L’Europa accelera il suo cammino verso la sostenibilità con una stretta regolatoria che rende il continente terreno fertile per il dealmaking. Leader aziendali e investitori danno sempre più importanza a temi legati alla sostenibilità, con un particolare occhio di riguardo verso la propria catena di fornitura, sia per questioni legali che reputazionali. Con l’entrata in vigore della CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive), si intensifica la richiesta di esperti d’indagine esterni capaci di individuare i rischi nascosti della supply-chain.
Questo è il messaggio chiave che emerge dal rapporto Chain Reaction. How supply chain considerations and sustainability are shaping M&A in Europe del team Forensic Investigations & Intelligence di RSM Corporate Finance, già noto come la startup d’intelligence 36Brains. Con il supporto di Mergermarket, sono stati intervistati top manager di aziende, fondi di private equity e hedge fund provenienti da Italia, Spagna, Germania e Grecia per comprendere come gli investitori europei stanno affrontando la stretta regolatoria delle nuove normative UE.
Secondo l’indagine, l’attuale volume di attività di M&A in Europa rimane ben al di sopra dei livelli pre-pandemia con alcuni trend interessanti:
- Aumenta la fiducia nel dealmaking in tutto il continente, con il 67% degli investitori che prevede di effettuare da una a tre transazioni nei prossimi 12 mesi
- I settori in maggiore crescita sono industria e chimica (28%), beni di consumo e tempo libero (22%) ed energia, industria mineraria e i servizi di pubblica utilità (22%)
- Germania (28%), Spagna e il Portogallo (25%) e Austria e Svizzera (17%) prevedono la maggiore crescita delle attività di fusione e acquisizione. Al contrario, l’Italia e la Grecia mostrano segnali meno promettenti, con una crescita prevista rispettivamente del 3% e del 2%.
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Se in passato la Corporate Social Responsibility dipendeva principalmente dalla visione dei leader aziendali, l’entrata in vigore della CSDDD e dell’obbligo della rendicontazione di sostenibilità con la CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) sta spingendo le imprese a perseguire attivamente le opportunità di sostenibilità, creando aspettative positive per il mercato. Infatti, il 92% degli intervistati ritiene che queste norme renderanno l’Europa una destinazione più attrattiva per gli investimenti.
Tuttavia, le aziende continuano a incontrare difficoltà nell’implementare azioni concrete. Con l’applicazione della LkSG (la normativa tedesca sulla supply-chain che ha preceduto la CSDDD) a gennaio 2023, la Germania si è affermata come leader europeo nella responsabilità aziendale lungo le catene di fornitura globali. Il 93% degli intervistati tedeschi considera le regolazioni nazionali strumenti efficaci per navigare i nuovi obblighi aziendali, una percentuale nettamente superiore al 43% della media degli altri Paesi dell’UE.
Attualmente, i membri dell’Unione stanno osservando attentamente la Germania per comprendere le sfide che deve affrontare, poiché dovranno presto fare fronte a problemi simili.
Il 68% dei leader aziendali, infatti, prevede di introdurre processi di due diligence sulla propria catena di fornitura come prassi standard nei prossimi due anni, con un focus su aspetti come l’impatto globale (28%), le violazioni dei diritti umani (25%) e l’impatto ambientale (20%). Per il 57% degli intervistati, la conformità legale e normativa rappresenta il vantaggio principale, seguita dall’allineamento con i valori aziendali (47%). In particolare, in Germania e in Italia l’87% (e in Spagna l’80%) degli intervistati ritiene che mantenere catene di fornitura sostenibili sia addirittura fondamentale per mantenere un vantaggio competitivo.
Molti investitori (91%) intendono rivolgersi a specialisti esterni con una profonda conoscenza delle problematiche specifiche del settore, dei contesti locali e delle sfumature culturali per condurre un’approfondita due diligence della catena di fornitura. Se i consulenti offrono un supporto prezioso per rivedere e riprogettare i processi interni, gli esperti di indagini aziendali sono in grado di cercare riscontri relativi a problemi di specifici fornitori con un approccio volto a raccogliere riscontri o evidenze.
“Controversie commerciali, ristrutturazioni della catena di approvvigionamento e una maggiore attenzione regolamentare sull’integrità della supply-chain richiedono un metodo proattivo e dinamico” afferma Marianna Vintiadis, Partner & Head of Forensic Investigations & Intelligence di RSM Corporate Finance. “I risultati del report Chain Reaction confermano un trend che stiamo monitorando da qualche anno: cresce la necessità di indagini aziendali approfondite.
In un contesto sempre più sotto esame è fondamentale rivolgersi a specialisti che vanno oltre le informazioni provenienti da dati pubblicamente accessibili con un approccio metodico e preciso che include check locali sui fornitori e sopralluoghi in tutto il mondo, non solo ad acquisizione già avvenuta, ma anche in fase di pre-transaction tramite una due diligence approfondita. Mentre il mercato europeo dell’M&A si trova ad affrontare questi cambiamenti, le aziende che danno priorità alla sostenibilità in tutte le loro operazioni e catene di fornitura emergeranno come i target più ricercati in questa nuova era di transazioni responsabili”.