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Retrospettiva Bulgari al Grand Palais

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C’è ancora tempo per ammirare i favolosi gioielli della maison Bulgari, in scena al Grand Palais, fino al 12 gennaio. A pochi passi dalla Senna, quest’angolo di Parigi è un luogo molto vivace per iniziative che si dividono fra arte e business: la Biennale dedicata all’antiquariato e l’alta gioielleria francese espongono qui.

La mostra, con le sue seicento creazioni e più, recupera parte del percorso presentato nell’allestimento romano dello scorso anno e lo amplia con tante novità. Innanzitutto, soffermandosi sulla svolta dello stile Bulgari, avvenuta alla fine degli anni Cinquanta; un cambiamento di forme (che diventano sicure e stilizzate), volumi (più morbidi e voluttuosi) e colori (con accostamenti arditi) che hanno influito moltissimo sulla moda e sul design per un intero trentennio.

Tra luci soffuse e un’atmosfera di grande raffinatezza, un centinaio di pezzi esclusivi sono esposti per la prima volta al pubblico; provengono dalla collezione del Museo Bulgari, preziosi “storici” tenuti segreti negli archivi della società e da collezioni private, come i tre gioielli della famiglia Grimaldi, tra cui una collana appartenuta alla principessa Grace (i reali monegaschi hanno risposto con grande sollecitudine e generosità alla richiesta scritta della curatrice, Amanda Triossi).

La collana, con un’antica moneta incastonata e il profilo di Alessandro il Grande, fa parte di quelle gemme nummarie su cui si montava il conio al posto della pietra, una pratica già in uso nell’antica Roma, ripresa con successo e intuito da Bulgari.

Il percorso espositivo è attraversato da otto sezioni disposte in ordine cronologico.

La prima, presenta bellissimi oggetti in argento creati nel secolo scorso da Sotirio Bulgari: grande manualità, mente creativa e un acuto senso degli affari, argentiere sbarcato a Roma, nel 1884, per fondare quella che sarebbe diventata una maison de joaillerie tra le più famose al mondo. S’ispirano all’Art Déco, i disegni originali del 1920 e ’30, quando la casa passa ai due figli del fondatore, Giorgio e Costantino Bulgari.

Creazioni fortemente influenzate dall’alta oreficeria francese, quelle datate tra gli anni Quaranta e Cinquanta e poi finalmente, lo stile pienamente italiano, la rivoluzione Bulgari degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, in cui prevalgono la pop art e l’audacia del design creativo ispirato al Rinascimento; mentre, negli anni Novanta, ecco il nuovo concept di “prêt-à-porter” nell’ambito dell’alta gioielleria.

Un’intera sezione tanto bella da vedere e di grande interesse è dedicata alla Dolce Vita e a un cast da leggenda. La storia d’amore tra Richard Burton e Liz Taylor, tempestata da liti furiose, riconciliazioni e diamanti, è scandita dall’intera collezione privata dell’attrice, sedici pezzi d’eccezionale valore, ciascuno con una storia da raccontare e poi i disegni preparatori per gioielli di scena e pellicole celebri con Anna Magnani, Monica Vitti, Claudia Cardinale, Sophia Loren, Romy Schneider, Ingrid Bergman, Gina Lollobrigida, che “indossano” le creazioni Bulgari.

All’inaugurazione, viste tante celebrities, fra cui Clive Owen e la splendida Julianne Moore, testimonials del brand, un inaspettato Lenny Kravitz che non ha mai lasciato il suo cicerone, Johnny Halliday, il regista Claude Leluche e Juliette Binoche, Liliane Bettencourt, Claudia Cardinale e Haider Ackermann, plausibile “erede” di Karl Lagerfeld, della maison Chanel.

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Scritto da luxu

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