Restrizioni sui chip: TSMC interrompe le forniture alla Cina

Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ordina a TSMC di fermare le consegne di chip avanzati ai clienti cinesi.

Immagine che illustra le restrizioni di TSMC sulla Cina
Scopri come TSMC ha interrotto le forniture di chip alla Cina.

Le nuove restrizioni alle esportazioni di chip

Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha recentemente emesso un ordine che impone a TSMC, uno dei principali produttori di semiconduttori al mondo, di interrompere le forniture di chip avanzati ai clienti cinesi. Questa decisione è stata presa in risposta alle preoccupazioni riguardanti l’uso di questi chip nelle applicazioni di intelligenza artificiale, un settore in rapida crescita e strategico per la tecnologia globale.

Il contesto delle restrizioni

Da oltre un anno, le restrizioni alle esportazioni hanno colpito principalmente aziende come NVIDIA, ma nonostante ciò, i chip continuano a circolare attraverso canali non ufficiali, come il mercato nero. Gli esperti di TechInsights hanno recentemente scoperto un chip prodotto da TSMC nel processore Ascend 910B di Huawei, utilizzato da diverse aziende cinesi per applicazioni AI.

Questo ha sollevato ulteriori interrogativi sulla capacità di monitorare e controllare le forniture di tecnologia avanzata.

La risposta di TSMC e le implicazioni future

In seguito alla scoperta di TechInsights, TSMC ha immediatamente informato il Dipartimento del Commercio, dichiarando di non fornire chip a Huawei dal settembre 2020, quando l’azienda cinese è stata inserita nella Entity List. Tuttavia, l’indagine preliminare ha rivelato che il chip in questione potrebbe essere stato consegnato a Huawei tramite un’altra azienda cinese, Sophgo, che ha negato qualsiasi coinvolgimento. A partire dall’11 novembre, TSMC ha confermato di aver rispettato l’ordine e ha sospeso tutte le consegne di chip AI in Cina.

Le sfide delle normative sulle esportazioni

Questo episodio mette in luce le difficoltà nel far rispettare le normative sulle esportazioni, che possono essere facilmente aggirate.

L’amministrazione Biden aveva pianificato di aggiornare la lista delle aziende cinesi soggette a restrizioni, aggiungendo altre 120 entità, ma fino ad oggi non ci sono stati sviluppi significativi in questo senso. La situazione attuale solleva interrogativi su come le aziende tecnologiche possano navigare in un ambiente normativo sempre più complesso e su come le politiche commerciali possano influenzare l’innovazione e la competitività globale.

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