Nel mezzo del cammin di nostra vita…
Chissà se Dante sapeva che, oltre a una questione puramente anagrafica, per l’appunto, 35 anni rappresentavano e rappresentano un’età piuttosto peculiare. Vi siete mai chiesti a che età un genio diventa un genio? O meglio, qual è l’età migliore per produrre un capolavoro? La risposta a una domanda di questo tipo non è semplice, prima di tutto perché la domanda stessa è interpretabile in modo non univoco.
Credits: tinatarnoff.typepad.com
Un economista, tuttavia, ha pubblicato nel 2010 un articolo su una prestigiosa rivista, la Review of Economics and Statistics, cercando di produrre una qualche evidenza empirica sulla questione.
Raccogliendo i dati sui premi Nobel, Jones ha mostrato come l’età giusta per partorire la genialata sia da ricercare intorno ai 34 anni.
Noi abbiamo deciso di aggiornare il suo dataset e, soprattutto, di estenderlo. Sia nel tempo, andando a cercare dati più vecchi; sia allargando il ventaglio delle discipline. Alla fine, abbiamo raccolto più di 1.400 osservazioni, che raggruppano grandi innovatori in diverse discipline: matematica, fisica e astronomia, economia, filosofia, letteratura, musica e arti figurative, imprenditorialità, politica e leadership.
Tabella 1
Naturalmente, selezionare chi è un genio e quale possa essere l’opera attraverso la quale lo/la si possa catalogare come tale non è questione banale e, inevitabilmente, porta con sé un elemento di soggettività nella selezione. L’assegnazione dei premi Nobel, a partire dal 1900, rende più semplice l’identificazione dello scienziato eccezionale ma, anche in quel caso, è difficile stabilire a che anno il vincitore del premio ha iniziato a lavorare sull’idea che, poi, si è tradotta nel prestigioso riconoscimento.
Per questo, naturalmente, abbiamo dovuto fare delle scelte e delle assunzioni, per quanto riguarda i secoli passati, privilegiando, di volta in volta, un libro che viene riconosciuto universalmente come un’opera rilevante; un’opera che lancia il giovane musicista sul palcoscenico internazionale; la presa del potere per il leader o l’invenzione brevettata che dà il la alla carriera di un imprenditore di successo.
Abbiamo raccolto informazioni su tutti i continenti a partire dal sedicesimo secolo, ovviamente scontrandoci con altre due forti limitazioni: la prima concerne il fatto che l’eurocentrismo della storia fa sì che la gran parte del nostro database sia costituito innovatori europei o nord-americani. La percentuale si avvicina infatti all’85 % del campione.
La seconda, invece, riguarda la connotazione sessista della società, per cui solo il 10% dei grandi innovatori del nostro dataset è rappresentato da donne.
E la percentuale è ancora più bassa (4,3%) se si guardano i secoli fino al diciannovesimo.
Le limitazioni di questo tipo di analisi, insomma, ci sono molto chiare e non le nascondiamo. Non di meno, abbiamo comunque costruito un universo di osservazioni molto ricco e dalla cui analisi è possibile trarre alcuni spunti interessanti di discussione.
Di fatto, le conclusioni mostrate da Jones nell’articolo di Review of Economics and Statistics restano valide, poiché il climax della creatività dei geni si ha intorno ai 35 anni di età.
Figura 1 – La creatività del genio per fasce d’età
Per ogni categoria che compone il nostro dataset, abbiamo poi rappresentato in 3D la distribuzione di creatività per età e secolo.
Figura 2 – Gli scrittori
Figura 3 – Gli scienziati (fisici ed astronomi)
Figura 4 – I leader politici
Figura 5 – I filosofi
Figura 6 – I matematici
Figura 7 – Gli economisti
Figura 8 – Gli artisti (figurativi e musicisti)
Commento:
I grafici tridimensionali mettono in relazione l’età a cui la persona ha fatto una scoperta (pubblicato un libro, dimostrato un teorema, composto un’opera, brevettato un’invenzione), l’anno in cui questa scoperta è stata fatta e il secolo di riferimento.
