Decisamente siamo immersi nel cambiamento. Il posto fisso non esiste più. Le professioni dei nostri padri, quand’anche esistano ancora, sono talmente cambiate che loro non le riconoscerebbero. A una Libia che diventa democratica corrisponde una Repubblica Bielorussa che diventa un regno (prova generale per il let’s pretend re Putin). A un voto quasi libero in Egitto, corrisponde la tassa per votare che il Texas ha applicato alle ultime elezioni.
Da noi, per liberarci di alcuni statali inutili dovremo pagargli la pensione. Il solo deficit annuale del loro istituto Inpdap vale un paio di manovre fiscali. Le proposte intelligenti si sfracellano rovinosamente contro le lobby inamovibili del parlamento. Ormai consigliamo ai figli degli amici di andarsene a cercar fortuna all’estero come nel secolo scorso.
Sveglia! Questa è solo una trasformazione, il mondo non ha mai smesso di cambiare. La lotta è qui, ora, nel nostro magnifico, profondo, bistrattato, unico, strato culturale. Occorre solo studiare, lavorare, studiare di più, lavorare di più. Negli ultimi 20 anni ci hanno spacciato che sarebbe bastato farci furbi e il risultato è che troppi blaterano invece che lavorare.
Nel frattempo Malcolm Gladwell ci ha sbattuto in faccia che, oltre al talento, occorrono almeno 10mila ore di studio e pratica per diventare esperti di qualsiasi cosa.
Questo significa che anche nel mondo della rete, tranne poche eccezioni, siamo circondati da dilettanti. Quanti sono gli esperti di Twitter che hanno passato 6 ore ogni giorno degli ultimi 5 anni a sperimentare i 140 caratteri? Hanno passato anche 6 ore in Fb? Più 4,5 ore a giocare con adwords negli ultimi 7 anni? Beh, più un po’ di ore quotidiane per scrivere un blog e connettersi a Linkedin, Viadeo e Xing e ottimizzare le keywords ecc.
Quante ore hanno lavorato sui social network centinaia di sedicenti esperti, i cosiddetti #castadigitale, in altre parole chi fa più casino vale di più?
Un bel giorno mi sono chiesto se non sarebbe stato possibile riunire un gruppo di esperti veri, non tuttologi o fuffologi, per creare una scuola che si occupasse della materia. Social network, un settore con tutta l’aria di diventare basilare anche per la nostra economia, occupato, ancora una volta, dai discendenti dei pubblicitari. Social media lo chiamano. Dieci anni fa chiamavano gli odiati banner, Internet media. Per loro nulla pare cambiato, la notorietà non si costruisce, si compra. Al massimo l’hanno definita earned media.
Io volevo una scuola che eliminasse dal pensiero la parola media, nella sua accezione speculativa.
Un anno di lavoro duro che potesse aumentare il capitale di conoscenza dei social network, della dibattuta influence e del design di questa interazione vitale, di un fattore 4000 o giù di lì. Presentai l’idea al Politecnico di Milano e per una strana combinazione di eventi (anche questa cara a Malcolm) l’idea di #SNID divenne reale.
Mi servivano “veri esperti” over 10K, da trovare in rete, naturalmente. Costruimmo con Marisa Galbiati e Andrey Golub il nucleo originario del Comitato Scientifico e aprimmo subito il sito per mettere insieme gli argomenti che avremmo trattato. Lezioni frontali, esercitazioni collettive e stage per 1500 ore. Personal branding per altre 1500 ore e almeno 1000 o più ore di stimoli, indotti dai target mirati. Raggiungere le 4000 ore in un anno costituirebbe un grosso capitale. Se gli studenti che arrivano a noi non fossero proprio digiuni possono appiccicarci almeno 1000 ore di esperienza precedente.
Significa che con l’abbrivio che gli daremo, in un paio di anni diventeranno una bella categoria di esperti. Li abbiamo chiamati Snìder e si faranno onore in rete. Il nostro Master partirà il 7 Gennaio del 2013 e ogni giorno continuiamo a sviluppare il programma, perché la rete cambia ogni minuto e i nostri docenti +10K cambiano con lei. Stay tuned e mandateci i figli dei vostri amici.
E ora un po’ di informazioni pratiche. Il programma del Master SNID include 10 differenti moduli:
1. Contenuti – Organizzazione, aggregazione, trasformazione, ottimizzazione dei contenuti multimediali. Utilizzo di piattaforma dedicata di blog TV, Viral marketing, Applicazioni e Widget con particolare attenzione alle dinamiche del remix e dei Creative Commons. Come affrontiamo la sfida di rendere appetibile la Divina Commedia online?
