Se vedete una stella cadente mandate un tweet. Per gli astronomi

scienze

Estate, caldo, serate all’aperto, passeggiate nel fresco della notte. Tanto basta per rendere agosto il periodo ottimale per riscoprire la bellezza del cielo stellato. Alle condizioni climatiche, poi, si somma una fortunata congiunzione astronomica che è all’origine della pioggia di stelle cadenti che si presenta tra il 10 e il 15 di agosto e, per questo, è nota come lacrime di San Lorenzo.

L’orbita della Terra, a metà agosto, attraversa l’orbita della cometa Swift-Tuttle, che continua ad ospitare rimasugli di polvere cometaria, quella stessa che ha dato origine alla coda che abbiamo ammirato nel passaggio del 1992. Senza voler annoiare nessuno, vale la pena di ricordare che le comete sono corpi minori del sistema solare, di dimensioni di qualche chilometro, forme irregolari, vagamente patatoidi, formati di ghiaccio e polveri.

Qualcuno le chiama palle di neve sporca, una descrizione che trasmette bene l’idea di base: il componente fondamentale delle comete è il ghiaccio. Gli astrofisici le amano molto perché pensano che il materiale del quale sono fatte sia pristino, cioè sia rimasto inalterato da quando si è formato, poco meno di 5 miliardi di anni fa, alle origini del sistema solare.

La residenza abituale delle comete è alla periferia del sistema solare, in quella che gli astronomi chiamano la nube di Oort, una specie di riserva di miliardi di comete surgelate. Ogni tanto succede che una di queste palle di neve sporca passi troppo vicino ad altre e l’interazione gravitazione alteri la sua orbita e la spedisca verso il centro del sistema solare (è anche possibile che la cometa venga espulsa dal sistema solare, ma questo non è il caso che ci interessa).

La legge di gravitazione universale ci dice che la cometa ha due possibilità. Può seguire un’orbita aperta, facendo un solo passaggio rasente al Sole per poi allontanarsi e mai più tornare, oppure può descrivere un’orbita chiusa, una ellissi. In questo caso parliamo di una cometa periodica che si ripresenterà ad intervalli regolari.

Swift-Tuttle è appunto una cometa periodica, come la celeberrima Halley. Quando si avvicinano al Sole, le comete vengono investite dalla radiazione della nostra stella. Poverine, non sono abituate. Nella nube di Oort sono lontanissime dal Sole. Il bagno di radiazione fa sublimare il ghiaccio superficiale che si trasforma in vapore liberando anche la polvere intrappolata. Così si formano le code delle comete, che sono sempre opposte al Sole perché vengono, letteralmente, pettinate dal vento solare.

I granelli liberati viaggiano alla stessa velocità della cometa, grossomodo 50 km/sec, e, una volta passata la cometa madre, rimangono nella stessa orbita che diventa una regione dello spazio ad alta densità di piccoli detriti. L’entrata di questi velocissimi granelli nella nostra atmosfera li vaporizza, trasformandoli in scie luminose: le stelle cadenti. Quelle di metà agosto si chiamano Perseidi perché sembrano provenire dalla costellazione del Perseo. Finisco la lezione sulle stelle cadenti ricordando che il legame tra le Perseidi e la cometa periodica Swift-Tuttle fu scoperto da Giovanni Virginio Schiaparelli nel 1866.

Quest’anno l’osservazione delle Perseidi si annuncia molto promettente. Gli astronomi ci dicono che, con buona pace di San Lorenzo, il massimo ci sarà nella notte tra il 12 e il 13 agosto, con circa 100 stelle cadenti all’ora (grossomodo 1-2 al minuto). La Luna, gentilmente, tramonterà poco dopo le 22 e l’oscurità faciliterà l’osservazione delle stelle cadenti che saranno le protagoniste indisturbate delle prossime notti. Se la notte fatidica fosse nuvolosa, niente paura, il fenomeno continuerà per diversi giorni a cavallo del massimo.

Le stelle cadenti si possono godere ovunque, in città, al mare, in campagna o in montagna, meglio se sdraiati in un luogo (ragionevolmente) buio. Non bisogna dimenticare di avere pronti dei desideri, perché la tradizione vuole che per ogni stella cadente si esprima un desiderio (i doppioni non valgono). Non esiste un galateo delle stelle cadenti, si possono ammirare da soli oppure in compagnia, magari in party improvvisati. Visto che è probabile che ognuno sia munito di uno smartphone, vi farà piacere sapere che quest’anno possono essere godute anche nella dimensione social.

L’Istituto Nazionale si Astrofisica (INAF) vi invita a condividere il vostro desiderio via twitter allo hashtag #stellacadente. L’iniziativa si chiama “Un tweet chiamato desiderio”. Mentre i desideri verranno votati sulla pagina Facebook dell’INAF, la geolocalizzazione e la temporizzazione dei messaggi permetteranno agli astronomi di fare un po’ di statistica sul numero e sul tasso degli avvistamenti.

Nel caso vedeste un puntino luminoso che si sposta, non preoccupatevi, state vedendo la luce riflessa da un satellite artificiale (nel caso di puntino molto luminoso che si accende e spegne con regolarità è invece un aereo, ma a notte fonda ce ne sono pochi). Gli avvistamenti dei satelliti artificiali sono frequenti e non meno divertenti di quelli delle stelle cadenti. Per esempio, per l’11, 12 e 13 Agosto tra le 22,30 e le 23 è previsto il passaggio della stazione spaziale Internazionale che è grande come un campo da calcio ed è luminosissima (per più dettagli sugli orari di visibilità, consiglio www.calsky.com).

Però niente confusioni, un tweet chiamato desiderio si applica solo alle stelle cadenti.

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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