Lo strumento che permette agli artisti di impedire che l’intelligenza artificiale sfrutti le loro opere: basta farle il dito medio

Esiste uno strumento che può aiutare gli artisti ad impedire che l’intelligenza artificiale possa sfruttare le loro opere senza consenso.

Gli artisti possono impedire all'intelligenza artificiale di usare le loro opere

Esiste uno strumento che può aiutare gli artisti ad impedire che l’intelligenza artificiale possa sfruttare le loro opere senza consenso. Si tratta di un problema sempre più diffuso, che si può risolvere sempre grazie alla tecnologia.


Lo strumento che permette agli artisti di impedire che l’intelligenza artificiale sfrutti le loro opere: basta farle il dito medio

I generatori di intelligenza artificiale generativa, quando sono stati lanciati, sembravano essere davvero magici. Questi modelli, però, vengono addestrati usando miliardi di opere senza che si chieda il consenso degli artisti che le hanno create. “Hanno succhiato la linfa creativa di milioni di artisti. È assolutamente orribile” ha dichiarato Eva Toorenent, illustratrice e consulente della European Guild for Artificial Intelligence Regulation, come riportato da Wired.

Le aziende continuano a guadagnare con strumenti di intelligenza artificiale, mentre gli artisti che hanno contribuito con le loro opere a rendere funzionale questa tecnologia non guadagnano niente. Per questo molti di loro si stanno opponendo all’intelligenza artificiale. Alcuni hanno anche intentato delle azioni legali, altri hanno chiesto un intervento delle autorità di regolamentazione. Ora finalmente le cose potrebbero cambiare. La startup Spawning ha annunciato un nuovo strumento per aiutare gli artisti a impedire che l’intelligenza artificiale usi le loro opere per l’addestramento. Si chiama Kudurru ed è una rete di siti web in grado di identificare con precisione il web scraping, ovvero l’estrazione di dati da un sito web tramite l’uso di software specifici.

Un’intelligenza artificiale generativa viene addestrata facendo “scraping” su internet, ovvero raccogliendo dati di massa dalla rete, da piattaforme come DeviantArt e librerie professionali come Getty Images, ma anche da siti web di singoli artisti.

Le aziende usano dataset come Laion-5B, che elenca gli url di miliardi di immagini da scaricare. Kudurru, però, può intervenire. Secondo Jordan Meyer, cofondatore di Spawning, durante i test interni Kudurru è stato in grado di bloccare per breve tempo una grande quantità di attività di scraping. Per farlo, Spawning gestisce una “rete di difesa” simile a un honeypot con oltre mille siti web, ognuno dei quali ospita immagini di cui i gruppi che usano Laion-5B hanno bisogno per addestrare un modello di intelligenza artificiale. La startup identifica i gruppi che effettuano lo scarpino e le regioni più attive, creando proprio una lista nera, come ha spiegato il cofondatore Patrick Hoepner. Kudurru rende possibile bloccare gli indirizzi ip inseriti nella lista nera oppure sabotare gli sforzi degli scraper inviando un’immagine diversa da quella richiesta.

In questo caso gli utenti hanno la possibilità di scegliere le illustrazioni da inviare. “Potrebbe essere solo un dito medio ripetuto più volte” ha suggerito Meyer. In questo modo si può sabotare l’addestramento.

Intelligenza artificiale: tutti contro lo scraping

Nonostante Kudurru offra agli artisti un modo di opporsi all’addestramento dell’intelligenza artificiale, non si tratta del primo strumento progettato per bloccare lo scraping. All’inizio di quest’anno un team dell’Università di Chicago ha lanciato Glaze, servizio che cerca di confondere gli scarper aggiungendo una filigrana invisibile ad un’immagine. Ci sono aziende che proteggono dai bot come DataDome che offrono da anni servizi per scoraggiare lo scraping. L’amministratore delegato Benjamin Fabre ha dichiarato a Wired US di aver registrato un’impennata di clienti alla ricerca di protezione contro gli scraper legati all’AI. Nonostante siano consolidate nel settore, certe aziende sono difficilmente accessibili ai privati, per questo l’arrivo di Kudurru dona speranza, trattandosi di un servizio gratuito. Il servizio, però, è ancora lontano dal diventare una soluzione definitiva per gli artisti. Gli stessi creatori lo considerano una soluzione transitoria in attesa di un’azione normativa o legislativa importante. Saranno i governi a dover intervenire, perché è improbabile che le aziende smettano di fare web scraping.

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Scritto da Chiara Nava

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