Classe 1987, Pietro Caramuta è un ricercatore di Potenza che sta sviluppando un modello matematico-statistico di supporto alle decisioni in ambito energetico, in grado di sostenere le amministrazioni pubbliche, gli enti e gli istituti di ricerca nelle attività di monitoraggio e pianificazione energetica territoriale. Giuseppe Liuzzi, studente lucano appassionato di informatica, è il fondatore di Syskrack Lab, il primo laboratorio di fabbricazione digitale della Basilicata nato a Grassano che fa incontrare professionalità e bagagli culturali diversi nella filosofia dell’open source e dell’open hardware. C’è poi Chiara Conti. Chiara nasce e si diploma a Firenze per poi trasferirsi per motivi di studio a Milano. E’ molto attaccata alle sue origini, rileva un terreno sulle colline fiorentine e vi innesta un innovativo metodo di coltivazione “super bio” che restituisce piante di pomodoro più salutari e più sostenibili, con valori nutritivi di gran lunga superiori a quelli classici.
Quelle di Pietro, Giuseppe e Chiara sono solo alcune delle storie dei Social Innovation Citizen, gli ambasciatori di innovazione sociale
Giovani entrati a far parte di un virtuoso circuito relazionale e progettuale che raggruppa giovani tra i 18 ed i 30 anni che sviluppano progetti capaci di generare valore sociale, occupazionale ed economico. La rete SIC è nata dalla collaborazione tra l’Agenzia Nazionale per i Giovani e l’Associazione ItaliaCamp che, abbracciando un meccanismo di emersione delle idee (e delle capacità) dal basso, decidono di costruire una piattaforma sia reale che virtuale per catalizzare le energie dei giovani del Paese, da nord a sud Italia. I giovani italiani stanno ben rispondendo a questa sollecitazione, ogni giorno nuovi SIC si iscrivono al portale www.sitizen.it, caricano il proprio progetto di innovazione sociale e “cercano” i propri omologhi per stringere nuove relazioni o semplicemente per ottenere informazioni da chi magari ha una idea simile alla propria.
Aprire la rete tuttavia non basta: è necessario dare ai giovani anche opportunità in termini di nuove conoscenze e saperi, calandoli nell’ecosistema dell’innovazione
Bisogna metterli a diretto contatto con le aziende, il terzo settore, le università, gli amministratori locali e tutte quelle realtà che fanno dell’innovazione sociale il proprio credo. Per questo abbiamo avviato un road tour, siamo partiti da Firenze per poi dirigerci nella capitale europea della cultura, Matera. E poi ancora Messina e Torino. Il modello è questo: abbiamo misurato il termometro delle priorità in ogni singolo territorio e ne abbiamo individuato un tema attorno al quale abbiamo aggregato gli innovatori, partendo ovviamente dai SIC.
A Firenze abbiamo declinato il tema della sharing economy sia sotto il profilo del crowdfunding civico che delle comunità collaborative, mentre a Matera tutto è ruotato intorno all’innovazione culturale.
Messina è stata invece teatro di rigenerazione urbana, mobilità sostenibile, cultura come leva per far crescere l’economia. Abbiamo chiuso il road tour con il tema della messa a sistema dei luoghi pubblici nell’Open Incet di Torino, spazio industriale dismesso recuperato grazie ad un’opera di rigenerazione urbana alla quale ha contribuito la stessa ItaliaCamp ed oggi trasformato in un open innovation center. Le tappe del road tour si sono susseguite con lo stesso obiettivo: favorire la contaminazione tra attori diversi facendo emergere dal confronto una sorta di intelligenza collettiva attraverso la quale trasformare le intenzioni in azioni concrete, rendendo l’innovazione sociale qualcosa di tangibile e misurabile.
Il nostro viaggio per l’Italia è stato infatti solo l’inizio di un lungo percorso di innovazione che ha lo scopo di coinvolgere i territori e i nostri giovani, mettendo in movimento sinergie per sviluppare idee e progetti che possano apportare benefici concreti alla collettività. #Sicsitizen
GIACOMO D’ARRIGO, Direttore dell’Agenzia Nazionale per i GiovaniANTONIO DE NAPOLI, Presidente dell’Associazione ItaliaCamp