Il quinto Internet Governance Forum (IGF) Italia, ospitato quest’anno dalla città di Torino, si è appena concluso. Possiamo rintracciare elementi di continuità con le edizioni precedenti, ma anche peculiarità proprie di questa edizione 2012.
Nel solco degli appuntamenti passati si pongono sicuramente la capacità di IGF di aggregare una partecipazione ampia e rappresentativa dei portatori di interesse della Rete italiana, favorita dall’ottima organizzazione del Forum di quest’anno (Consorzio Top-IX, CSP – Innovazione nelle ICT, Centro Nexa su Internet & Società del Politecnico di Torino, nel ruolo di coordinatore scientifico, con il supporto e il patrocinio di Regione Piemonte, Comune di Torino, Camera di Commercio di Torino e Politecnico di Torino, con il patrocinio di Expo 2015 e in collaborazione con Fondazione Torino Wireless, Istituto di Informatica e Telematica del CNR e ISOC Italia).
Come nei precedenti IGF, il dibattito è stato vivace, a tratti addirittura conflittuale, e ha riguardato i temi più urgenti e più rilevanti relativi ad Internet. Le peculiarità dell’edizione torinese possono invece essere rintracciate nella prossimità temporale di questo IGf con alcune azioni della politica governativa e alcuni eventi internazionali: elementi che hanno entrambi inciso sostanzialmente nello svolgimento del Forum.
L’approvazione del disegno di legge sulla semplificazione amministrativa del 16 ottobre scorso; la pubblicazione, del 18 ottobre, del decreto Crescita 2.0 che ha incluso i provvedimenti in tema di Agenda Digitale; l’avvio di alcune consultazioni pubbliche da parte del Miur, tra cui quella sui Principi fondamentali di Internet – lanciata anche in vista degli IGF italiano e Onu in Azerbaijan – e quella su ricerca e innovazione di Horizon 2020 Italy; il lancio della piattaforma dei ricercatori italiani nel mondo Innovitalia.net, hanno offerto all’IGF torinese argomenti sostanziali, ma anche importanti riflessioni sul metodo della partecipazione sociale tramite Internet.
Tra gli eventi internazionali che hanno avuto un impatto sulle discussioni di questi giorni, oltre al già citato IGF internazionale e al quarantacinquesimo meeting di Icann che si è appena svolto a Toronto, la parte maggiore l’ha indubbiamente rivestita la prossima World Conference on International Telecommunications (WCIT) che si terrà a Dubai, dal 3 al 14 dicembre. Proprio in occasione di questo appuntamento, Etno, l’associazione che riunisce gli attori europei delle telecomunicazioni, guidata da Luigi Gambardella di Telecom Italia, ha elaborato una proposta di revisione dei trattati dell’International Communication Union (ITU) sul funzionamento di Internet.
In sintesi, si propone di modificare, tramite regolamentazione internazionale, le attuali modalità di accesso ad Internet, introducendo una differenza tra best effort e quality based-services e applicando il principio del sending party network pays (SPNP), cioè la tradizionale tariffazione telefonica.
In altri termini, gli utenti pagherebbero a seconda di quello e di quanto fanno in Rete (se si manda una mail, ad esempio, o se il tuo sito è visitato da parecchi utenti).
Se per le Telco si tratta di una proposta finalizzata a realizzare un modello economico sostenibile per l’intero ecosistema di Internet, per gli Over the Top (Google e le atre) questa proposta aggiungerebbe un ulteriore balzello economico sulle loro spalle. Le più preoccupate e agguerrite sono però le comunità di utenti della Rete, come l’associazione Isoc Italia (chapter italiano della Internet Society, presieduto da Stefano Trumpy): per loro la proposta Etno, introducendo una discriminazione dell’accesso in base alla tipologia di contenuti, rappresenta una inaccettabile violazione della neutralità della rete.
E la neutralità della rete è l’anima della libertà della stessa Internet e il presupposto indispensabile per l’affermazione dei diritti basilari dei suoi utenti.