2. P2P Economy – Una nuova forma di economia sta prendendo piede nella rete. Sharing è la parola d’ordine che ha il potenziale di scassare il sistema in cui viviamo, “Essere e non avere” è il monito che ci ha lasciato Erich Fromm. Abbiamo bisogno di tutte quelle automobili che stanno ferme per strada? La nostra società è organizzata solo per una crescita continua che ormai sappiamo tutti, essere fisicamente impossibile. Chi garantisce le valute di scambio che si stanno diffondendo ovunque, dal Sardex ai BitCoin ai Microsoft Points. Quali tasse dovremmo pagare per lo scambio dell’ospitalità, per gli sconti del 90%, per gli inviti a cena, per i nostri like, per il lavoro svolto insieme ad altri cento designer, mille architetti, diecimila programmatori? Le nuove banche saranno le società telefoniche o Google e FB?
3. Social Network – Evoluzione concettuale dei differenti aspetti della condivisione dei contenuti e di location, dating, business e job finding. Studio e logiche dei software di creazione dei SN.
4. Influence – Il semplice utilizzo della parola influence è in aumento esponenziale sulla rete. L’influenza si può ottenere solo con un duro lavoro di creazione della fiducia. La semplice verità non basta. Ci arriviamo attraverso l’analisi e l’utilizzo dei fattori che regolano da sempre i rapporti umani. Ci occuperemo del design e dello sviluppo della reputazione online. È una nuova scienza che possiamo applicare al singolo, alla marca o anche alla costruzione del prossimo ritrovato orgoglio nazionale?
5. Web – Analisi dell’architettura e usabilità del Web, affronteremo le tematiche progettuali dei siti, dell’email, dei web magazine e dell’e-commerce. Le logiche di crowdsourcing, gamification e connected home aprono nuovi fronti e nuove opportunità. Siete già pronti a coglierle?
6. Comunicazione Social – Come evolve la comunicazione della Marca 2.0 della nuova Social Enterprise. Anche la politica non può più trascurare questa forma di rapporto e sempre più vedremo nuovi approcci di e-government e istituzioni. Tutto il settore non-profit si sta espandendo sui nuovi pubblici. Come applicherete qui la user experience?
7. Internet of things – L’avvento dei social network non sarà limitato soltanto a tutti i tipi di interazioni tra i semplici esseri umani. Comincia a interessare anche i network tra gli umani e le macchine e le macchine tra di loro. Per macchina intendiamo tutti i dispositivi dotati di indirizzo IP, come i sensori che ci danno le previsioni del tempo, le scarpe o i pneumatici che ci danno percorrenze consumi e diagnosi o i termostati ed elettrodomestici che interagiscono tra loro per ottimizzare i consumi. Non dimentichiamo tutti i nuovi dispositivi e-medical che misurano le nostre pulsazioni, il sonno, l’acidità e così via. Che ruolo volete giocare in questo ambito?
8. Interactive Media – Editori e broadcaster sono in mezzo al guado. Hanno idee spesso confuse su come recepire le modalità di dialogo permesse dalle tecnologie, che con grosse resistenze interne, stanno comunque implementando. I giganti della rete come Amazon hanno invece strategie evolutive potenti. Le nuove interfacce poi, cambieranno i modi di interagire. I gesti, il nostro corpo tutto e non solo la voce, diverranno nuovo modo universale di comando per le apparecchiature. I nuovi display renderanno viva la realtà aumentata. Nuove opportunità di comunicazione stanno affiorando ogni giorno. Chi le coglierà?
9. Information Intelligence – Anche il commercio elettronico diventa social, quindi ha bisogno di Social Relation Management. Come possiamo estrarre valore da tutte queste relazioni senza offendere la privacy dei nostri amici? L’Information Intelligence esaminerà i pattern della diffusione delle informazioni e sarà in grado di prevedere i comportamenti dei mercati. Potete professionalmente restarne fuori?
10. Social Corporate – I social network sono i protagonisti di una rivoluzione degli strumenti di marketing, il loro avvento non può che perturbare e modificare anche tutti gli altri canali. Bisogna quindi cercare un equilibrio che combini le nuove opportunità del social con le caratteristiche dei canali già esistenti. Riscrivere il marketing mix, integrando le potenzialità dei social network con quelle degli altri mezzi. Come comunicare alle aziende il valore di tutto ciò? Attraverso un’attenta misurazione e monitoraggio che converta il risultato di una determinata azione social in termini di vantaggi economici comprensibili dalle aziende.
I lavori prodotti durante le esercitazioni non saranno valutati su base teorica, bensì attraverso il loro effettivo funzionamento online. Le tesi saranno pubblicate a cura dei nostri sponsor.
Milano, 20 agosto 2012MARCELLO CIVIDINI