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Questa è la storia della banda musicale più rivoluzionaria d’Italia

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Questa è la storia del laboratorio musicale più rivoluzionario d’Italia. È la storia di un paese di 5.000 abitanti della provincia di Arezzo che ha saputo trasformare la sua banda in uno degli esperimenti di musica contemporanea più apprezzati al mondo. È la storia di un compositore che ha osato immaginare che persone comuni potessero imparare a suonare qualsiasi cosa. È la storia di un’amministrazione comunale che ha avuto il coraggio di sostenere quel sogno, e affiancarlo alla sfida di inventare un modo nuovo di insegnare musica a scuola. È la storia di Orio Odori, ed è la storia di Banda Improvvisa.

A vent’anni Orio Odori era una promessa strumentale al conservatorio di Firenze. Il suo insegnante gli aveva già tracciato la strada per una carriera luminosa come clarinettista d’orchestra sinfonica.

E in effetti per una decina d’anni quello fu il suo mestiere. Ma a trent’anni era già chiaro per lui che suonare in un’orchestra gli dava solo inquietudine. Troppa rigidità, poche possibilità di sperimentazione, e soprattutto nessuno spazio per suonare la propria musica. Decise di seguire la sua vocazione di musicista di strada, e trovò nella banda di Loro Ciuffenna un primo gruppo di persone che gli diedero fiducia e decisero di seguirlo.

Non volevano suonare per forza Verdi, quelli della Filarmonica Giuseppe Verdi di Loro Ciuffenna. Erano felici di mettersi alla prova anche con brani inediti, scritti apposta per loro. E così impararono a suonarne sempre nuovi, e sempre più difficili. Ma soprattutto iniziarono a diventare molto bravi, e a vincere tutti i concorsi bandistici più importanti d’Italia con una musica che non suonava nessun altro.

Perchè la musica della Banda Improvvisa non ha niente a che fare con quello che ci si immagina quando si pensa alla banda di un paese. Non sono le solite marce da ascoltare distrattamente in occasione di qualche cerimonia pubblica. È una musica che mescola jazz, arie del melodramma, fanfare balcaniche, tarantelle, rock e canti popolari. È una musica generosa e travolgente, sempre familiare e sempre mai sentita prima. E infatti nessuno le resite. Al punto che nel 1999, quando vinsero il più importante concorso nazionale per banda per il secondo anno consecutivo, gli chiesero di non ripresentarsi più ai concorsi successivi perché non potevano premiare sempre loro.

Audio: Il Bruco

Iniziarono a essere chiamati a suonare in tutta Europa, e iniziarono a collaborare con alcuni dei musicisti contemporanei più noti, da Daniele Sepe alla Banda Nazionale del Belgio, alla Banda di Santiago di Cuba.

Nel frattempo Orio continuava in parallelo il suo percorso di compositore e clarinettista con l’Harmonia Ensamble, e a trasferire nella banda quello di cui si arricchiva strada facendo, compresa la scrittura e l’esecuzione di un’opera lirica ispirata alla vita di San Francesco che gli viene commissionata dal Teatro Verdi di Firenze.

La svolta arriva nel 2003 con “Pratomagno Social Club”, il primo disco con il nome Banda Improvvisa. Orio aveva scritto ininterrottamente per un anno pensando di fare un disco con la Kocani Orkestar, salvo poi accorgersi il primo giorno di prove che nessuno dei musicisti della Kocani sapeva leggere la musica. Sapevano suonarla, ma non sapevano leggerla. L’unico modo per insegnargliela era fargliela ascoltare. Bastava tornare a Loro Ciuffenna, farla suonare alla banda e registrarla. Detto, fatto. La banda era già abituata a suonare tutto e non esitò di fronte a quei nuovi brani. Orio si accorse di avere in mano un patrimonio e con il suo produttore, Giampiero Bigazzi, decise di andare avanti e incidere quel disco con la sua banda. Con Pratomagno Social Club, la banda fece più di 300 concerti in giro per l’Italia e finì con la propria musica nelle sigle di trasmissioni radio e TV, come le vere rockstar.

Poco dopo arriva la scuola. Orio aveva sempre continuato a insegnare musica alla scuola media di Loro Ciuffenna e con l’allora sindaco Franco Bagnolesi ebbe un’idea: portare la banda a scuola, e la scuola nella banda.

Per farlo il comune inizia a finanziare un progetto con cui porta a scuola musicisti che affiancano Orio durante le lezioni e insegnano ai ragazzi a suonare gli strumenti bandistici. Niente flautino dolce: nelle 2 sezioni della scuola media di Loro Ciuffenna si impara clarinetto, tromba, sax, flauto, trombone, percussioni. E ormai da 15 anni ogni lezione è a tutti gli effetti una prova di concertazione: Orio scrive la musica e i ragazzi imparano a suonare cose via via più complesse. I più bravi poi vanno a suonare in banda. “È un’idea nuova per insegnare la musica – spiega Orio raccontando il progetto – chi mi segue in 3 anni impara davvero a suonare uno strumento e se ha voglia può venire a suonare con noi in banda”. Un’innovazione così consolidata che ormai la metà dei bambini il primo giorno di scuola arriva sapendo già quale strumento vuole suonare. Alcuni addirittura arrivano già con uno strumento in mano, che si sono fatti regalare o che hanno comprato con i loro risparmi.

E così alla fine quando li vai ad ascoltare ti ritrovi davanti a una cinquantina di musicisti dai 12 ai 70 anni (il bambino ancora in prima media, l’assicuratore, l’operaio, un ex generale della Nato!) che suonano di tutto. All’ultimo concerto di Natale, per dire, hanno suonato con la stessa naturalezza il preludio della Traviata, O Sole Mio, una tarantella, due canzoni di Luigi Tenco, Jingle Bell e un brano lunghissimo ispirato a John Cage, che a un certo punto come strumenti usava anche una pialla, una sega e un martello. Oltre naturalmente ai loro pezzi “storici”, con cui ormai sono abituati a far ballare le piazze e i teatri di tutta Italia (venivano da un successo strepitoso al Teatro Parenti di Milano).

Mi sono commossa, come mi succede quasi sempre quando vado a sentirli suonare. Sarà perché Loro Ciuffenna è il mio paese, e vedere una meraviglia del genere che accade lì mi emoziona non poco. Ma sarà, soprattutto, perchè quello della banda di Loro Ciuffenna è uno di quei rari miracoli di innovazione sociale vera, buona, libera, che ti insegnano a non avere paura e ti mettono addosso una gran voglia di provare a cambiare le cose.

San Francisco, 11 marzo 2014Elena Favilli

Un ringraziamento particolare alla presidente della Filamornica “Giuseppe Verdi” di Loro Ciuffenna, Velleda Camiciotti.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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