Qualche giorno fa rispondevo alle domande di un’intervista e per l’ennesima volta mi veniva chiesto un parere sulle startup competition. La “scena” italiana è sempre stata abbastanza spaccata sull’argomento.
Basta leggere le discussioni che periodicamente nascono nei gruppi facebook di Italian Startup Scene e Indigeni Digitali per osservare da un lato gli accaniti sostenitori, che raccomandano la partecipazione a questi eventi, e dall’altro i detrattori, che invece li bollano come inutile perdita di tempo.
Il panorama italiano delle startup competition si è allargato sempre di più negli ultimi anni con l’aumentare dell’hype e in questo momento ce ne sono davvero tantissime.
Alcune sono ben note e parte del “sistema” da ben prima che la parola startup fosse sulla bocca di tutti, altre sono spuntate dal nulla e sembrano cloni venuti male delle prime.
Quindi, competition sì o competition no?
Avendo partecipato, con mangatar, a diverse competizioni di questo tipo mi permetto di dire che, secondo me, non è così facile dare una risposta netta, assoluta. Bisognerebbe analizzare caso per caso e valutare tutta una serie di aspetti.
Ecco dieci domande, in ordine sparso, che io e il resto del team ci facciamo quando ci arriva una proposta di partecipazione ad una di queste competizioni.
1.Chi la organizza?
2. E’ alla prima edizione o è “ben nota”?
3. Che tipologia di startup vi partecipano di solito?
4. Chi sono stati i vincitori delle passate edizioni?
5. Che tipo di vantaggi può portare alla mia startup un’eventuale partecipazione?
6. Che tipo di vantaggi può portare alla mia startup un’eventuale vittoria?
7.
Ci sono premi in denaro?
8. Che sforzo mi richiede partecipare?
9. Posso permettermi di dedicarci tempo e risorse, in questo momento?
10. Che visibilità ne otterrà la mia startup?
Ovviamente metodi di valutazione di questo tipo sono pieni di limiti e non danno la risposta assoluta. Noi però cerchiamo di rispondere ogni volta a queste domande e arrivare, banalmente, ad una lista di pro e contro per valutare la partecipazione o meno.
E’ ovvio che ci siano aspetti fondamentali che vanno valutati prima di ogni altra cosa: un’eventuale risposta negativa alle domande 8 e 9 significa, molto probabilmente, che è meglio lasciar perdere la partecipazione in questo momento.
Le prime quattro domande, invece, sono più per capire se la competizione è di tipo “trasversale” o settorizzata.
Avrebbe ben poco senso per una startup ICT infilarsi in un contest di Green Tech!
Poi ci sono da valutare le conseguenze che la partecipazione alla competizione porterà alla propria startup, e da qui le domande 5, 6, 7 e 10.
In alcuni casi (soprattutto per startup all’inizio o vicine al lancio di un nuovo prodotto) può essere importante ricevere una copertura mediatica proprio attraverso la partecipazione a competizioni di questo tipo.
Come dicevo prima, con Mangatar abbiamo partecipato a numerosi eventi di questo tipo. Alcuni si sono rivelati una totale perdita di tempo; altri ,invece, sono stati invece fondamentali per il nostro percorso, soprattutto nella fase iniziale.
E’, infatti, proprio in questi momenti che ci si può confrontare con ragazzi che stanno facendo esperienze simili alle proprie; si possono ricevere preziosi feedback da persone molto in gamba (i cosiddetti mentor); si beccano le prime critiche aspre sul proprio progetto che, molto spesso, aprono gli occhi ai founder stessi.
Quest’ultimo punto è, forse, il più importante. Mangatar stesso non sarebbe quello che è oggi se non fossimo passati su diversi palchi a farci tartassare di domande. E’ in situazioni di questo tipo che ci siamo guardati in faccia e abbiamo compreso che c’erano cose che non andavano e bisognava fare dei cambi di rotta.
Allo stesso modo, quando si partecipa ad eventi fiacchi e poco costruttivi, si realizza subito di aver perso ore (spesso giornate) utili che potevano essere dedicate al proprio progetto.
Sulla questione fu scritto un post da Marco Magnocavallo nella sua newsletter, circa un anno fa, che suggeriva agli startupper di concentrarsi sullo sviluppo.
La cosa sviluppò un’interessante discussione nella “scena” nostrana e molto interessante e condivisibile trovai la risposta di Fabio Lalli dove veniva, invece, sottolineata l’importanza di fare networking per gli startupper. Networking che spesso consente di ottenere, oltre ai già citati e importanti feedback, anche contatti per il proprio business e la possibilità di avviare collaborazioni con altri startupper.
In conclusione, la mia opinione è sostanzialmente positiva. Mi ritrovo molto nelle parole di Fabio Lalli. La partecipazione alle startup competition ha molti lati positivi e può essere spesso fondamentale per una startup che muove i primi passi.
L’importante è “selezionare il rumore” e valutare bene il tempo dedicato ad eventi di questo tipo per non correre il rischio di passare più tempo a fare pitch che a lavorare!