Startup Weekend Catania: Fare startup all’ombra dell’Etna

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Una sera di qualche settimana fa a Roma, nelle vicinanze del bellissimo Tempio di Adriano, mi sono ritrovato a cena con un giovane e fiero siciliano, il mio amico Antonio Perdichizzi, senza troppi giri di parole, appellandosi al mio senso del dovere ed alla mia curiosità, mi convince del fatto che la mia presenza come mentore e giurato allo Startup Weekend di Catania è inevitabile.

Ed ecco che il 24 Maggio, in un venerdi’ che pare di un inverno settentrionale, mi trovo immerso nel traffico confuso di una fredda e piovosa mattinata milanese, in direzione dell’ aereoporto di Malpensa. Sono un tipo organizzato, ho già la carta di imbarco in tasca; arrivo, lascio la macchina al parcheggio, supero il controllo di sicurezza e mi dirigo al cancello di imbarco dove una impiegata comunica con candore che l’ imbarco avverrà con un ritardo imprecisato a causa del fatto che non si hanno notizie dell’ aereomobile!

Finalmente ci imbarchiamo e scopro che i miei vicini sono una coppia di genovesi letteralmente terrorizzati dai viaggi in aereo, che impallidiscono a causa delle turbolenze che troviamo durante il volo.

Sbarco a Catania, con oltre un ora di ritardo, e vengo subito ricompensato dei disagi del viaggio: il sole ed una dolce brezza mi invitano a riporre l’ impermeabile e la felpa, metto addirittura gli occhiali da sole e mi rendo conto di quanto ho desiderato, in queste ultime settimane, un clima del genere. Arriviamo allo Zo di Catania, la fantastica sede dello Startup Weekend mentre è in corso la registrazione dei partecipanti.

Ci moltissimi ragazzi e ragazze che si stanno mettendo in lista per avere la possibilità di presentare la propria idea in 60 secondi, senza alcun supporto, con la speranza di essere selezionati ed avere la possibilità di raccontare la propria idea domenica, avendo a disposizione tre minuti per il “pitch” e due minuti per rispondere alle domande della giuria.

Trovo Antonio Perdichizzi che,insieme a Peppe Sirchia , Mario Scuderi e a tutti gli altri preziosi collaboratori tenta di mettere ordine in questa folla gioiosa ed eccitata. A cercare di mantenere l’ ordine trovo anche la straordinaria Felicita Platania una delle anime di questo incredibile spazio di cultura e di resistenza che si erge con fierezza, quasi in riva al mare, tra gli edifici abbandonati ed i furgoni che vendono panini in questa bella giornata catanese.

Il mio amico Salvo Mizzi , anima, ideatore e responsabile del progetto Working Capital di Telecom Italia si aggira giustamente compiaciuto tra i ragazzi, forte del fatto che molti di loro sono già in contatto con lo spazio di accelerazione di impresa recentemente inaugurato proprio qui a Catania in Via Quieta, al terzo piano di una centrale Telecom meravigliosamente ristrutturata per l’ occasione e che, a causa del suo successo, sta già pianificando una importante espansione dello spazio.

Si comincia con Antonio che introduce gli sponsor, chiamando sul palco che si presenta ad una sala affollatissima, Salvo per Telecom Italia, Saverio Continella per il Credito Siciliano, Flavio Fazio di Flazio.com e Felicita Platania per Zo e Zo Reload.

Io divido la mia attenzione tra i ragazzi, alcuni dei quali mi mettono quasi in imbarazzo trattandomi con una deferenza ed un rispetto alla quale non sono abituato, ed i vecchi amici come il professor Davide Bennato o il simpaticissimo Salvo Mica di e-ludo che non vedevo da tempo.

Partono le presentazioni da un minuto dove ragazzi e ragazze si alternano sul palco alcuni decisi, altri sbruffoni, altri incerti ma tutti consapevoli del fatto che qui le loro idee trovano ascolto e considerazione. Mario Scuderi, dopo avere presentato le regole gioco, si incarica con inflessibilità e decisione di fare rispettare i tempi.

