designer di Indigo.ai. La startup specializzata in intelligenza artificiale sta puntando a nuove soluzioni che vadano in questa direzione.

Indigo.ai e il potenziale dell’intelligenza artificiale

Indigo.ai è uno studio che progetta e costruisce assistenti virtuali con lo strumento dell’intelligenza artificiale. La startup è italianissima: nasce nel 2016 fra i banchi del Politecnico di Milano da un’idea di cinque giovani: Gianluca Maruzzella, Enrico Bertino, Marco Falcone, Andrea Tangredi e Denis Peroni, tutti under30, hanno così iniziato a realizzare assistenti virtuali nel settore dell’innovazione. Negli anni hanno costruito un framework proprietario di Natural Language Processing che, sfruttando l’intelligenza artificiale, è in grado di comprendere le informazioni nel testo o nella voce in maniera completamente automatica. In questo modo, diviene semplice automatizzare le conversazioni, ottimizzare i processi, rendere fruttuoso il settore della customer care. I successi sono arrivati dopo poco tempo: fra il 2017 e il 2020, Indigo.ai è stata sceltaedue volte come rappresentanti della delegazione delle start-up italiane al CES di Las Vegas, vincendo tre riconoscimenti del premio Gaetano Marzotto, dedicato al settore dell’innovazione.

Intelligenza artificiale dedicata alle persone

Per Indigo.ai l’intelligenza artificiale può essere un ottimo alleato per contrastare il cosiddetto mental breakdown, la situazione che porta lo stress alla rottura psichica, fonte di disagi per la persona. L’AI nella startup è intesa come interazione con una sorta di amico: non ha la pretesa di sostituirsi alla persona, piuttosto ad utilizzare la mole dei dati raccolti a beneficio dell’utente, con un approccio che non sia scisso dall’etica. In Indigo.ai la tecnologia è vista come portatrice di un potenziale immenso che può avere un grande impatto sociale. Tante le soluzioni attualmente al vaglio: da un diario 2.0, grazie al quale una persona potrebbe accorgersi e monitorare il suo andamento psicologico, fino ai supporti di terapia medica, che possono andare ad affiancarsi alle sedute di psicoterapia o integrandosi ai sistemi medico-digitali.

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Scritto da Marco Grieco

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