Dall’analisi delle diverse categorie, emergono alcune regolarità: l’età del genio tende ad aumentare, almeno in quanto a distribuzione, nel corso del tempo, il che è in linea con l’aumento di aspettativa di vita nel corso dei secoli.
I colori danno un’idea della distribuzione dei dati nei secoli (per i leader politici, abbiamo raccolto la stragrande maggioranza delle informazioni nel ventesimo secolo, anche grazie alla disponibilità di date precise su elezioni o ‘colpi di stato’).
Gli economisti mostrano una grande linearità nell’evoluzione temporale della loro produzione, il che è probabilmente da attribuirsi anche alla crescita proprio della produzione e del ruolo giocato dalla disciplina.
Tabella 2
È possibile riscontrare geni più anziani in tutte le categorie, nel diciannovesimo come nel ventesimo secolo, anche per lo sviluppo tecnologico e per il potenziamento della ‘comunicazione’: a mezzo stampa, tramite il fiorire di università e centri di ricerca strutturati e per l’aumento anche della scolarità media.
Di fatto, il network relazionale dei geni aumenta la sua potenza di fuoco: un genio è meno isolato e può dialogare con altri geni.
Questo, chiaramente, rende più semplice e veloce la diffusione delle idee e allunga anche la carriera dell’innovatore.
Figura 9 – La creatività (per categorie)
Figura 10
Commento
Le curve di distribuzione per età si spiegano da sè: più sono schiacciate a sinistra e più i geni della categoria considerata realizzano i loro capolavori in età giovanile. È facile notare come, per i politici (e non sorprende, data anche la complessità della questione ‘potere’), la distribuzione sia quella più spalmata sull’intera distribuzione.
Viceversa, scienziati, artisti e, soprattutto, imprenditori, mostrano una maggiore creatività da giovanissimi.
Con un modello econometrico che stima le probabilità di un dato risultato, abbiamo stimato gli effetti marginali di un certo fattore sull’età della creazione.
La tabella seguente mostra i risultati. I dati vanno interpretati come la probabilità di fare la propria creazione sotto i 20 anni per ciascuna delle categorie considerate. I numeri possono essere letti, in questo caso, come una sorta di classifica: valori più alti indicano una maggiore probabilità di creatività in età giovanile, mentre i valori più bassi sono associati a un minore rendimento del genio.
Tabella 3
And the winner is…
L’imprenditore, seguito a stretto giro di posta da scrittori, artisti e matematici. Chiude la classifica, come c’è da attendersi, il leader politico.
I PIU’ GENIALI DI SEMPRE
Abbiamo infine fatto un gioco, puramente indicativo, per costruire la classifica dei top 10 degli innovatori, privilegiando appunto l’età del loro ingresso nel mondo dei geni.
Il ranking è il seguente:
Conclusioni
Cercare di costruire la distribuzione anagrafica del genio non è affatto questione semplice, per via della non univocità, appunto, della definizione stessa di “chi” è genio e di “che cosa” è genio. Abbiamo comunque costruito un dataset molto ricco, con 1412 osservazioni divise per categorie di persone, ottenendo dei risultati che confermano quanto la letteratura di stampo economico ha proposto. L’età chiave risulta essere il decennio compreso tra i 30 e i 40 anni. S
e si pensa che l’Italia, secondo Eurostat, è ultimissimo tra i paesi UE con docenti sotto i 40 anni, l’urgenza di un intervento di policy è molto chiara.
LUCIANO CANOVA*
*Luciano Canova è ricercatore universitario e si occupa di “economia della felicità”. Hanno collaborato a questo studio Kiran Rajput, Mohammed Tolba e Christian Loggia. L’autore ringrazia particolarmente Massimo Temporelli