Tra le circa cinquanta idee ne verranno scelte venticinque sulle quali si formeranno i team che lavoreranno fino a domenica pomeriggio alla definizione dei progetti. Alla fine della lunga sessione di presentazione si vota apponendo il proprio voto con un post-it accanto al nome dell’ idea.

Nel frattempo viene servito un ricco aperitivo ed il buffet viene letteralmente assalito dai ragazzi, ancora eccitati ma giustamente stanchi ed affamati. Io riesco ad impossessarmi di un calice di prosecco solo grazie alle attenzioni di Felicita e trovo il tempo di brindare con la simpaticissima Christiana Ruggeri che ci ha raggiunto per condurre una chiaccherata sulla legalità alla quale partecipano collegati al telefono Miriam Cresta ( Junior Achievement) e Davide Malaguti (Golden Group h ) mentre in sala con noi ci sono Umberto Di Maggio ( Coordinatore Siciliano di Libera ), Francesco Maria Gallo (Presidente di Legality Band Project), Viviana Cannizzo (Cofounder di The Hub Siracusa), il fenomenale Antonio Perdichizzi, Mario Scuderi, Felicita Platania ed il grande Salvo Mizzi che, essendo catanese, dopo essersi sentito dire “…sembri un catanese!”,rende una testimonianza personale ed appassionata. Rimango quasi ipnotizzato dalla serena determinazione del rappresentante di Libera, che continua con ostinazione a liberare territori e risorse giustamente sottratti al cancro mafioso.

Alla fine della chiaccherata, dopo la proclamazione delle 25 idee selezionate, il palco viene occupato dalla Legality Band , un progetto che con il suo motto “Con il rock sogniamo di essere liberi” si sforza di liberare le menti degli spettatori dalla rassegnazione all’ illegalità.

La giornata è stata lunga, ormai sono passate le 23:00, ma non riusciamo a negarci una cena all’ aperto, in una via del centro illuminata da una luna piena meravigliosa.

Il giorno dopo ci si ritrova allo Zo, per la giornata di lavoro più importante, bisogna prepararsi a confrontarsi con la giuria nel pomeriggio di domenica. Vengono introdotti i mentori, persone che con generosità e passione mettono a disposizione di questi giovani talenti il loro tempo e la loro esperienza; tra di loro cito Leonardo Camiciotti (TOPIX), Salvo Mica (E-ludo), Roberto Chibbaro (MakeMeApp), Francesco Passantino (GDG), Luciano De Franco (YHC), Carlo Leonardi (YHC), Peppe Marcantonio (YHC), Antonio Musmeci (YHC), ed, ovviamente, il sottoscritto.

Io e Salvo Mizzi ci dirigiamo alla Facoltà di Economia dell’ Università di Catania, dove il mio amico è stato invitato a partecipare ad un convegno internazionale sullo stato dell’ ecosistema dell’ innovazione nel territorio catanese.

Il nostro mezzo di trasporto è una Panda Rossa, la caratteristica macchina di servizio dei tecnici della Telecom, ed è proprio durante il breve tragitto tra lo Zo e l’ università che veniamo colti da una intuizione creativa e decidiamo che, nel pomeriggio, proporremo ai partecipanti all’ evento di essere protagonisti di un video dal titolo : “Quanti startupper entrano in una Panda Rossa?”.

Al nostro rientro la nostra proposta scatena l’ entusiasmo di tutti e potete vedere il risultato:http://www.youtube.com/watch?v=3cfJIrJPpGM&feature=youtu.be

I lavori continuano, i gruppi precostituiti o che si sono formati qui sono affiatati e, per invitarli ad usare meglio i mentori che si sono resi disponibili, io e il sociologo più simpatico del mondo (Davide Bennato) li distraiamo con un breve intervento.

