Usare un reality per scopi scientifici è una bellissima idea, specialmente se permette di capire qualcosa di più sul problema del secolo: come combattere i chili di troppo.Il controllo del peso è uno dei grandi problemi della nostro società e si sta espandendo dal mondo sviluppato anche a quello in via di sviluppo.Man mano che il livello di vita migliora, e cambiano le abitudini alimentari, la percentuale delle persone sovrappeso aumenta, facendo lievitare, insieme ai chili, l’incidenza di diabete, ipertensione ecc.
Il diabete è la nuova epidemia a livello mondiale. Guardate i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità e scorrete le percentuali dell’incidenza del diabete tra la popolazione nella fascia d’età tra 20 e 79 anni in tutti i paesi del mondo.
Paradisi di vacanze come la Polinesia Francese (Tahiti e isolette limitrofe, per intenderci) registrano il 20% contro il 5% nostrano o il 2% del Kenya.
Che i cambiamenti rapidi dello stile di vita siano importanti ce lo dicono le percentuali, straordinariamente alte, di tutti i paesi della penisola arabica, che sono passati dal cammello al SUV in pochi decenni.
Combattere i chili in eccesso, oltre ad avere una indubbia valenza estetica, è un imperativo medico.
The biggest loser
Fare perdere peso alle persone seriamente obese è una priorità per i sistemi sanitari di tutto il mondo. Negli USA si tentano diverse strategie, dagli incentivi economici (ti do un premio in denaro se dimagrisci) ai reality show dove vince chi perde più peso.
Quando si parte da pesi tra 150 e 200 chili, dimagrire è un’attività a tempo pieno con ore e ore di palestra, uniti a diete durissime.I risultati di chi è abbastanza determinato da perseverare (consumando molte più calorie di quelle che ingerisce) ci sono, con perdite di 50 fino a 90 chili nel giro di sette mesi (la durata del reality).E’ indubbiamente un grande risultato: gli ex grandi obesi sono giustamente orgogliosi della loro forma ritrovata ma, purtroppo per loro, devono fare i conti con il loro corpo che non è stato per niente contento del trattamento shock che ha subito.
Come funziona il metabolismo basale
Il nostro corpo è una macchina fantastica che si è evoluta per assicurare la sopravvivenza della specie anche nelle condizioni di vita più dure.Per essere vivi, senza fare nessuno sforzo particolare, abbiamo bisogno di un certo numero di calorie.
Si chiama metabolismo basale ed è l’energia necessaria per mantenere costante la nostra temperatura, respirare, fare battere il cuore, digerire, insomma il minimo indispensabile per vivere.
Il metabolismo basale dipende dal peso, dall’età, dal sesso e si può facilmente stimare con una formuletta approssimata.
I dati del grafico sono delle medie ma bisogna considerare che il metabolismo basale non è una quantità ben definita perché il nostro corpo ha una straordinaria capacità di adattarsi alle mutevoli condizioni alimentari.
Gli esseri umani sono stati per molte centinaia di migliaia di anni dei cacciatori-raccoglitori che mangiavano quello che riuscivano a procacciarsi. Digiuni, anche prolungati, dovevano essere abbastanza frequenti e il metabolismo ha imparato ad adattarsi alle situazioni critiche e resistere a periodi di carestia.Quando il cibo è poco, il metabolismo diminuisce le sue richieste. È stata una carta vincente di homo sapiens e gli ha permesso di conquistare il mondo, ma è controproducente per la nostra società.
Nelle società ricche il problema non è certo la mancanza di cibo ma piuttosto la sua sovrabbondanza.
A dispetto dei mutamenti delle condizioni di vita e delle abitudini alimentari, il nostro corpo è lo stesso di 1.000, 10.000 o 100.000 anni fa ed è sempre il suo meccanismo di regolazione interno che decide quante calorie sono necessarie.
L’effetto carestia sui chili di troppo
Il metabolismo opera indipendentemente dal nostro controllo ed è diabolicamente bravo ad adattarsi alle circostanze.
Quando io, nella speranza di dimagrire, riduco le calorie introdotte nel mio organismo, il mio metabolismo dichiara emergenza carestia e riduce le sue richieste, rendendo difficile il dimagrimento.Facile immaginare che, per i partecipanti al reality, la grande disparità tra le calorie ingerite e quelle utilizzate abbia fatto scattare il meccanismo di autodifesa del metabolismo che ha ridotto le sue richieste.
Tutti i partecipanti, alla fine, hanno metabolismo a riposo molto inferiore a quello iniziale (e questo non sarebbe strano, visto che il peso è un fattore importante).
Peccato che l’effetto carestia abbia fatto scendere il loro metabolismo a livello inferiore a quello di persone della stessa classe di età di del nuovo peso. I nutrizionisti che hanno studiato il fenomeno seguendo gli ex obesi per diversi anni pensavano che, dopo un certo tempo, con il venire meno delle condizioni carestia, il metabolismo sarebbe risalito a livelli normali, invece no. Anche dopo anni, il metabolismo basale rimane in modalità risparmio e richiede meno calorie, cosa che favorisce la crescita del peso.
È quello che è successo a 13 dei 14 concorrenti che sono stati seguiti. Lo scarto tra il loro metabolismo e quello di persone di peso ed età comparabile è stupefacente. Mentre un uomo di 35 anni e peso di 100 kg, per sopravvivere ha bisogno di almeno 2200 Kcal al giorno, al vincitore del reality ne bastano 1400, 800 di meno.
È una differenza drammatica perché significa che tutto quello che viene ingerito al di sopra di 1400 calorie (che sono pochine per un uomo giovane e non magro) contribuisce all’aumento del peso a meno che non venga bruciato con un serio esercizio fisico.
Morale: se, dopo una dura dieta, i chili ritornano, non sentitevi troppo in colpa.
Capita alla maggioranza delle persone che si sottopongono a diete.
Tutta colpa del cavernicolo che è dentro di noi
Con buona pace delle industrie che prosperano nel business del dimagrimento, siamo fregati dal cavernicolo che c’è in noi.
La via giusta è piuttosto cercare di cambiare, poco a poco, il metabolismo. Le chiavi di volta sono l’esercizio fisico e, ovviamente, l’alimentazione. Muoversi di più, insieme a piccoli pasti frequenti, è certamente una buona strategia, ma i risultati si vedono sul lungo periodo. Sicuramente il metodo “reality” non è quello giusto.
Sottoporsi a stress alimentari e fisici eccessivi fa chiudere a riccio il metabolismo che invece deve essere gentilmente convinto ad accelerare il suo ritmo.
Cambiare il metabolismo è difficile, ma questo non significa che sia inutile provarci.