In un periodo di crisi e disoccupazione il settore tecnologico resta in continua crescita e sviluppo. Così che molti cercano di entrarci pur non avendo le competenze necessarie, e anche gli esperti faticano a stare dietro alla costante evoluzione del settore. Non a caso si stanno moltiplicando anche le iniziative volte all’apprendimento e alla condivisione della conoscenza tecnica.
A Berlino mi è successo recentemente di essere coinvolta come teaching assistant in uno dei corsi di General Assembly, società newyorkese che crea ed esporta format di insegnamento professionale in ambiti come il web development, lo user experience design e il digital marketing. L’idea è interessante e i corsi sono strutturati così da risultare accessibili anche a chi lavora ed ha limiti di tempo: sono infatti serali o addirittura online.
Sono anche, però, piuttosto costosi (più di 2000 euro per un corso di 12 settimane) e questo sicuramente pone un limite notevole alla loro accessibilità.
In parallelo ad iniziative di questo tipo, che hanno come scopo fondamentale la sostenibilità economica del modello, ne sono nate altre gratuite e non-profit che riescono a mantenere un livello elevato di qualità e allo stesso tempo sostenere un ideale di open knowlege & learning. Per esempio, poco più di un anno fa le RailsGirls hanno organizzato un workshop a Berlino e il suo successo ha scatenato un vero e proprio movimento in città.
Le RailsGirls, gruppo nato in Finlandia con lo scopo di avvicinare un numero maggiore di donne alla programmazione attraverso eventi gratuiti, si sono ora radicate a Berlino tanto da lanciare quest’anno un RailGirls Summer of Code, programma di tre mesi in cui 10 team, composti da due studentesse beginner, ricevono uno stipendio mensile di 3000 dollari per imparare Ruby on Rails e sviluppare un progetto da loro proposto.
“Avevo cominciato a studiare la programmazione da sola attraverso tutorial online, avendo un background umanistico”, spiega Laura Wadden, una delle studentesse selezionate tra più di 80 candidate “mentre ora vengo addirittura pagata per imparare con programmatori esperti che ci offrono il loro tempo e la loro esperienza gratuitamente”. Il team di Laura sarà infatti seguito duranti questi mesi da due istruttori, tra cui la programmatrice di Souncloud Duana Saskia Stanley, e diversi mentor.
“Sono sempre stata coinvolta in movimenti attivisti, e ora voglio essere in grado di sostenerli offrendo le mie competenze pratiche”, mi spiega Laura quando le chiedo cosa l’ha portata a voler imparare a programmare. In un certo senso l’idea è quella di restituire alla community il know-how che si è acquistato attraverso queste esperienze di apprendimento.
A questo stesso concetto, e all’iniziativa delle RailsGirls, si ispira anche la OpenTechSchool (OTS) di Berlino, che organizza workshop gratuiti non solo sulla programmazione ma su svariati argomenti di carattere tecnico. Il tema di ogni workshop viene proposto dai centinaia di istruttori coinvolti nel programma, che si autogestiscono anche nell’organizzazione. Unica regola: dev’esserci un istruttore ogni 3/4 partecipanti. A poco più di un anno di attività i numeri della OTS indicano un chiaro successo: più di 100 eventi organizzati su 10 argomenti tecnologici diversi, con 1200 partecipanti solo a Berlino e spin-off in diverse altre città a livello mondiale. “Credo che il segreto stia nel fare quello che uno ama”, dice Alessandro Contini, lead designer a HowDo e istruttore di Arduino alla OTS,
Se ami ciò che fai, hai voglia di condividerlo perché lo reputi importante, non soltanto per te ma potenzialmente per tutte le persone che ti circondano.
“Il nostro obiettivo è di creare un ambiente protetto in cui tutti si sentano liberi di fare domande e condividere la loro esperienza” mi spiega Amelie Anglade, una delle fondatrice di OTS, che ha recentemente presentato il progetto durante l’edizione berlinese di Codemotion. E sembra che l’obiettivo sia stato raggiunto; Laura Wadden, che ha partecipato al workshop di Arduino tenutosi lo scorso 1 giugno, dice infatti: “OTS mi ha insegnato a superare il mio orgoglio e a non avere paura di esprimere i miei dubbi e chiedere aiuto”. In questo workshop, che ha fatto il sold out in un’ora e mezza, 8 istruttori hanno seguito 30 partecipanti con diversi livelli di conoscenza di Arduino. “Per organizzare il workshop abbiamo dovuto tenerne uno introduttivo con la speranza che alcuni dei partecipanti diventassero istruttori,” spiega Alessandro, “la risposta è stata incredibile e alla fine molti partecipanti hanno deciso di essere coinvolti come istruttori per quello ufficiale”.
La crescita rapida della OTS ha portato i fondatori a pianificare per il futuro non solo workshop giornalieri ma anche programmi della durata di alcune settimane, con una partecipazione full time e sempre rigorosamente gratuita. “Sarebbe bello se anche le istituzioni si accorgessero di progetti come OTS, che li supportassero e che ne prendessero esempio” dice Alessandro. In realtà la Comunità Europea ha già dimostrato ampio interesse per questo tipo di iniziative. Amelie per esempio è stata invitata alla Digital Agenda Assembly di Dublino, insieme ad esponenti di RailsGirls e Coder Dojo; “Neelie Kroes e il suo team sono molto attenti alle organizzazioni di volontariato nell’ambito della digital education; quando ho presentato OTS mi sono sentita trattata come una rock star da parte di tutti. È stata una bella esperienza”. L’interesse europeo e l’entusiasmo dei partecipanti rappresenta un solido punto di partenza per questo tipo di progetti, che però avrebbero bisogno di un sostegno pratico ed un riconoscimento anche da parte delle istituzioni locali, soprattutto per diventare sostenibili nel lungo termine.
In Italia la mentalità della condivisione gratuita delle proprie competenze potrebbe sembrare difficile da trapiantare, dato che l’individualismo e l’ottica del guadagno sono ben radicati nel tessuto socio-culturale. Alcuni progetti ed eventi recenti stanno invece dimostrando che anche il nostro Paese si sta pian piano aprendo alla Open Knowledge. Alessandro ha per esempio fondato, insieme a Danila Pellicani, Serena Schimd ed Elena Olavarria Dallo il Trade School Milano, “una scuola basata sul baratto, fondata a New York e ormai diffusa in tutti i continenti, in cui studenti e insegnanti condividono conoscenza in cambio di oggetti, idee o aiuto reciproco.” Roma ha invece aperto le porte alle RailsGirls, organizzando un workshop lo scorso 22-23 Marzo che è stato sostenuto, tra gli altri, da The Hub Roma, le Girl Geek Dinner Roma e Mikamai. Manca ancora in parte l’aspetto internazionale (il workshop era in italiano) ma le basi ci sono così come il potenziale di creare un ecosistema di insegnamento/ apprendimento gratuito nel settore tecnologico. In fondo, come sostiene Alessando, “questa visione affonda le sue radici nella cultura dell’Open Source, dove la condivisione e la collaborazione sono alla base della natura del movimento stesso. In una visione più ampia” continua ottimisticamente “sono convinto che la condivisione del sapere sia, in modo imprescindibile, parte integrante di ogni tipo di relazione sociale, e quindi anche dell’essere umano.”
Forse la prossima città che ospiterà i workshop della OpenTechSchool sarà dunque Roma, o Milano. Amelie e soci sarebbero sicuramente pronti a sostenere quest’iniziativa con grande entusiasmo.
ARIANNA BASSOLI