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Serre spaziali: il futuro dell’agricoltura in orbita

Le serre dinamiche di Space V promettono cibo fresco per gli astronauti in missione.

Serra spaziale con piante in crescita nell'orbita terrestre
Scopri come le serre spaziali stanno rivoluzionando l'agricoltura.

Il futuro dell’alimentazione spaziale

Negli ultimi anni, l’idea di coltivare cibo fresco nello spazio ha smesso di essere un sogno e sta diventando una realtà concreta. Con l’avanzamento delle tecnologie, gli astronauti del futuro potrebbero finalmente dire addio ai pasti disidratati e termostabilizzati, sostituendoli con verdure fresche coltivate direttamente in orbita. Questo cambiamento non solo migliorerà la qualità della dieta degli astronauti, ma avrà anche un impatto significativo sulla loro salute e benessere durante le lunghe missioni spaziali.

Adaptive Vertical Farm: la serra del futuro

Il progetto più innovativo in questo campo è l’Adaptive Vertical Farm (AVF), sviluppato da Space V, uno spin-off dell’Università di Genova. Questa serra a struttura multipiano è progettata per adattarsi dinamicamente alla crescita delle piante, raddoppiando la resa produttiva rispetto alle serre verticali tradizionali.

Grazie a questa tecnologia, si prevede un aumento della produzione delle piante per unità di volume fino al 135%, un risultato straordinario che potrebbe rivoluzionare l’agricoltura spaziale.

Efficienza energetica e spazio ottimizzato

Uno degli aspetti più interessanti dell’AVF è il suo risparmio energetico. Rispetto a una serra a scaffali fissi, questa tecnologia consente di ridurre il consumo energetico fino al 43%. In un ambiente spaziale, dove ogni risorsa è limitata, questa efficienza è fondamentale. La serra è progettata per condizionare solo lo strato immediatamente vicino alle piante, ottimizzando così l’uso dell’energia e garantendo una crescita sana e rapida delle coltivazioni.

Varietà e benessere psicologico

Un altro vantaggio dell’AVF è la possibilità di coltivare diverse varietà di piante contemporaneamente, come pomodorini e rucola.

Questa diversificazione non solo arricchisce il menù degli astronauti, ma contribuisce anche al loro benessere psicologico. La presenza di piante vive a bordo delle stazioni spaziali può alleviare la sensazione di isolamento e nostalgia per la Terra, offrendo un contatto con la natura che è spesso assente nelle missioni spaziali.

Un passo verso la new space economy

Il prototipo di serra presentato all’Euroflora di Genova è stato concepito per la Stazione Spaziale Internazionale, ma Space V guarda anche oltre, verso le stazioni spaziali commerciali. Con l’aumento dei viaggi spaziali privati, la disponibilità di cibo fresco potrebbe diventare un fattore competitivo importante per attrarre turisti spaziali. Gli astronauti e i viaggiatori commerciali potrebbero così godere di un’esperienza più simile a quella di un hotel sulla Terra, con il vantaggio di avere a disposizione alimenti freschi e nutrienti.

Prospettive future e sostenibilità

Il lavoro di Space V non si limita alla sola agricoltura spaziale. Le tecnologie sviluppate possono avere applicazioni anche sulla Terra, in ambienti estremi o isolati, come piattaforme offshore o zone polari. Con l’interesse crescente per l’agricoltura sostenibile e l’innovazione tecnologica, le serre spaziali potrebbero rappresentare un modello per il futuro dell’agricoltura in condizioni difficili. La startup, fondata nel 2021, ha già ricevuto finanziamenti significativi e sta lavorando a stretto contatto con l’Agenzia Spaziale Italiana per sviluppare ulteriormente questa tecnologia.

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