La nomina di politici nel comitato di Shein
Negli ultimi giorni, la nomina di Christopher Castaner, ex ministro dell’Interno francese, nel comitato regionale di Shein ha scatenato un acceso dibattito. La scelta di includere politici di spicco in un’azienda nota per la sua produzione di moda a basso costo e di scarsa qualità ha sollevato interrogativi sulla reale intenzione di Shein di perseguire obiettivi di sostenibilità. Castaner, insieme ad altri membri, è stato chiamato a consigliare il gigante cinese per le operazioni in Europa, Africa e Medio Oriente (Emea).
Le critiche al greenwashing
La Fédération française du prêt-à-porter féminin ha espresso forte preoccupazione per questa nomina, definendola un segnale allarmante in un momento in cui si attendevano misure concrete per affrontare i problemi legati alla moda ultraveloce.
Secondo la Ffpapf, l’impegno di politici di alto profilo con un’azienda che ha un impatto ambientale e sociale così negativo non fa altro che legittimare pratiche dannose. Castaner ha difeso la sua posizione, affermando che Shein punta a raggiungere zero emissioni di CO2 entro il 2030, ma molti esperti e attivisti non sono convinti.
Le reazioni del settore e della società civile
Yann Rivoallan, presidente della Ffpapf, ha risposto duramente alle affermazioni di Castaner, sostenendo che Shein non democratizza la moda, ma la distrugge. La critica si concentra sulla produzione di massa di abiti a basso costo, spesso realizzati in condizioni di lavoro poco trasparenti e con un impatto ambientale devastante. La nomina di Castaner e degli altri membri del comitato è vista come un tentativo di Shein di migliorare la propria immagine attraverso il greenwashing, piuttosto che un reale impegno verso la sostenibilità.
Il contesto legislativo e le sfide future
In un contesto in cui il Senato francese sta esaminando una proposta di legge contro il fast fashion, la nomina di politici come Castaner potrebbe influenzare le decisioni legislative. La questione della sostenibilità nella moda è diventata sempre più centrale, e le aziende come Shein si trovano a dover affrontare crescenti pressioni da parte di consumatori e legislatori. La sfida sarà quella di dimostrare che le loro affermazioni di sostenibilità non sono solo parole vuote, ma si traducono in azioni concrete e misurabili.