Dopo di noi interviene Silvia Foglia, Country Manager di Twago, che ha trovato il tempo di raggiungerci da Berlino e rende una bellissima testimonianza mentre continua a compiacersi di quello che ha trovato qui. I gruppi continuano a lavorare febbrilmente ma stasera all’accelleratore di Working Capital, fresco di inaugurazione ,avremo uno straordinario DJ set, a cura di Dario Aiello (del duo Blatta & Inesha, ma in veste di Nutype), e di Andrea Normanno (aka 1984) che ci proporranno “Il Garage”, una “e-mprovisation” musicale, occasione per mescolare compentenze diverse per una performance mai uguale alla precedente.

Strumenti come una drum machine e una batteria elettronica riprodurranno suoni elettronici e intratterrano i ragazzi del format no-stop per una intensa pausa, prima di ritornare ai progetti alla vigilia della finale. Garage proviene proprio dalla cultura underground coltivata negli scantinati di casa, per creare quello che poi è una contaminazione di diversi generi.

Io non riesco a resistere alla tentazione e mi ritrovo ad impugnare il basso elettrico ed a pestare sulla drum machine! Che serata meravigliosa, in questo magico garage innovativo dove, a un certo punto, veniamo raggiunti da una ventina di gustosissime teglie di pizza e dall’ amico Marco Marinucci che ha trovato il tempo di raggiungerci dal Google Plex.

Comincia l’ ultima giornata, la domenica: la tensione comincia a farsi sentire, i ragazzi trovano comunque il tempo di seguire la visionaria presentazione di Nicola Cerantola , che sogna un mondo nel quale tecnologia ed ambiente convivano senza attriti. Tutti sono poi rapiti dalla testimonianza di Marco Marinucci che li fa sognare raccontando la Silicon Valley.

Il tempo per un rapido pranzo è l’ultimo intervallo che ci separa dalle presentazioni, ci sono venticinque gruppi che scalpitano, ansiosi di presentare la loro idea.

La sala viene riconfigurata, si spostano i tavoli di lavoro per fare posto alla gradinata, l’ energico Antonio Perdichizzi prende posto in regia,dalla quale provvederà a fornire ad ogni gruppo una adeguata colonna sonora.

Arriva il momento tanto atteso, la sala si riempie, tutto è pronto e Peppe e Mario chiamano la giuria che è composta da me,insieme al Prof. Rosario Faraci, Salvo Mizzi, Giorgia D’Allura, Marco Marinucci, Elisa Fazio, Angelo Marra, Santo Sciuto, Andrea Urzi, Ornella Laneri, Silvia Foglia, Sebastiano Battiato, Fiorella Pisani e Leonardo Camiciotti.

I pitch sono fatti da tre minuti di presentazione e da due minuti per rispondere alle domande della giuria: venticinque gruppi sono molti ma l’ entusiasmo e la nostra attenzione di giurati non cala. Alla fine di questa girandola ci riuniamo brevemente per decidere i tre vincitori di questa gioiosa competizione della quale, dal mio punto di vista, tutti sono risultati vincitori.

A questo punto rientriamo in sala e proclamiamo i tre vincitori, che saranno ospitati nell’ accelleratore di Working Capital a Catania.

I vincitori sono sopraffatti dall’ emozione e vengono sportivamente applauditi da tutti, è chiaro a tutti che oggi è solo un punto di partenza, che le prospettive di lavoro ed occupazione per i giovani di questa città sono cambiate per sempre, siamo stati tutti protagonisti di una rivoluzione costruttiva.

E’ il momento delle foto, delle strette di mano, dei ringraziamenti e delle promesse, io mi dirigo verso l’ aereoporto per rientrare a Milano (sic!), felice di essere stato parte di questo meraviglioso inizio fatto di cervello, di cuore e di passione.

Sarò felice di raccontarvi meglio in seguito dei vincitori, di come saranno capaci di sfruttare l’ opportunità che si sono conquistati e ne approfitto per ricordarvi che avete tempo sino ad oggi per inviare la vostra idea a Working Capital.

Milano, 30 maggio 2013MARCO ZAMPERINI

Originariamente pubblicato su chefuturo.it

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