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Salute mentale dei lavoratori e pandemia, i problemi affrontati dai datori di lavoro

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Una delle sfide più complesse che derivano dalle ripercussioni che la pandemia ha avuto sul mondo del lavoro riguarda certamente la salvaguardia della salute mentale dei dipendenti. In questo campo, tuttavia, i datori di lavoro stanno ancora affrontando le fasi iniziali del problema.

Salute mentale dei lavoratori e pandemia, i problemi affrontati dai datori di lavoro

Per affrontare al meglio le sfide che riguardano la salute mentale dei lavoratori derivate dalla pandemia Covid-19, l’ideale sarebbe che i datori di lavoro si fossero già premuniti di mettere in atto strumenti per la salvaguardia del benessere psicofisico dei dipendenti prima dell’avvento dell’emergenza sanitaria.

In questo contesto, ad esempio, Cisco stava lavorando con la dottoressa Mira Zein della Stanford University School of Medicine sulla loro strategia di tutela della salute mentale già prima della pandemia.

La strategia di Cisco includeva moduli di formazione per i manager e sforzi per destigmatizzare la conversazione intorno a questo importante argomento.

A questo proposito, si è espresso il vicepresidente esecutivo e chief people, policy & purpose officer di Cisco, FrancineKatsoudas, che ha dichiarato: “Quella collaborazione, penso, ci ha portato ad affrontare il problema della salute mentale sul lavoro a partire da più di un anno e mezzo prima dell’inizio della pandemia”.

Il vicepresidente esecutivo di Cisco, inoltre, ha descritto i vantaggi che la loro iniziativa ha dato all’azienda quando si è cercato di affrontare il problema del peggioramento della salute mentale dei dipendenti durante la pandemia.

Francine Katsoudas, poi, ha anche rivelato che Cisco ha “decentralizzato” la decisione relativa al lavoro remoto, permettendo agli individui e ai team leader di decidere in modo autonomo come impostare i loro modelli di lavoro e provare qualsiasi strategia per 90 giorni.

Questo ha garantito che l’azienda affrontasse la decisione su una base personalizzata e ha anche rafforzato il rapporto di fiducia con i dipendenti.

La dottoressa Mira Zein della Stanford University School of Medicine

Sul tema della tutela della salute mentale in relazione alla pandemia, si è espressa anche la dottoressa Mira Zein della Stanford University School of Medicine che ha spiegato: “Le persone che avevano preesistenti diagnosi di salute mentale si sono aggravate nel corso della pandemia. Così abbiamo avuto persone che arrivavano, per esempio, al pronto soccorso presentando un peggioramento del loro quadro clinico. Tuttavia, abbiamo iniziato a ricevere anche persone alle quali sono state diagnosticate nuove diagnosi“.

Zein, quindi, ha precisato che i leader aziendali dovrebbero verificare eventuali segni di declino della salute mentale e non essere sorpresi se questi dovessero essere in aumento.

La salute mentale può peggiorare, ma le persone sono anche più a loro agio a discuterne.

Salute mentale, le strategie di Salesforce

A Salesforce, l’azienda aveva investito molto tempo e risorse nel fornire supporto per la salute mentale, compresi i cosiddetti “momenti di gioia” e offerte di meditazione, ma hanno dovuto adattare e rinnovare il loro approccio nel momento in cui i lavoratori dell’ufficio erano tutti in smart working. Il chief people officer dell’azienda, quindi, ha guidato dei townhall virtuali, con esperti esterni e persone di tutta l’azienda che hanno condiviso le loro vulnerabilità ed esperienze nel trattare il tema della salute mentale.

Sull’argomento, è intervenuto il chief marketing and engagement officer di Salesforce.org, Cristina Jones, che ha sottolineato: “Crediamo che la salute mentale, l’equità sanitaria e lo sviluppo della forza lavoro siano tutti concetti collegati tra loro: non si possono separare. Se i membri del team stanno affrontando sfide di salute mentale o sfide familiari o qualsiasi altra cosa, ha assolutamente un impatto sulla loro capacità di eccellere sul lavoro e non c’è una soluzione unica per questo problema”.

Cristina Jones, infine, ha anche precisato che Salesforce sta affrontando un approccio simile a quello della “decentralizzazione” delle strategie lavorative annunciato da Cisco, asserendo: “Abbiamo l’opportunità di impegnarci con le persone in un modo più intenzionale “.

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Scritto da Ilaria Minucci

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