Sondaggio, perché i lavoratori sono pronti a licenziarsi?

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Un recente sondaggio ha rivelato per quale motivo la maggior parte dei lavoratori siano pronti a licenziarsi e lasciare le aziende per cui lavorano.

Sondaggio, perché i lavoratori sono pronti a licenziarsi?

Secondo un recente sondaggio condotto da Talkspace, due terzi degli impiegati che stanno considerando di lasciare il lavoro condividono la medesima motivazione. Questi dipendenti asseriscono che i loro datori di lavoro non abbiano mantenuto le promesse di fatte in relazione alla salvaguardia della salute mentale in ambito professionale.

All’inizio della pandemia, i datori di lavoro hanno annunciato che avrebbero rispettato la salute e la sicurezza dei loro dipendenti e hanno anche promesso di dare priorità al loro benessere. Eppure, dopo quasi 19 mesi, due terzi dei lavoratori che stanno cercando di cambiare lavoro hanno rivelato che i loro capi non hanno rispettato tutte queste promesse.

Il sondaggio di Talkspace, una società di assistenza mentale digitale che permette anche ai datori di lavoro di offrire la teleterapia come beneficio, è stato condotto su oltre 1.000 dipendenti statunitensi. I lavoratori sono stati intervistati dall’Harris Poll tra il 29 luglio e il 2 agosto, più del 40% di essi sta cercando di lasciare le loro attuali posizioni a causa dello stress cronico. Gli intervistati, infatti, hanno spiegato che i datori di lavoro non hanno dato priorità al benessere mentale.

I risultati del sondaggio condotto da Talkspace

Secondo il sondaggio, la metà degli impiegati crede che il lavoro sia diventato troppo stressante, e almeno il 25% sta rendendo meno del solito a causa dello stress. Oltre al 41% che ha ammesso che probabilmente cambierà lavoro a causa dello stress, il 38% ha detto che sta considerando di cambiare carriera; il 28% ha aggiunto che probabilmente lascerà il lavoro nei prossimi sei mesi, e il 27% ha riferito che lo lascerà anche senza un altro lavoro in vista.

Tra coloro che stanno pensando di dimettersi nei prossimi sei mesi, il 67% è d’accordo con l’affermazione “Il mio datore di lavoro ha affermato di concentrarsi sulla salute mentale all’inizio della pandemia, ma non ha rispettato quanto annunciato”, rispetto al 42% degli altri intervistati che sono d’accordo con la stessa affermazione.

Il 68%, poi, è d’accordo con l’affermazione “Il mio datore di lavoro dice che i dipendenti dovrebbero concentrarsi sulla ‘cura di sé’, ma non fornisce le risorse per farlo”, rispetto al 47% degli altri intervistati che sono d’accordo.

Per contrastare questa percezione, il report di Talkplace raccomanda non solo di offrire più formazione e strumenti per aiutare i dipendenti a gestire la loro salute mentale, ma anche di incoraggiare i manager ad aumentare la consapevolezza delle risorse esistenti e di modellare sani confini tra lavoro e vita privata.

Mentre “una migliore retribuzione e benefici” è stata la risposta più comune quando è stato chiesto ai partecipanti cosa potrebbe convincerli a rimanere nel loro lavoro, il 59% ha detto che avere un manager che dà priorità alla salute mentale aiuterebbe, e il 52% ha detto che più servizi di salute mentale li renderebbe più propensi a rimanere.

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Scritto da Ilaria Minucci

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