in

Sconto in fattura 2022: requisiti e come richiederlo

A partire dal gennaio 2020 sono state introdotte due interessanti novità: la cessione del credito d'imposta e lo sconto in fattura.

pexels mikhail nilov 6964105

Grazie alla Legge di Bilancio 2022, anche quest’anno, sarà possibile effettuare lavori di ristrutturazione e di riqualificazione energetica di edifici che non siano di nuova costruzione. Sono state infatti prorogate fino al 31 dicembre 2024 le scadenze di alcuni dei più interessanti Bonus statali, tra i quali l’Ecobonus e il Bonus Ristrutturazione.

Non è solo la proroga di questi importanti incentivi, molto utili in questo periodo di instabilità e crisi energetica, che permetterà a tanti di effettuare migliorie agli edifici, ma anche la possibilità di ottenere immediatamente uno sconto in fattura sui lavori o sugli acquisti effettuati.

Detrazioni bonus: come vengono rimborsate

Prima del 2020, chi decideva di usufruire dei bonus e delle agevolazioni statali non poteva fare altro che ricorrere alle detrazioni IRPEF, le quali prevedevano – e prevedono tuttora, giacché si tratta di una possibilità sempre presente – una suddivisione in 10 quote annue della somma da rimborsare. Questo significava dover pagare la somma dei lavori, spesso molto elevata, per intero.

A partire dal gennaio 2020 sono state introdotte due interessanti novità, volte a offrire interessanti vantaggi e, di conseguenza, a incentivare l’esecuzione dei lavori previsti dai bonus: la cessione del credito d’imposta e lo sconto in fattura.

Mentre il primo consente di trasferire il credito d’imposta a una banca, a un intermediario finanziario o ad altro soggetto, ottenendo in cambio la liquidità di cui si ha bisogno per effettuare i lavori, il secondo risulta ancora più comodo e veloce, in quanto permette di pagare esclusivamente la somma che non viene coperta dal bonus.

Sconto in fattura: come funziona esattamente

Chi decide di effettuare lavori che permettono di usufruire dell’Ecobonus, del Bonus Ristrutturazione, del Superbonus, del Bonus Facciate, del Sismabonus o del Superbonus Fotovoltaico, può optare per lo sconto in fattura, a patto che l’azienda alla quale si rivolge per eseguire gli interventi di ristrutturazione o per acquistare articoli e materiali rientranti nel bonus metta a disposizione dei propri clienti questa opportunità, come fa ad esempio Leroy Merlin, dove è possibile usufruire del pacchetto Zero Pensieri – liberandosi così del pensiero di tutta la burocrazia associata a sconto e bonus in fattura.

Lo sconto, il quale dovrà essere richiesto direttamente alle aziende coinvolte nei lavori, consentirà al committente di pagare esclusivamente la somma esclusa dal bonus, la quale, nel caso del Bonus Ristrutturazione e dell’Ecobonus, è pari al 50% del totale. Le ditte coinvolte, acquisito il credito d’imposta per la somma restante, potranno scegliere se cederlo a una banca per ottenere liquidità immediata o se scaricarlo dall’IRPEF nel corso dei successivi 10 anni.

Chi può richiederlo

Lo sconto in fattura può essere richiesto da tutti i proprietari di immobili edificati sul suolo italiano, indipendentemente dal fatto che vi abbiano o non vi abbiano preso la residenza. Anche chi vive all’estero, ma possiede un edificio in Italia e desidera effettuare lavori di restauro o miglioramento energetico, può usufruire dei bonus e, di conseguenza, dello sconto in fattura.

Bonus e, di conseguenza, sconto in fattura possono essere richiesti anche dai seguenti soggetti:

  • dal convivente del proprietario dell’immobile;
  • in caso di separazione, dal coniuge al quale viene assegnata l’abitazione, indipendentemente dal fatto che ne sia o non ne sia il reale proprietario;
  • dal promissario acquirente, prima che l’immobile entri in suo possesso.

Il richiedente deve inoltre essere una persona fisica.

Sconto in fattura: a quali lavori può essere applicato

La tipologia di lavori per i quali è possibile richiedere lo sconto in fattura varia in base al tipo di Bonus.

Come visto in precedenza, sono numerosi gli incentivi che consentono di ottenere questa interessante agevolazione. Il primo è l’Ecobonus, il quale viene concesso per l’acquisto di caldaie a condensazione o stufe a pellet, il rinnovo degli impianti elettrici e del sistema di riscaldamento, la sostituzione degli infissi e l’installazione schermature solari; l’importante è che gli interventi primari consentano di elevare di una classe energetica l’abitazione o l’edificio.

Il bonus ristrutturazione permette invece di ottenere uno sconto in fattura per tutti i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’immobile, nonché per gli interventi di riqualifica edilizia; tra le spese scontabili rientrano anche il rifacimento del bagno e dei pavimenti, per una spesa massima di 96000 euro.

Tra gli altri interventi che permettono di ottenere bonus e sconto in fattura vi sono:

  • gli interventi per la messa in sicurezza degli edifici (Sismabonus);
  • l’installazione di colonnine di ricarica per vettura elettriche (Superbonus fotovoltaico);
  • la ristrutturazione di edifici dal valore storico (Superbonus);
  • il rifacimento delle facciate degli edifici (Bonus facciate).

Come richiedere lo sconto in fattura

Chi desiderasse richiedere lo sconto in fattura dovrebbe, per prima cosa, verificare se la tipologia di lavori che si intende effettuare richiede titolo abilitativo edilizio; in caso affermativo, sarà necessario contattare un tecnico abilitato che provvederà a redigerlo.

Fatto questo, si potrà procedere con l’individuazione di aziende che mettano a disposizione dei clienti la possibilità di ottenere il bonus sotto forma di sconto diretto sulla fattura di pagamento e consegnare tutta la documentazione richiesta.

A seconda dei casi, le pratiche per ottenere questo tipo di rimborso potranno essere espletate dall’azienda scelta oppure dal committente.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

What do you think?

Scritto da Redazione Think

ied

Open Days IED: dal 26 al 30 settembre presentazione dei Corsi di Formazione Continua

schermata 2022 09 23 alle 110250

A un anno dal “Manifesto Cop26” primi tangibili risultati delle aziende aderenti