Oggi dalle 18 alle 23, al teatro Parenti di Milano ci si trova – artisti, operatori, politici – per suonare e discutere a sostegno di una petizione che ha già quasi raggiunto le 30.000 firme.
La petizione è rivolta al Ministro Bray e dice che la musica dal vivo, la musica che si suona, si produce, si ospita, si ascolta, si diffonde e si riproduce è una grande energia emotiva ed economica. Che alimenta migliaia di piccole imprese, gruppi, associazioni, cooperative creative e commerciali.
Eppure in Italia oggi fare musica dal vivo è diventato quasi impossibile, per colpa di un assurdo ingorgo di richieste, documentazioni, versamenti e controlli che rende costoso, complicato e incerto programmare un concerto dal vivo. Un ingorgo che ha generato una morìa di locali nelle nostre città, che stanno perdendo così vita e cultura.
La petizione, ripresa da un gruppo trasversale di parlamentari, propone di introdurre nel “decreto del fare” del Governo un emendamento che faciliti la musica dal vivo. Se l’emendamento passasse, basterà un’autocertificazione (come accade per le DIA nelle ristrutturazioni) per dar vita – entro le 24 e con meno di 200 ascoltatori – ad un concerto dal vivo nel proprio locale.
Si tratta di una norma a costo zero per lo Stato, che darebbe linfa vitale ad una grande filiera culturale e produttiva. Basti pensare che in Inghilterra il Governo Cameron ha varato qualche mese fa una legge analoga, il Live Music Act, che ha permesso a 23mila locali di rilanciare la musica e l’economia di migliaia di micro-imprese creative.
Bisogna convincere il Governo a “fare“ da subito, in tutte le città italiane, qualcosa di concreto.
Milano, 22 luglio