La unconference del 18 ottobre, organizzata da Isoc Italia e dedicata a questo tema – cui peraltro è dedicata una specifica una consultazione pubblica promossa dal Ministero dello Sviluppo Economico, mediante l’Iscom, diretto da Rita Forsi – ha indubbiamente rappresentato uno dei momenti del Forum in cui le diverse posizioni si sono confrontate con maggiore vivacità.
La difesa della neutralità della Rete e di un governance di Internet sostanzialmente multistakeholder è stata anche oggetto dell’appello che Juan Carlos De Martin, co-direttore del Centro Nexa su Internet e Società del Politecnico di Torino, Alberto Oddenino, Professore di Diritto Internazionale dell’Università degli Studi di Torino, e Stefano Rodotà, Professore Emerito di Diritto Civile dell’Università Sapienza di Roma, hanno inviato al Ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi di Sant’Agata, e al Ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, il 18 ottobre scorso, chiedendo loro e all’intero governo italiano, “di schierare l’Italia dalla parte della Rete, dell’innovazione, della libertà, come peraltro già raccomandato dalla Commissione europea”.
Stessa esortazione è stata peraltro espressa anche da Vint Cerf, uno dei padri della Rete e Internet Evangelist di Google, nel videointervento inviato per l’apertura del Forum torinese. La risposta dei Ministri interpellati non si è fatta attendere: ieri, 20 ottobre, giorno conclusivo dell’IGF 2012, sul quotidiano La Stampa, hanno affermato di riconoscere il “ruolo fondamentale per la crescita democratica delle nazioni e per la libera espressione dei cittadini di tutto il mondo” che Internet riveste e di essere a favore di una sua incondizionata libertà di espressione. In relazione alla governance della Rete, affermano i Ministri, anche l’orientamento della Commissione dell’Unione Europea è favorevole a mantenere il sistema attuale e non ad affidarne la gestione all’ITU.
Anche nel videointervento tenuto in apertura del Forum, il Ministro Giulio Terzi ha esaltato le potenzialità della Rete, annunciando peraltro che il prossimo Maecom – il documento programmatico relativo alle attività del Ministero Degli Affari Esteri, che sarà reso pubblico a giorni – conterrà misure di forte innovazione, che mirano a cogliere le opportunità offerte da Internet.
Oltre a quelli appena citati, sono stati davvero numerosi gli argomenti di cui si è discusso a IGF 2012: le piattaforme per la e-partecipation; l’e-government; i divari digitali; l’imprenditorialità in Rete; gli Open data; le Agende digitali e i loro differenti livelli; le infrastrutture tecniche. Ognuno di questi temi è stato oggetto di un dibattito specifico, che ha sempre avuto il pregio di mostrare punti di vista differenti espressi da attori altrettanto diversi tra loro.
A conclusione del Forum, il Ministro Francesco Profumo, ha ripercorso le tappe che il nostro Paese ha compiuto in tema di digitale e di Internet Governance, argomenti sui quali – ha, tra l’altro, affermato – occorre lavorare in misura crescente anche insieme ad organismi internazionali, come, ad esempio, l’Unesco, rappresentata nel panel conclusivo da Janis Karklins, Assistente del Direttore Generale per la Comunicazione e l’Informazione. Al termine degli interventi di chiusura, il Senatore PD Vincenzo Vita ha lanciato al Ministro Profumo una proposta, formulata insieme a Laura Abba, dell’Istituto di Informatica e Telematica del CNR, e a Juan Carlos De Martin: perché non ospitare in Italia, nel 2015 l’Internet Governance Forum globale? Dal Ministro una risposta possibilista e dalla platea mormorii di approvazione.
Non ci resta che lavorare e non farci trovare impreparati: cominciamo dicendo la nostra, entro il 1 novembre prossimo, su quali vogliamo che siano i principi che devono orientare il futuro di Internet e, quindi, gran parte delle nostre azioni individuali e sociali.
Torino, 21 ottobre 2012ANTONELLA GIULIA PIZZALEOIstituto di Informatica e Telematica del CNR di Pisa