Internet sta avendo un impatto notevole non solo sulle organizzazioni con finalità di lucro, ma anche sulle non profit. Probabilmente le dinamiche della rete possono essere molto più congeniali e utili a queste ultime per farsi conoscere, sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto ad una causa sociale, gestire i rapporti con media e stakeholder, raccogliere fondi.Per capire meglio questa realtà Blogmeter ha selezionato, da un panel di oltre 250 organizzazioni, le 40 non profit leader per fan e follower su Facebook e Twitter e ne ha analizzato le conversazioni in rete. A ciò ha aggiunto un confronto tra le performance di 80 tra pagine Facebook e profili Twitter ufficiali.
Le non profit più “chiacchierate” e gli argomenti più discussi
Nell’arco di quasi cinque mesi (dal 1 giugno al 19 ottobre 2014) sono stati raccolti circa 900.000 messaggi.
Tra le non profit più discusse si sono distinte Legambiente, Croce Rossa Italiana, Caritas Italiana, Greenpeace, il Comitato Italiano per L’UNICEF, WWF, Medici senza frontiere e l’Ente Nazionale Protezione Animali. I temi più caldi sono risultati essere quelli legati ad emergenze umanitarie, come quella di Gaza dove, in seguito ai bombardamenti israeliani, hanno perso la vita 121 bambini. Ci sono poi i racconti sull’epidemia di Ebola, le violenze perpetrate in Iraq per mano dell’ISIS, il programma Mare Nostrum o il conflitto su territorio ucraino nel quale è morto un operatore della Croce Rossa. Dibattute anche le cause legate alla salvaguardia dell’ambiente e della protezione degli animali: dalla cattura e successiva uccisione dell’orsa Daniza, per cui si sono mobilitate associazioni come LAV, WWF e Legambiente, alla contestazione del “decreto sblocca-Italia” da parte di Legambiente, Greenpeace e WWF, che ne hanno criticato in particolare l’articolo 38, che consentirebbe le trivellazioni indiscriminate nei mari italiani da parte di compagnie petrolifere.
Chi utilizza la rete è molto propenso a contribuire alla diffusione di campagne di sensibilizzazione e di raccolta fondi.
Ad esempio #StopEbola di Medici Senza Frontiere, #NonFossilizziamoci di Greenpeace, #InDifesa di Terre des Hommes o #IoStoConDaniza della LAV. Viene apprezzato l’endorsement alla causa da parte di personaggi famosi come ad esempio Alessandro Del Piero per l’AIRC e la comunicazione dei risultati raggiunti.
L’avatar in 3D Sweetie
Alcuni dei messaggi più positivi relativi alle organizzazioni, infatti, hanno riguardato storie di successo, come quella di Sweetie, avatar 3D di una bambina virtuale creato da Terre des Hommes Olanda e che poi ha permesso l’identificazione e l’arresto di un pedofilo. O ancora le storie di pazienti che sono riusciti a guarire dall’Ebola grazie all’intervento di Medici Senza Frontiere.
Ma gli utenti di internet sono anche molto attenti alle eventuali contraddizioni delle non profit, spesso relative a scelte considerate non coerenti con la loro mission principale.
Ecco perché, anche per le ONLUS come per le aziende di lucro, è importante ascoltare costantemente la rete per poter intervenire tempestivamente e spiegare il proprio punto di vista, evitando delle crisi reputazionali.
Le performance delle non profit su Facebook
Le pagine che hanno le community più estese sono quelle di Emergency (oltre 800.000 fan), Medici Senza Frontiere (più di 600.000) e Greenpeace (circa 500.000). Ma ad aver sviluppato il maggior numero di interazioni sono risultate essere quelle di Lega Nazionale della Difesa del Cane, ENPA, WWF Italia e LAV. Il post più apprezzato in assoluto è stato proprio quello di quest’ultima, legato alla morte dell’orsa Daniza, con più di 82.000 interazioni. Curioso scoprire che le persone che interagiscono di più sulle pagine delle non profit sono donne (74%), mentre su Twitter prevalgono gli uomini (52%).
Una delle foto dalla fanpage della LAV
Le performance delle non profit su Twitter
Sul network dei 140 caratteri gli account ad avere il seguito maggiore sono quelle di Emergency (oltre 400.000 follower) e Greenpeace (più di 340.000). Quest’ultimo è risultato essere anche l’account in grado di sviluppare il più alto tasso di coinvolgimento, seguito da LAV e UNICEF. Twitter è il luogo prediletto per la diffusione di campagne di sensibilizzazione. Nel periodo analizzato #Gaza, #Ebola e #Iraq sono stati i fronti più caldi, mentre l’attività più citata è #NonFossilizziamoci di Greenpeace.
Un tweet dall’account di Emergency
Menzione speciale merita #IceBucketChallenge, la campagna regina dell’estate promossa nel nostro paese da Aisla Onlus. E’ riuscita a generare oltre 158.000 tweet italiani, raggiungendo un potenziale di oltre 195 milioni di visualizzazioni e 2.400.000 euro di donazioni. Per coloro che volessero approfondire i dati la ricerca completa è acquistabile online.
VINCENZO COSENZA